Nei paesi del nord c’è poco sole
e questo fatto influenza notevolmente gli usi e le abitudini.
I paesi dell’Europa meridionale
hanno il sole in abbondanza: la differenza esiste.
Non addentriamoci nella questione annosa del giudizio su chi sia migliore e chi sia peggiore: limitiamoci ad osservare che si tratta di due mondi diversi.
Non addentriamoci nella questione annosa del giudizio su chi sia migliore e chi sia peggiore: limitiamoci ad osservare che si tratta di due mondi diversi.
Nell’Europa del nord il buio
viene molto presto e con la poca luce tutto cambia.
Le tradizioni sono più cupe delle usanze del sud-Europa. Nel Mediterraneo è molto frequente smettere di lavorare il prima possibile per recarsi al mare o mettersi al sole. Nel nord questo è sicuramente meno frequente.
I nordici sono assetati (e
giustamente) di sole: quando possono, vengono nei nostri paesi mediterranei per
assaporare il clima e per ferie salutari. Nei tempi passati, i nordici sono
venuti da noi spesso e volentieri, anche se i Romani avevano inserito il
territorio del nord nel loro impero.
Il tedesco, in particolare, non
si rassegna al fatto che al sud ci siano delle condizioni di vita migliori:
mentre al sud basta dare un calcio ad un albero per veder cadere un frutto
spontaneo, al nord bisogna lottare e faticare per ottenere qualunque cosa e
questo perché la natura non è generosa. Le conseguenze sono che il nordico può
sopravvivere solo a prezzo di una disciplina severa ed egli se ne rende conto:
ogni eccezione alle regole costa molto di più di quanto non possa costare al
sud. Al nord non si può essere indulgenti e bisogna rassegnarsi a vedere la
natura più come una matrigna che come una madre.
Questo si riflette anche sui
valori religiosi: se la natura è matrigna, Dio dev’essere altrettanto severo,
più patrigno che padre. Alla fine del ‘400, quando Lutero colse le occasioni
offerte a piene mani dalla Chiesa di Roma, stabilì che la confessione era una
cosa improponibile: se la natura (e quindi Dio) sono severi, come può esserci
la confessione? Non c’è un Dio per il nord e uno per il sud: c’è un Dio solo e
certamente sarà il nostro... al nord non si può sbagliare e quindi nessuno può
essere perdonato per gli errori commessi. Ripetiamo: non stiamo qui a dire chi
è peggio e chi è meglio, stiamo dicendo che si tratta di due mondi
completamente diversi.
Al sud, se commetto un peccato,
la natura è talmente generosa che anche Dio lo sarà ed Egli perdonerà. Sempre.
Quando Papa Francesco nell’omelia d’insediamento ha parlato di Padre Celeste
che perdona sempre, ha parlato da latino, ma da un punto di vista ecumenico forse
non ha propriamente soddisfatto i protestanti del nord: tuttavia, il contrasto
sta proprio in questi termini, come vedremo.
Il nord ha la chiara sensazione
che il sud non merita il sole e le comodità della vita mediterranea. Gli
abitanti del nord vorrebbero, nel profondo, essere considerati i migliori ed
avere per loro le condizioni naturali più facili. Sono più usi alla disciplina
e al sacrificio, non sono dei farfalloni come i mediterranei, e vorrebbero che
questi ultimi riconoscessero l’impegno nordico. Da questo impegno superiore
discende inevitabilmente (a sentir loro) la loro superiorità (impegno superiore
= superiorità). Ma tale superiorità non è riconosciuta dai mediterranei
cattolici. Quando un mediterraneo ha un’idea geniale, spesso il nordico tende a
non accettarla: la prende quasi come un’offesa personale: come fa ad avere idee
superiori se è un essere inferiore? Per arrivare ai campi di concentramento,
non ci vuole molto. Certamente ci sono le eccezioni, ma il luogo comune è la
superiorità nordica.
In questo quadro di sopravvivenza
(ovviamente questi princìpi erano indiscutibili ed assoluti sino al più recente
passato) il nordico non può fare debiti (gli americani sono un’eccezione
inculcata) né tanto meno (ma di questo non si rende conto) ha l’abitudine di
risparmiare. Ma soprattutto non si debbono fare debiti. Il debito è una colpa. Prendete
nota che la parola “colpa” in tedesco si dice Schuld e che la parola “debito”
si dice parimenti Schuld. Come dire, in italiano, che il debito-colpa è un debito-colpa:
per il tedesco, una tautologia, una pura ovvietà.
Come possono i tedeschi accettare
l’idea mediterranea (e anche americana della globalizzazione) che il debito si
possa fare o solo immaginare?
Per il tedesco il debito è
sinonimo di colpa e la colpa non può essere perdonata perché al nord non c’è la
confessione, se non in Baviera, in Austria e in altre poche zone cattoliche.
In buona sostanza, per i
tedeschi:
1) L’Europa mediterranea è una zona di persone half-cast (mezza casta,
come dicono gli inglesi) dove i tedeschi dovrebbero dominare.
2) I mediterranei sono dei peccatori che fanno debiti e a maggior
ragione dovrebbero essere almeno criticati, se non addirittura disprezzati.
I due punti ora illustrati sono
certamente veri per le popolazioni del nord, a livello di archetipo (fondamenti
della propria psicologia) e, secondo la necessità, i politici cavalcano questi
sentimenti.
Allora il Delfino chiede:
“Perché, verbigrazia, hanno accettato l’Unione Europea, se quest’avversione era
nel profondo il loro sentire?”
Risposta: “Figlio mio, perché in
quel momento per loro era conveniente...”
Orsù, togliamoci il prosciutto
dagli occhi ed esaminiamo i fatti, senza dare giudizi morali che non servono
assolutamente a niente.
Da secoli i tedeschi vogliono comandare
in Europa. Se prescindiamo dall’impero romano, la storia dell’Europa
meridionale (e in particolare italiana) è un susseguirsi di tentativi d’invasione
da parte di popolazioni più o meno germaniche. Mentre prima di Napoleone c’è
stato un periodo con una certa relativa tranquillità, il fatto di aver
sconfitto Napoleone ha rinfrancato gli animi germanici, anche se la sconfitta
di Napoleone è fondamentalmente da assegnare a inglesi e russi. Ma i tedeschi
se ne sono appropriati.
Ed eccoli all’appuntamento del
1870: successivamente a quel periodo, abbiamo avuto due novità, una la scuola
avanzatissima (foriera di evoluzione tecnologica) e l’altra il suffragio
universale con tanto di welfare. Bismarck però non ha dato suffragio e welfare
per bontà d’animo, bensì per compensare le famiglie tedesche che avevano patito
centinaia di migliaia di morti (Capitolazione francese a Sedan). In realtà,
come ben sappiamo, il suffragio universale è avvalorato quando fa comodo e
disatteso quando fa comodo. Come dice l’Ecclesiaste nella Bibbia: niente di
nuovo sotto il sole.
Ma per l’obiettivo di conquistare
l’Europa, la vittoria tedesca del 1870 fu una vittoria di Pirro, anche perché
lo stato tedesco era piuttosto lo stato prussiano.
Un secondo tentativo di
conquistare l’Europa fu, come ben sappiamo, nel 1914. I tedeschi si stanno
ancora chiedendo come possano aver perso...
La salita al potere di Hitler, ad
imitazione di Mussolini, fu una conseguenza della Prima Guerra Mondiale. Ma
mentre gli italiani fanno le cose all’embrassons-nous (volemose bbene) i
tedeschi le fanno con serietà e quello che successe nella Seconda Guerra
Mondiale lo dimostra.
Anche in questo caso, i tedeschi
si stanno chiedendo come sia stata possibile la nuova sconfitta. Proseguiamo.
La Germania fu divisa in due
parti (non si sa mai...).
E veniamo al bisogno... che
addolcisce le genti germanichee le rende vieppiù concilianti...
Mentre Parigi, alla fine della
Prima Guerra Mondiale, aveva infierito sui tedeschi (che dopo avevano reagito
nel peggiore dei modi), questa volta (aprile 1951) decisero di offrire ai
tedeschi un aiuto, di partecipare cioè alla Comunità Europea del Carbone e
dell’Acciaio. I tedeschi, che dovevano pagare danni di guerra sino al 2009/2011
(Schuld!), dimenticarono il “Deutschland über alles” ed accettarono di buon
grado l’accordo economico.
Col Trattato di Roma, nonostante
avessero lo Schuld dei peccatori, i tedeschi si videro offrire nel 1957 un
perdono ulteriore (il terzo in un decennio, dopo il Piano Marshall e la Ceca) e
cioè la Cee, Comunità Economica Europea. Stiamo parlando della Germania
Occidentale, naturalmente. I tedeschi, in pieno Schuld, ma non solo economico e
di debito, ma anche Schuld per i campi di concentramento, si esibirono in una
delle loro pantomime: dimenticare! Comportiamoci come se quello che abbiamo
fatto durante la Seconda Guerra Mondiale fosse niente, tiriamoci su le maniche
e, per il momento, patteggiamo... anche se non dimenticheremo l’offesa...
(quale offesa, poi?).
Di Germania Est, liberata, non se
ne parla, se non ché, nel 1989, cade il Muro di Berlino...
I tedeschi, giustamente, vogliono
annettersi la Germania Est, disposti a dimenticare tutte le malefatte della
Stasi e del regime comunista... così come avevano cercato di dimenticare i
campi di concentramento.
La Germania Ovest chiede la
carità in giro per l’Europa: “Lasciateci annettere la Germania Est, riporteremo
l’ordine in quelle terre distrutte dal comunismo...”
Al che i francesi rispondono:
“Non ci fregate più: se volete riunificarvi, dobbiamo creare le premesse per un’ulteriore
unificazione europea. Cominciamo ad unificare le monete, in modo che voi non
possiate diventare troppo forti: tutto sommato, siamo latini anche noi e non ce
ne vergogniamo. Non possiamo continuare ad avere l’incubo tedesco...”
I tedeschi giurarono su quanto
avevano di più sacro che mai più sarebbe successo... eccetera. Ma procediamo
per ordine.
La moneta unica non poteva
funzionare poiché non si è mai sentito di un’unificazione monetaria prima di un’unificazione
politica.
I francesi, in ogni caso avevano
tentato la carta dell’egemonia franco-tedesca: hanno dimostrato ancora una
volta che in una guerra tra cattolici e protestanti alla fine vincono sempre i
cattolici (vinceranno anche stavolta, secondo me, nel senso che i tedeschi
perderanno più degli altri), ma a caro prezzo.
Questo è confermato dalla manovra
velleitaria di Sarkozy in Libia, per vanificare la predominanza italiana.
Ma, allora, chiede ancora il
Delfino, una volta riannessa la Germania Est, nel 1992, perché non hanno
denunciato subito gli accordi sull’Euro?
Perché ai tedeschi non conveniva!
Due sono i motivi:
1) Al governo c’era Köhl e una maggioranza cristiano-democratica
bavarese, essenzialmente cattolica, la quale non aveva il tarlo dello Schuld.
2) C’erano i debiti di guerra da pagare, che secondo le rate e i
soccorsi alla Germania ex-comunista, non sarebbero stati pagati prima del
2009/2011.
Ma poi arrivò il momento
fatidico: i debiti di guerra furono pagati e la nuova cancelliera Merkel,
protestante, col tarlo dello Schuld, andò al potere.
I tedeschi presero pertanto le
seguenti decisioni:
1) Un calcio sui fondelli ai francesi e ad eventuali accordi con loro.
2) Tentare di comandare in Europa usando l’arma finanziaria, sapendo che
la popolazione tedesca è sempre pronta a creare un solco con le genti del sud:
con le armi è andata male non meno di tre volte, proviamo con la finanza...
3) Attenzione a non tirar troppo la cinghia, perché noi tedeschi ci
stiamo guadagnando un sacco di soldi ed esportiamo parecchio, in Italia
eccetera: inoltre il cambio lo abbiamo stabilito noi, complice la dabbenaggine
degli italiani.
Questa è la situazione.
Si potrebbe scrivere un libro sui problemi delle
banche tedesche.
In questa farsa che stiamo vivendo, dobbiamo fare
un cenno sulle strutture delle banche e sui risparmi delle rispettive
popolazioni.
I tedeschi e gli anglo-sassoni in generale (quindi
inglesi e statunitensi compresi) e anche i francesi, non hanno ancora capito
che delle loro banche non ci si può fidare: ma questo non dipende dalle banche
stesse, dipende invece dal fatto che non puoi mettere, per legge, un orso a
guardia delle pecore.
La legislazione di questi paesi consente al
banchiere che raccoglie un Euro da un correntista di investirlo in speculazioni
di borsa eccetera. Questo è stato vero anche in Italia sino al 1931. Quando, in
Italia, si verificarono delle speculazioni, la legge cambiò e si autorizzarono
due tipi di banche, tipi divisi l’uno dall’altro: un tipo di banca raccoglieva
nei conti correnti e prestava ad interesse più o meno fisso alle aziende
industriali e commerciali; l’altro tipo raccoglieva denaro speculativo e
investiva in speculazioni. Negli Stati Uniti d’America nel 1932 si fece
altrettanto (si divisero le banche), ma durante il periodo Greenspan tale
imposizione venne cancellata e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La
situazione della banche relative, Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia è
pertanto molto pericolosa, al punto che non si sa nemmeno a quanto aumentino i
debiti di alcuni grossi istituti.
I risparmiatori italiani, come i giapponesi, sono
molto forti.
Ora la situazione italiana è che ci sono molti debiti
statali ma moltissimi depositi bancari. Il rischio di un paese dipende dalla
somma di queste due voci.
I paesi del nord hanno meno debiti statali ma
hanno depositi bancari praticamente non significativi.
Nei confronti e nelle classifiche di solidità, la
Germania ha imposto di NON calcolare i depositi dei risparmiatori, ma di
calcolare solo i debiti statali. E così fanno le agenzia americane di rating.
Questo perché un altro degli obiettivi dei
tedeschi ( e degli anglo-sassoni in generale) è quello di impossessarsi dei
depositi delle banche italiane.
Quindi bisogna raccontare al popolo tedesco (ogni
tanto bue pure lui) che le banche italiane sono spazzatura.
Ma se è così, perché i tedeschi che contano
cercano di comprarle? La risposta è ovvia.
Come andrà a finire?
Male. Per tradizione storica, tutti coloro che si
mettono coi tedeschi vanno sempre a finir male, ma i tedeschi vanno sempre a
finire peggio di tutti gli altri. Quindi noi italiani andremo a finir male (ci
siamo messi coi tedeschi) ma i tedeschi andranno a finire peggio.
Sarà così anche questa volta.
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