mercoledì 27 marzo 2013


A133 Il delitto Moro.


Si sente dire in questo periodo, e abbastanza frequentemente, che chi ci ha governato negli ultimi vent’anni... o meglio, negli ultimi trenta... no, negli ultimi dieci anni...
Sembra che le idee non siano chiare e cercherò quindi di fare il punto su questi argomenti, sperando di contribuire ad una maggior consapevolezza. Prima di tutto, vorrei togliere di torno il concetto che l’Italia sia stata particolarmente sfortunata nell’ultimo periodo: non ci sono destini congiuranti contro l’Italia e ogni paese ha, secondo la mia opinione, il destino che in qualche modo ha contribuito a crearsi: questo vale per tutti, Germania e Francia comprese. 


Ma il discorso si sta allargando e stiamo scivolando verso la filosofia. Prima che la panoramica s’inizi, pongo tre premesse che  a mio avviso sono indispensabili:
1)  Il nostro mondo occidentale, ed europeo in particolare, si trova in una fase di grande decadenza, e questo a partire dal XIV secolo circa. Per chi avesse dei dubbi in proposito, un enorme beneficio intellettuale lo potrebbe ottenere leggendo IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE, scritto dal tedesco Oswald Spengler un secolo fa circa (pubblicato anni or sono da Guanda). Secondo Spengler, i cicli storici sono ineludibili. Mentre Giovan Battista Vico ha un approccio molto leggero, Spengler esplora con dovizia di particolari le varie civiltà dal tempo degli Egizi e ne trae delle conclusioni da cui difficilmente ci si può allontanare. A riprova, basti dire in questa sede che noi siamo stupefatti dell’insolenza e della protervia con le quali gli asiatici ci stanno superando: ci superano perché non pagano gli operai, perché non rispettano i brevetti, bla bla... In realtà ci stanno superando e basta: siamo noi che lo prendiamo come un affronto personale. Spengler, con linearità, ci fa capire che questo era nei fatti già dal secolo scorso, per il semplice motivo che la decadenza fa parte di una civiltà, così come la morte è l’invitabile conclusione della vita. Ma leggetelo, ve ne prego: non ve ne pentirete.
2)  All’interno del mondo occidentale, negli ultimi secoli a noi più vicini, ogni nazione ha sviluppato un suo modo d’essere, più o meno piacevole, più o meno rispettabile, più o meno ridicolo agli occhi degli altri: questi atteggiamenti di fronte al mondo quotidiano non possono cambiare perché l’assieme delle fenomenologie non ci fa piacere: gli inglesi, ad  esempio, dato il recente successo del loro impero, pensano che gli altri non siano al loro livello (half cast); l’inglese pensa a Malta, a Gibilterra, alle Falkland, al Commonwealth e ritiene che queste cose non siano un caso (e in effetti non lo sono) ma conseguenze positive dell’essere inglesi. Altre popolazioni potrebbero vedere queste caratteristiche come negative. E a Venezia, nel primissimo dopo guerra, i veneziani si sono accorti che il comportamento delle truppe inglesi occupanti era affatto diverso dal comportamento delle truppe americane, arrivate subito dopo, quando gli inglesi sono stati cacciati a colpi di remo sulla testa. Analoghe argomentazioni si possono trovare per i francesi, per i tedeschi, per gli svizzeri e per gli slavi in generale.
3)  All’interno di ogni nazione, ci sono dei valori morali veri e dei valori morali di facciata: degli stereotipi che, nel medio lungo termine, creano delle conseguenze diverse per le varie popolazioni. Esemplificando, l’italiano si attende dei premi per la sua buona volontà e per la sensazione profonda di non essere capace di vere cattiverie profonde. ‘Bono taliano’ dovrebbe essere premiato, ma molte volte si accorge in realtà di essere stato fregato. Alla lunga, negli ultimi secoli, il più fregato è sempre stato il tedesco. Araba fenice, risorge dalle fiamme dei disastri in cui incorre con la massima abnegazione e col massimo impegno, cercando di dimenticare le prevaricazioni perpetrate (d’altronde, i tedeschi protestanti non possono confessarsi, tranne che i bavaresi e gli austriaci, cattolici) ma coltivando contemporaneamente un astio atroce verso chi da sempre congiura (a suo parere) contro di lui. Dopodiché, ricade nella sopraffazione dell’altro, un po’ per vendicarsi, un po’ perché si ritiene superiore. Chi viene dal freddo, tende sempre a ritenersi superiore, infatti, la natura probabilmente lo tiene sotto zero per vedere quanto grande sia la sua superiorità.

In questa situazione (i tre punti appena illustrati), eccoci ad un’Italia del dopoguerra, che esce da una dittatura non completamente rinnegata (parecchi esponenti economico-politici sono rimasti al loro posto) e da una guerra che alcuni italiani ritengono di aver perso ed altri italiani ritengono di aver vinto. Per fortuna che gli americani ci hanno dato una mano col Piano Marshall (ERP). Nonostante questi aiuti, alcuni dicono che gli americani hanno fatto i loro interessi. Gli idioti ci saranno sempre: ringraziamo Dio che gli americani hanno fatto i loro interessi e ci hanno aiutato. Insomma, nel 1945, noi si parte con la democrazia e con una buona Costituzione, la quale cerca di evitare il ripetersi di una dittatura sottraendo potere all’esecutivo. Sta di fatto che il vero segreto della democrazia primigenia in Italia è stato un vero bipolarismo. Bipolarismo basato sul fatto che una parte (Democrazia Cristiana) comandava e l’altra parte all’opposizione controllava che la parte al potere non rubasse. La parte all’opposizione non poteva aver mai rubato per ovvii motivi, e quindi non era ricattabile e quindi poteva denunciare eventuali malefatte.

    La situazione positiva proseguì sino ai primi anni ’70, quando Aldo Moro pensò bene di coinvolgere la sinistra nel governo del paese, in modo che non ci fosse più un’opposizione di guardia alla corruzione. Al di là di tutti i ragionamenti possibili ed immaginabili, non si focalizza mai abbastanza il fatto che UN PAESE SENZA VERA OPPOSIZIONE DIVENTA UN PAESE CON LA CORRUZIONE. Chiaramente, il coinvolgimento della sinistra portava a una mancanza di censura.
    Inutile dire che, con il coinvolgimento della sinistra al potere, ci siamo accorti della realtà: la sinistra all’opposizione era dura e pura perché non poteva aver occasione di essere coinvolta in un governo, ma dopo Moro, abbiamo capito che le cose stavano diversamente.

Il debito pubblico mostruoso s’iniziò infatti col dopo Moro, la classe politica si trovò senza controllo alcuno e l’ingordigia dei politici fece il resto, aprendo la strada ad una corruzione generalizzata.

E passarono gli anni, ’70, ’80, ’90...

Ora esaminiamo la situazione attuale: il bipolarismo non ha funzionato, come invece fece prima degli anni ’70, per il semplice motivo che ormai la corruzione si è diffusa ad ogni livello. Politici che non hanno tema di nulla, alti burocrati che non hanno certamente al primo posto dei valori morali, magistrati che si mettono in politica e poi con la massima disinvoltura tornano a fare i giudici. Magistratura inoltre che, a torto o a ragione, non vede la trave nei propri occhi e vede la festuca negli occhi dei politici. Insomma il bipolarismo, praticabile di fatto nel primo e nel secondo dopoguerra, ora non lo è più. Al di là di quelle che possono essere state le buone intenzioni, ci troviamo con un governo (Pdl) votato dal popolo che è stato sostituito da un governo tecnico: mentre scrivo, il tentativo dell’onorevole Bersani è ancora in corso ma sarà comunque un palliativo.
Come se ne esce? La corruzione e il mal costume hanno imperversato per non meno di quarant’anni. Difficile uscirne rapidamente ed in modo indolore.
Siamo decadenti (vedi punto 1), ci siamo inseriti in un contesto dove, a torto o a ragione, siamo giudicati di spiccata furbizia (vedi punto 2) ed abbiamo dato credito, per la nostra solita modestia e stupidità, ai tedeschi e ai francesi (vedi punto 3) i quali, come al solito, cercheranno di sbranarci.
Siamo messi male. Il singolo italiano può andarsene all’estero (se relativamente giovane) mentre l’Italia, per uscire d’imperio dalla palude, avrebbe bisogno di un coraggio che, come Don Abbondio insegna, non ha e pertanto non se lo può dare. Dittatura? Non lo so ma, se del caso, i tedeschi ci seguirebbero immediatamente.

Nuovo proverbio: l’italiano non deve mai mettersi col tedesco, anche se, alla lunga, è il tedesco che ha la peggio.

Ci siamo messi nell’Unione Europea: o meglio, noi l’abbiamo proposto ingenuamente e i tedeschi  hanno accettato quando a loro conveniva per riunificarsi: siamo entrati col cambio del 60 per cento superiore alla realtà, grazie ai nostri grandi politici.

Conclusione: Primamente, estirpare la corruzione e la mafia. Nel frattempo, togliere tutte le tasse per far riprendere il paese, aumentando contemporaneamente le paghe agli operai e agli impiegati. Fino a quando non vedremo realizzati questi punti, si tratterà solo di un’ulteriore presa in giro.
NB: se queste cose venissero fatte veramente, si potrebbero anche accettare dieci anni di sacrifici ma l’impressione è che avremmo una dittatura in confronto alla quale quella di Mussolini ci sembrerebbe un Paradiso.  

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