A133 Il delitto Moro.
Si sente dire in questo periodo, e abbastanza frequentemente, che chi ci ha governato negli ultimi vent’anni... o meglio, negli ultimi trenta... no, negli ultimi dieci anni...
1) Il
nostro mondo occidentale, ed europeo in particolare, si trova in una fase di
grande decadenza, e questo a partire dal XIV secolo circa. Per chi avesse dei
dubbi in proposito, un enorme beneficio intellettuale lo potrebbe ottenere
leggendo IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE, scritto dal tedesco Oswald Spengler un
secolo fa circa (pubblicato anni or sono da Guanda). Secondo Spengler, i cicli
storici sono ineludibili. Mentre Giovan Battista Vico ha un approccio molto
leggero, Spengler esplora con dovizia di particolari le varie civiltà dal tempo
degli Egizi e ne trae delle conclusioni da cui difficilmente ci si può
allontanare. A riprova, basti dire in questa sede che noi siamo stupefatti
dell’insolenza e della protervia con le quali gli asiatici ci stanno superando:
ci superano perché non pagano gli operai, perché non rispettano i brevetti, bla
bla... In realtà ci stanno superando e basta: siamo noi che lo prendiamo come un
affronto personale. Spengler, con linearità, ci fa capire che questo era nei
fatti già dal secolo scorso, per il semplice motivo che la decadenza fa parte
di una civiltà, così come la morte è l’invitabile conclusione della vita. Ma
leggetelo, ve ne prego: non ve ne pentirete.
2) All’interno
del mondo occidentale, negli ultimi secoli a noi più vicini, ogni nazione ha
sviluppato un suo modo d’essere, più o meno piacevole, più o meno rispettabile,
più o meno ridicolo agli occhi degli altri: questi atteggiamenti di fronte al
mondo quotidiano non possono cambiare perché l’assieme delle fenomenologie non
ci fa piacere: gli inglesi, ad esempio,
dato il recente successo del loro impero, pensano che gli altri non siano al
loro livello (half cast); l’inglese pensa a Malta, a Gibilterra, alle Falkland,
al Commonwealth e ritiene che queste cose non siano un caso (e in effetti non
lo sono) ma conseguenze positive dell’essere inglesi. Altre popolazioni
potrebbero vedere queste caratteristiche come negative. E a Venezia, nel
primissimo dopo guerra, i veneziani si sono accorti che il comportamento delle
truppe inglesi occupanti era affatto diverso dal comportamento delle truppe
americane, arrivate subito dopo, quando gli inglesi sono stati cacciati a colpi
di remo sulla testa. Analoghe argomentazioni si possono trovare per i francesi,
per i tedeschi, per gli svizzeri e per gli slavi in generale.
3) All’interno
di ogni nazione, ci sono dei valori morali veri e dei valori morali di
facciata: degli stereotipi che, nel medio lungo termine, creano delle
conseguenze diverse per le varie popolazioni. Esemplificando, l’italiano si attende
dei premi per la sua buona volontà e per la sensazione profonda di non essere
capace di vere cattiverie profonde. ‘Bono taliano’ dovrebbe essere premiato, ma
molte volte si accorge in realtà di essere stato fregato. Alla lunga, negli
ultimi secoli, il più fregato è sempre stato il tedesco. Araba fenice, risorge
dalle fiamme dei disastri in cui incorre con la massima abnegazione e col
massimo impegno, cercando di dimenticare le prevaricazioni perpetrate
(d’altronde, i tedeschi protestanti non possono confessarsi, tranne che i
bavaresi e gli austriaci, cattolici) ma coltivando contemporaneamente un astio
atroce verso chi da sempre congiura (a suo parere) contro di lui. Dopodiché,
ricade nella sopraffazione dell’altro, un po’ per vendicarsi, un po’ perché si
ritiene superiore. Chi viene dal freddo, tende sempre a ritenersi superiore, infatti,
la natura probabilmente lo tiene sotto zero per vedere quanto grande sia la sua
superiorità.
In questa situazione
(i tre punti appena illustrati), eccoci ad un’Italia del dopoguerra, che esce
da una dittatura non completamente rinnegata (parecchi esponenti
economico-politici sono rimasti al loro posto) e da una guerra che alcuni
italiani ritengono di aver perso ed altri italiani ritengono di aver vinto. Per
fortuna che gli americani ci hanno dato una mano col Piano Marshall (ERP).
Nonostante questi aiuti, alcuni dicono che gli americani hanno fatto i loro
interessi. Gli idioti ci saranno sempre: ringraziamo Dio che gli americani
hanno fatto i loro interessi e ci hanno aiutato. Insomma, nel 1945, noi si
parte con la democrazia e con una buona Costituzione, la quale cerca di evitare
il ripetersi di una dittatura sottraendo potere all’esecutivo. Sta di fatto che
il vero segreto della democrazia primigenia in Italia è stato un vero
bipolarismo. Bipolarismo basato sul fatto che una parte (Democrazia Cristiana)
comandava e l’altra parte all’opposizione controllava che la parte al potere
non rubasse. La parte all’opposizione non poteva aver mai rubato per ovvii
motivi, e quindi non era ricattabile e quindi poteva denunciare eventuali
malefatte.
La situazione positiva
proseguì sino ai primi anni ’70, quando Aldo Moro pensò bene di coinvolgere la
sinistra nel governo del paese, in modo che non ci fosse più un’opposizione di
guardia alla corruzione. Al di là di tutti i ragionamenti possibili ed
immaginabili, non si focalizza mai abbastanza il fatto che UN PAESE SENZA VERA OPPOSIZIONE
DIVENTA UN PAESE CON LA CORRUZIONE. Chiaramente, il coinvolgimento della
sinistra portava a una mancanza di censura.
Inutile dire che, con
il coinvolgimento della sinistra al potere, ci siamo accorti della realtà: la
sinistra all’opposizione era dura e pura perché non poteva aver occasione di
essere coinvolta in un governo, ma dopo Moro, abbiamo capito che le cose
stavano diversamente.
Il debito pubblico mostruoso s’iniziò infatti col dopo
Moro, la classe politica si trovò senza controllo alcuno e l’ingordigia dei politici
fece il resto, aprendo la strada ad una corruzione generalizzata.
E passarono gli anni, ’70, ’80, ’90...
Ora esaminiamo la situazione attuale: il bipolarismo non ha
funzionato, come invece fece prima degli anni ’70, per il semplice motivo che
ormai la corruzione si è diffusa ad ogni livello. Politici che non hanno tema
di nulla, alti burocrati che non hanno certamente al primo posto dei valori
morali, magistrati che si mettono in politica e poi con la massima disinvoltura
tornano a fare i giudici. Magistratura inoltre che, a torto o a ragione, non
vede la trave nei propri occhi e vede la festuca negli occhi dei politici.
Insomma il bipolarismo, praticabile di fatto nel primo e nel secondo
dopoguerra, ora non lo è più. Al di là di quelle che possono essere state le
buone intenzioni, ci troviamo con un governo (Pdl) votato dal popolo che è
stato sostituito da un governo tecnico: mentre scrivo, il tentativo
dell’onorevole Bersani è ancora in corso ma sarà comunque un palliativo.
Come se ne esce? La corruzione e il mal costume hanno
imperversato per non meno di quarant’anni. Difficile uscirne rapidamente ed in
modo indolore.
Siamo decadenti (vedi punto 1), ci siamo inseriti in un
contesto dove, a torto o a ragione, siamo giudicati di spiccata furbizia (vedi
punto 2) ed abbiamo dato credito, per la nostra solita modestia e stupidità, ai
tedeschi e ai francesi (vedi punto 3) i quali, come al solito, cercheranno di
sbranarci.
Siamo messi male. Il singolo italiano può andarsene
all’estero (se relativamente giovane) mentre l’Italia, per uscire d’imperio
dalla palude, avrebbe bisogno di un coraggio che, come Don Abbondio insegna,
non ha e pertanto non se lo può dare. Dittatura? Non lo so ma, se del caso, i
tedeschi ci seguirebbero immediatamente.
Nuovo proverbio: l’italiano non deve mai mettersi col
tedesco, anche se, alla lunga, è il tedesco che ha la peggio.
Ci siamo messi nell’Unione Europea: o meglio, noi l’abbiamo
proposto ingenuamente e i tedeschi hanno
accettato quando a loro conveniva per riunificarsi: siamo entrati col cambio
del 60 per cento superiore alla realtà, grazie ai nostri grandi politici.
Conclusione: Primamente, estirpare la corruzione e la
mafia. Nel frattempo, togliere tutte le tasse per far riprendere il paese,
aumentando contemporaneamente le paghe agli operai e agli impiegati. Fino a
quando non vedremo realizzati questi punti, si tratterà solo di un’ulteriore
presa in giro.
NB: se queste cose venissero fatte veramente, si potrebbero
anche accettare dieci anni di sacrifici ma l’impressione è che avremmo una
dittatura in confronto alla quale quella di Mussolini ci sembrerebbe un
Paradiso.
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