mercoledì 20 marzo 2013

A132 La Germania e l'Europa


Nei paesi del nord c’è poco sole e questo fatto influenza notevolmente gli usi e le abitudini.

I paesi dell’Europa meridionale hanno il sole in abbondanza: la differenza esiste. 

Non addentriamoci nella questione annosa del giudizio su chi sia migliore e chi sia peggiore: limitiamoci ad osservare che si tratta di due mondi diversi.

Nell’Europa del nord il buio viene molto presto e con la poca luce tutto cambia. 

Le tradizioni sono più cupe delle usanze del sud-Europa. Nel Mediterraneo è molto frequente smettere di lavorare il prima possibile per recarsi al mare o mettersi al sole. Nel nord questo è sicuramente meno frequente.

I nordici sono assetati (e giustamente) di sole: quando possono, vengono nei nostri paesi mediterranei per assaporare il clima e per ferie salutari. Nei tempi passati, i nordici sono venuti da noi spesso e volentieri, anche se i Romani avevano inserito il territorio del nord nel loro impero.

Il tedesco, in particolare, non si rassegna al fatto che al sud ci siano delle condizioni di vita migliori: mentre al sud basta dare un calcio ad un albero per veder cadere un frutto spontaneo, al nord bisogna lottare e faticare per ottenere qualunque cosa e questo perché la natura non è generosa. Le conseguenze sono che il nordico può sopravvivere solo a prezzo di una disciplina severa ed egli se ne rende conto: ogni eccezione alle regole costa molto di più di quanto non possa costare al sud. Al nord non si può essere indulgenti e bisogna rassegnarsi a vedere la natura più come una matrigna che come una madre.

Questo si riflette anche sui valori religiosi: se la natura è matrigna, Dio dev’essere altrettanto severo, più patrigno che padre. Alla fine del ‘400, quando Lutero colse le occasioni offerte a piene mani dalla Chiesa di Roma, stabilì che la confessione era una cosa improponibile: se la natura (e quindi Dio) sono severi, come può esserci la confessione? Non c’è un Dio per il nord e uno per il sud: c’è un Dio solo e certamente sarà il nostro... al nord non si può sbagliare e quindi nessuno può essere perdonato per gli errori commessi. Ripetiamo: non stiamo qui a dire chi è peggio e chi è meglio, stiamo dicendo che si tratta di due mondi completamente diversi.

Al sud, se commetto un peccato, la natura è talmente generosa che anche Dio lo sarà ed Egli perdonerà. Sempre. Quando Papa Francesco nell’omelia d’insediamento ha parlato di Padre Celeste che perdona sempre, ha parlato da latino, ma da un punto di vista ecumenico forse non ha propriamente soddisfatto i protestanti del nord: tuttavia, il contrasto sta proprio in questi termini, come vedremo.
Il nord ha la chiara sensazione che il sud non merita il sole e le comodità della vita mediterranea. Gli abitanti del nord vorrebbero, nel profondo, essere considerati i migliori ed avere per loro le condizioni naturali più facili. Sono più usi alla disciplina e al sacrificio, non sono dei farfalloni come i mediterranei, e vorrebbero che questi ultimi riconoscessero l’impegno nordico. Da questo impegno superiore discende inevitabilmente (a sentir loro) la loro superiorità (impegno superiore = superiorità). Ma tale superiorità non è riconosciuta dai mediterranei cattolici. Quando un mediterraneo ha un’idea geniale, spesso il nordico tende a non accettarla: la prende quasi come un’offesa personale: come fa ad avere idee superiori se è un essere inferiore? Per arrivare ai campi di concentramento, non ci vuole molto. Certamente ci sono le eccezioni, ma il luogo comune è la superiorità nordica.

In questo quadro di sopravvivenza (ovviamente questi princìpi erano indiscutibili ed assoluti sino al più recente passato) il nordico non può fare debiti (gli americani sono un’eccezione inculcata) né tanto meno (ma di questo non si rende conto) ha l’abitudine di risparmiare. Ma soprattutto non si debbono fare debiti. Il debito è una colpa. Prendete nota che la parola “colpa” in tedesco si dice Schuld e che la parola “debito” si dice parimenti Schuld. Come dire, in italiano, che il debito-colpa è un debito-colpa: per il tedesco, una tautologia, una pura ovvietà.

Come possono i tedeschi accettare l’idea mediterranea (e anche americana della globalizzazione) che il debito si possa fare o solo immaginare?

Per il tedesco il debito è sinonimo di colpa e la colpa non può essere perdonata perché al nord non c’è la confessione, se non in Baviera, in Austria e in altre poche zone cattoliche.

In buona sostanza, per i tedeschi:
1)  L’Europa mediterranea è una zona di persone half-cast (mezza casta, come dicono gli inglesi) dove i tedeschi dovrebbero dominare.
2)  I mediterranei sono dei peccatori che fanno debiti e a maggior ragione dovrebbero essere almeno criticati, se non addirittura disprezzati.

I due punti ora illustrati sono certamente veri per le popolazioni del nord, a livello di archetipo (fondamenti della propria psicologia) e, secondo la necessità, i politici cavalcano questi sentimenti.

Allora il Delfino chiede: “Perché, verbigrazia, hanno accettato l’Unione Europea, se quest’avversione era nel profondo il loro sentire?”

Risposta: “Figlio mio, perché in quel momento per loro era conveniente...”

Orsù, togliamoci il prosciutto dagli occhi ed esaminiamo i fatti, senza dare giudizi morali che non servono assolutamente a niente.

Da secoli i tedeschi vogliono comandare in Europa. Se prescindiamo dall’impero romano, la storia dell’Europa meridionale (e in particolare italiana) è un susseguirsi di tentativi d’invasione da parte di popolazioni più o meno germaniche. Mentre prima di Napoleone c’è stato un periodo con una certa relativa tranquillità, il fatto di aver sconfitto Napoleone ha rinfrancato gli animi germanici, anche se la sconfitta di Napoleone è fondamentalmente da assegnare a inglesi e russi. Ma i tedeschi se ne sono appropriati.

Ed eccoli all’appuntamento del 1870: successivamente a quel periodo, abbiamo avuto due novità, una la scuola avanzatissima (foriera di evoluzione tecnologica) e l’altra il suffragio universale con tanto di welfare. Bismarck però non ha dato suffragio e welfare per bontà d’animo, bensì per compensare le famiglie tedesche che avevano patito centinaia di migliaia di morti (Capitolazione francese a Sedan). In realtà, come ben sappiamo, il suffragio universale è avvalorato quando fa comodo e disatteso quando fa comodo. Come dice l’Ecclesiaste nella Bibbia: niente di nuovo sotto il sole.

Ma per l’obiettivo di conquistare l’Europa, la vittoria tedesca del 1870 fu una vittoria di Pirro, anche perché lo stato tedesco era piuttosto lo stato prussiano.

Un secondo tentativo di conquistare l’Europa fu, come ben sappiamo, nel 1914. I tedeschi si stanno ancora chiedendo come possano aver perso...
La salita al potere di Hitler, ad imitazione di Mussolini, fu una conseguenza della Prima Guerra Mondiale. Ma mentre gli italiani fanno le cose all’embrassons-nous (volemose bbene) i tedeschi le fanno con serietà e quello che successe nella Seconda Guerra Mondiale lo dimostra.

Anche in questo caso, i tedeschi si stanno chiedendo come sia stata possibile la nuova sconfitta. Proseguiamo.
La Germania fu divisa in due parti (non si sa mai...).

E veniamo al bisogno... che addolcisce le genti germanichee le rende vieppiù concilianti...
Mentre Parigi, alla fine della Prima Guerra Mondiale, aveva infierito sui tedeschi (che dopo avevano reagito nel peggiore dei modi), questa volta (aprile 1951) decisero di offrire ai tedeschi un aiuto, di partecipare cioè alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. I tedeschi, che dovevano pagare danni di guerra sino al 2009/2011 (Schuld!), dimenticarono il “Deutschland über alles” ed accettarono di buon grado l’accordo economico.
Col Trattato di Roma, nonostante avessero lo Schuld dei peccatori, i tedeschi si videro offrire nel 1957 un perdono ulteriore (il terzo in un decennio, dopo il Piano Marshall e la Ceca) e cioè la Cee, Comunità Economica Europea. Stiamo parlando della Germania Occidentale, naturalmente. I tedeschi, in pieno Schuld, ma non solo economico e di debito, ma anche Schuld per i campi di concentramento, si esibirono in una delle loro pantomime: dimenticare! Comportiamoci come se quello che abbiamo fatto durante la Seconda Guerra Mondiale fosse niente, tiriamoci su le maniche e, per il momento, patteggiamo... anche se non dimenticheremo l’offesa... (quale offesa, poi?).

Di Germania Est, liberata, non se ne parla, se non ché, nel 1989, cade il Muro di Berlino...
I tedeschi, giustamente, vogliono annettersi la Germania Est, disposti a dimenticare tutte le malefatte della Stasi e del regime comunista... così come avevano cercato di dimenticare i campi di concentramento.

La Germania Ovest chiede la carità in giro per l’Europa: “Lasciateci annettere la Germania Est, riporteremo l’ordine in quelle terre distrutte dal comunismo...”
Al che i francesi rispondono: “Non ci fregate più: se volete riunificarvi, dobbiamo creare le premesse per un’ulteriore unificazione europea. Cominciamo ad unificare le monete, in modo che voi non possiate diventare troppo forti: tutto sommato, siamo latini anche noi e non ce ne vergogniamo. Non possiamo continuare ad avere l’incubo tedesco...”
I tedeschi giurarono su quanto avevano di più sacro che mai più sarebbe successo... eccetera. Ma procediamo per ordine.

La moneta unica non poteva funzionare poiché non si è mai sentito di un’unificazione monetaria prima di un’unificazione politica.
I francesi, in ogni caso avevano tentato la carta dell’egemonia franco-tedesca: hanno dimostrato ancora una volta che in una guerra tra cattolici e protestanti alla fine vincono sempre i cattolici (vinceranno anche stavolta, secondo me, nel senso che i tedeschi perderanno più degli altri), ma a caro prezzo.

Questo è confermato dalla manovra velleitaria di Sarkozy in Libia, per vanificare la predominanza italiana.
Ma, allora, chiede ancora il Delfino, una volta riannessa la Germania Est, nel 1992, perché non hanno denunciato subito gli accordi sull’Euro?
Perché ai tedeschi non conveniva! Due sono i motivi:
1)  Al governo c’era Köhl e una maggioranza cristiano-democratica bavarese, essenzialmente cattolica, la quale non aveva il tarlo dello Schuld.
2)  C’erano i debiti di guerra da pagare, che secondo le rate e i soccorsi alla Germania ex-comunista, non sarebbero stati pagati prima del 2009/2011.

Ma poi arrivò il momento fatidico: i debiti di guerra furono pagati e la nuova cancelliera Merkel, protestante, col tarlo dello Schuld, andò al potere.

I tedeschi presero pertanto le seguenti decisioni:
1)  Un calcio sui fondelli ai francesi e ad eventuali accordi con loro.
2)  Tentare di comandare in Europa usando l’arma finanziaria, sapendo che la popolazione tedesca è sempre pronta a creare un solco con le genti del sud: con le armi è andata male non meno di tre volte, proviamo con la finanza...
3)  Attenzione a non tirar troppo la cinghia, perché noi tedeschi ci stiamo guadagnando un sacco di soldi ed esportiamo parecchio, in Italia eccetera: inoltre il cambio lo abbiamo stabilito noi, complice la dabbenaggine degli italiani.

Questa è la situazione.
Si potrebbe scrivere un libro sui problemi delle banche tedesche.
In questa farsa che stiamo vivendo, dobbiamo fare un cenno sulle strutture delle banche e sui risparmi delle rispettive popolazioni.

I tedeschi e gli anglo-sassoni in generale (quindi inglesi e statunitensi compresi) e anche i francesi, non hanno ancora capito che delle loro banche non ci si può fidare: ma questo non dipende dalle banche stesse, dipende invece dal fatto che non puoi mettere, per legge, un orso a guardia delle pecore.

La legislazione di questi paesi consente al banchiere che raccoglie un Euro da un correntista di investirlo in speculazioni di borsa eccetera. Questo è stato vero anche in Italia sino al 1931. Quando, in Italia, si verificarono delle speculazioni, la legge cambiò e si autorizzarono due tipi di banche, tipi divisi l’uno dall’altro: un tipo di banca raccoglieva nei conti correnti e prestava ad interesse più o meno fisso alle aziende industriali e commerciali; l’altro tipo raccoglieva denaro speculativo e investiva in speculazioni. Negli Stati Uniti d’America nel 1932 si fece altrettanto (si divisero le banche), ma durante il periodo Greenspan tale imposizione venne cancellata e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La situazione della banche relative, Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia è pertanto molto pericolosa, al punto che non si sa nemmeno a quanto aumentino i debiti di alcuni grossi istituti.

I risparmiatori italiani, come i giapponesi, sono molto forti.
Ora la situazione italiana è che ci sono molti debiti statali ma moltissimi depositi bancari. Il rischio di un paese dipende dalla somma di queste due voci.

I paesi del nord hanno meno debiti statali ma hanno depositi bancari praticamente non significativi.

Nei confronti e nelle classifiche di solidità, la Germania ha imposto di NON calcolare i depositi dei risparmiatori, ma di calcolare solo i debiti statali. E così fanno le agenzia americane di rating.

Questo perché un altro degli obiettivi dei tedeschi ( e degli anglo-sassoni in generale) è quello di impossessarsi dei depositi delle banche italiane.

Quindi bisogna raccontare al popolo tedesco (ogni tanto bue pure lui) che le banche italiane sono spazzatura.
Ma se è così, perché i tedeschi che contano cercano di comprarle? La risposta è ovvia.

Come andrà a finire?

Male. Per tradizione storica, tutti coloro che si mettono coi tedeschi vanno sempre a finir male, ma i tedeschi vanno sempre a finire peggio di tutti gli altri. Quindi noi italiani andremo a finir male (ci siamo messi coi tedeschi) ma i tedeschi andranno a finire peggio.

Sarà così anche questa volta.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti o richiesta di chiarimenti.