Premio Nobel
Letteratura 1978.
Nato in Polonia nel
1904 e morto a Miami (Florida, Usa) nel 1991. Scrittore molto
prolifico, suggerisco di leggere i Racconti (Mondadori, Meridiani) per diletto
e La famiglia Moskat (Casa editrice Tea).
Isaac è il fratello più
giovane di Israel Joshua Singer, di cui abbiamo già parlato nel blog A104.
La famiglia Moskat è
una famiglia di ebrei orientali, polacchi, e questa è la storia della loro vita
nel periodo che precede la prima guerra mondiale fino ai prodromi della
deportazione della seconda guerra mondiale.
La questione che ci
spinge a leggere questi libri, come sempre, è: perché questo odio verso gli
ebrei?
Leggendo questo
romanzo, ci si fa un'idea abbastanza precisa del perché.
Tra i vari motivi,
riporto questo passo di un ebreo polacco che riflette su se stesso (pagina 289,
op.cit.):
"…sapeva di avere
non soltanto l'aspetto di un ebreo, ma anche tutte le qualità che gli altri
attribuivano agli ebrei. Evitava le zuffe, non sopportava l'alcool, soffriva di
timidezza e di ritrosia. A scuola leggeva libri seri, non gli piacevano gli
sport, visitava i musei e le mostre d'arte … i professori lo chiamavano
decadente, nichilista, ebreo…"
Quella della decadenza
è una vecchia accusa che i gentili (cioè i cristiani) lanciano agli ebrei per
non lanciarla contro se stessi: la decadenza si identifica infatti con la paura
di perdere quello che si ha, ma se, come gli ebrei tra le due guerre mondiali,
non si ha niente da perdere, non si può essere decadenti, come non lo può essere
Israele attualmente e questa è la forza di Israele.
Il passo di cui sopra
conferma le mie esperienze di veneziano, vissuto a lungo a contatto con molti
di loro.
A parte la religione,
su cui non voglio entrare nel merito, gli ebrei veneziani avevano molto da
insegnare a noi gentili e per contro poco da imparare.
Dipende anche dai
nostri punti di vista:
Se siete gente
volgare, con gli ebrei non vi trovate e alla lunga proverete un senso di
invidia.
Se non siete colti,
con gli ebrei (salvo le dovute eccezioni) non vi trovate e proverete un senso
di invidia.
Gli ebrei hanno il
senso degli affari molto più sviluppato del nostro (in genere) e questo può
dare molto fastidio.
Gli ebrei non si
mescolano volentieri con noi gentili per i motivi suddetti e questo può dare moltissimo
fastidio.
Da sempre, chi comanda
e non riesce ad essere apprezzato dalla popolazione ha la tendenza a scaricare
le responsabilità sulle minoranze: colpa degli Ebrei.
Poi, c'è la
stupidaggine degli uccisori di Cristo, stupidaggine per il semplice motivo che,
anche se fosse vero, anche Cristo era ebreo.
Inoltre, sarebbe come
se incolpassero voi perché un vostro antenato, oltre due mila anni fa, ha
commesso un crimine.
La Chiesa ha parecchie
responsabilità in proposito. I preti avrebbero avuto molte altre cose a cui
pensare, prima di tutto questo: "Perdona loro (ai preti), perché non
vedono la trave nel proprio occhio…"
A Venezia la comunità
ebraica è stata la prima ad avere un Ghetto ed è sempre stata molto numerosa perché
sotto la Serenissima gli ebrei erano trattati decorosamente, in quanto la
Repubblica cercava di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, per il quieto
vivere con Santa Madre Chiesa.
Cari preti, volete il
Ghetto? va bene…
Volete limitare le
professioni degli ebrei? va bene, cum grano salis…
Volete che ogni sera i
portoni del Ghetto siano sbarrati dal tramonto all'alba? Questo è troppo, anche
perché stando assieme agli ebrei si respira cultura ed intelletto e le serate
possono essere piacevoli. Quindi i portoni del Ghetto è meglio che stiano
sempre aperti…
Tornando alla famiglia
Moskat, poco prima dell'avvio ai campi di sterminio, nell'ultima pagina del
romanzo, viene descritto da un ebreo comunista (Hertz Yanovar) chi era il tanto
atteso Messia:
… Hertz Yanovar disse
in polacco: "Non ce la faccio più, non ho più forze, il Messia arriverà
presto."
Asa Heshel (personaggio
che per tutto il romanzo era stato alla ricerca della grande Verità) lo guardò
sbalordito.
"Che cosa vuoi
dire?"
"La morte è il
Messia. Questa è la verità."
Ultima annotazione: la
lettura è avvincente e se Isaac Singer ha ricevuto il Nobel, il premio è
veramente meritato.
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