domenica 1 aprile 2012

A119 Estratto de La Nube di Oort - Capitolo 3,4,5,6,7


Capitolo 3 - Martin e il mal di testa improvviso. (20430707)


Il sogno è l’infinita ombra del Vero.
Giovanni Pascoli (poeta italiano, 1855 -1912), Poemi conviviali, Alexandros.


New York, 7 luglio 2043.

Martin si svegliò nella sua casa di New York, sulla quarantaduesima est, con un lancinante dolore alla testa.
Eppure... eppure non aveva fatto alcuno strapazzo, non era rimasto sveglio sino a tardi... insomma, da parecchi giorni stava conducendo una vita assolutamente normale.
Improvvisamente, ricordò come, verso le quattro di notte, avesse avvertito improvvisamente una specie di vertigine e un ronzio fortissimo agli orecchi; ricordò inoltre come le pulsazioni cardiache fossero salite vertiginosamente e come un senso di nausea affannosa lo avesse prostrato per una decina di minuti. Poi, giacché non aveva più disturbo alcuno, si era riaddormentato.
Nel dormiveglia, avvertiva la sensazione di aver letto un manuale, o forse una novella o forse delle istruzioni: comunque qualcosa di nuovo era entrato a far parte di lui in modo profondo.
Si trattava senza dubbio di cosa importante (così almeno gli sembrava), tuttavia non capiva bene l’accaduto.
 Aveva la sensazione che questa lettera, questo documento, zampillatogli nel cervello, dovesse essere messo nero su bianco. E d’altronde, colmo dei colmi, non ne era sicuro. Forse era solo un sogno?
Martin Ballarin era nato nel 2000, all’inizio del nuovo secolo e aveva pertanto quarantatré anni.  Il padre, Pietro, era un matematico italiano, che veniva da Venezia, laureato a Padova e che lavorava all’università di Harvard; la madre era una canadese di Montreal, di etnia francese, ex professoressa di lingue.
Martin conosceva pertanto l’italiano paterno, il francese materno e l’inglese scolastico.
Sapeva inoltre lo spagnolo e un poco di tedesco. Le scuole frequentate erano a New York. Si era laureato due volte, prima in materie umanistiche e poi in legge.
Lavorava all’Onu, dove era molto considerato per la sua intelligenza e per le sue capacità.
Era un risolutore di problemi: gli ambasciatori e i burocrati di tutto il mondo, quando avevano qualche problema nello svolgimento delle loro funzioni a New York, si trovavano indirizzati a lui.
Considerato un  profondissimo conoscitore del Palazzo di Vetro, molto brillante e molto colto, era invitato continuamente a cena dai vari ambasciatori, sia perché volevano sdebitarsi dei favori ricevuti, sia perché apprezzavano veramente la sua colta compagnia.
Non era sposato e pertanto nessuno gli preparava il caffè. Anche quella mattina era giunta l’ora di muoversi per andare al lavoro e quindi pensò di andare in cucina per farsi la colazione.
Con suo enorme stupore, si ritrovò davanti alla sua scrivania, per scrivere al computer, come se una forza superiore lo avesse spinto a tale compito.
Con stizza, si alzò di scatto e si diresse verso la cucina. Pensò che forse un buon caffè lo avrebbe risvegliato.
Bevuto il caffè, scese nella quarantaduesima strada e prese un taxi per il Palazzo di Vetro.
Dopo anni che prendeva regolarmente il taxi, conosceva quasi tutti i tassisti e anche questa volta trovò uno di questi.
Il tassista gli disse che tutti i passeggeri precedenti si erano lamentati della brutta nottata e, colmo dei colmi, anche lui, il tassista stesso, verso le quattro aveva avuto un improvviso e fortissimo mal di testa.
Martin non disse nulla e convenne col tassista che forse dipendeva dal tempo atmosferico... tuttavia pensò che, se fosse stata una coincidenza, si sarebbe trattato di  una cosa veramente strana. D’altronde, le coincidenze sono sempre strane...
Arrivato all’Organizzazione delle Nazioni Unite, pagò e salutò il tassista, avviandosi poi verso il suo ufficio. Aveva un appuntamento entro breve con l’aiutante dell’ambasciatore dell’Etiopia.
Questo distintissimo signore arrivò con circa dieci minuti di ritardo e, in perfetto francese, si scusò infinitamente per il ritardo stesso, dovuto ad un  mal di testa improvviso, sopravvenuto verso le quattro del mattino: tale attacco lo aveva scombussolato e lo aveva fatto ritardare.
A questo punto Martin non ce la fece a trattenersi e disse: “Dottor Feibela, ha avuto per caso la sensazione di dover scrivere qualcosa?”
Feibela sobbalzò sulla sedia, impallidì e gli disse che le cose stavano proprio così. Non solo, aggiunse, ma il ritardo dipendeva dal fatto che aveva dovuto scrivere quel qualcosa non appena pronto per uscire dal suo hotel: era stato un impulso più forte della sua volontà e non aveva saputo resistere.
Con mano esitante, trasse dalla tasca un foglio, dove con grafia minutissima aveva scritto due facciate intere.
Aggiunse che aveva avuto la sensazione di scrivere quasi sotto dettatura. Inoltre aveva scritto in un dialetto etiope: non uno qualsiasi, bensì il dialetto del suo paesino natio in Etiopia. Non aveva altre risposte o spiegazioni da dare.
   Chiese a Martin se volesse sentir leggere il foglio con traduzione in francese, al che Martin lo pregò di procedere, mentre un sesto senso gli suggerì che forse  poteva già conoscere il contenuto della lettura.
Feibela lesse in francese e Martin a mano a mano impallidì: lo riconobbe come il testo che lui stesso avrebbe voluto (o dovuto?) scrivere la mattina, quando aveva deciso di opporsi e di farsi il caffè.
 Feibela aveva quasi finito quando Martin lo interruppe gentilmente facendo un cenno come per dire che voleva proseguire al posto dell’etiope nella recitazione e, con somma meraviglia di Feibela, finì la parte mancante in francese esattamente com’era scritta nel foglio in dialetto etiope. Feibela guardò Martin con gli occhi fuori della testa.
Feibela continuava a ripetere: “Incredibile, se non lo avessi vissuto ora, non ci crederei “. Martin annuiva.
Si erano incontrati per un altro motivo e l’impegno di lavoro che attendeva sul tavolo andava soddisfatto. Parlarono del loro lavoro, finirono i loro discorsi e si ripromisero l’un l’altro di riparlare del messaggio il giorno dopo.
Quando il dottor Feibela se ne andò, Martin si mise al computer e scrisse: “Istruzioni di questa notte, 7 luglio 2043, ore 4 eastern time, ora di New York.”
A questo punto, come detto da Feibela, una strana pulsione lo possedette ed egli cominciò a scrivere al suo computer, senza motivo, in italiano.
La scrittura procedeva spedita, in modo completamente automatico: c’era una differenza di sei secondi circa tra la comparsa del significato della frase nel cervello e la visione concreta della scritta da digitare.
Stava scrivendo come sotto dettatura: scrisse tutto, senza fermarsi un attimo. La voce dentro di lui che creava le lettere non lo faceva in una lingua definita: erano concetti che, chissà per quale motivo, si depositavano nel cervello in lingua italiana.
Non aveva provato a scrivere nemmeno una parola diversamente dal suggerito, sia perché non lo voleva fare sia perché aveva la netta sensazione che comunque non lo avrebbe potuto fare.
Il contenuto sembrava una carta costituzionale, una legge o qualcosa del genere: conteneva ordini precisi e severi moniti.
Martin lo aveva scritto senza prestare attenzione al significato, anche se era sicurissimo di averlo scritto perfettamente. Si riservò di approfondire il tutto. Era la prima volta che gli capitava una cosa del genere.

La segretaria Lucy Morgan.


Spossatissimo e allo stesso tempo soddisfatto per quanto scritto, stampò una copia del messaggio e uscì dalla stanza, per recarsi, dopo il corridoio, nell’ufficio della sua segretaria Lucy: una bionda di ventotto anni circa, che lo salutò con un sorriso triste.
Martin: “Lucy, di solito mi fai un bel sorrisone e oggi invece ti vedo un poco triste: posso esserti utile?”
Lucy: “Scusa Martin, ma stanotte ho dormito poco; verso le quattro ho avuto un attacco fortissimo di mal di testa e per questo mi sento molto debilitata...”
Martin di rincalzo: “Non avrai mica scritto anche un foglio... “
Lucy lo guardo esterrefatta e disse: “L’ho appena scritto adesso, non riuscivo a resistere... ecco il foglio... ma tu, come fai a saperlo?”
Martin prese il foglio e lo lesse: era in inglese, ma era la copia esatta del testo in italiano scritto da lui e del testo in dialetto etiope scritto da Feibela...
Restituì il foglio a Lucy, la pregò di tenerlo sott’occhio mentre lui leggeva il proprio ad alta voce, traducendo contemporaneamente dall’italiano all’inglese. I testi erano in sostanza identici e Lucy ebbe la forza di balbettare soltanto: “Ma... ma… com’è possibile?”.
Lucy si sedette di colpo sulla sedia, con occhio smarrito ed espressione impaurita.
   Martin disse: “Qui è successo qualcosa di molto serio che non comprendiamo bene; francamente, non mi sembra il caso di scherzarci sopra ”.
 Raccontò il fatto del dottor Feibela e Lucy impallidì ancora di più. Inutile dire che, dopo aver girato per gli uffici vicini, i due ebbero la conferma che tutti avevano vissuto lo stesso episodio: solo le lingue potevano essere di volta in volta differenti e regolarmente si trattava della lingua più sentita da ogni persona.
   Martin decise di telefonare a suo padre: seppe così che era successo anche a lui. Pregò suo padre di chiamare a  Venezia suo fratello Paolo, zio di Martin, dirigente della biblioteca Querini Stampalia. Si venne a sapere che era successo anche allo zio, tuttavia alle dieci di sera. In entrambi i casi si trattava della stessa ora di Greenwich. In Italia il fenomeno era successo il 6 luglio 2043 alle dieci di sera. Il messaggio era lo stesso. Pertanto, tenuto conto dell’ora legale, si poteva attribuire al fenomeno un tempo unico: era successo alle venti del 6 luglio 2043, ora di Greenwich, ora della Terra.
   Martin improvvisamente pensò che potesse trattarsi di qualche nuova, pericolosa arma e pertanto si precipitò da uno dei suoi superiori, il dottor Mitchell, coordinatore dell’Anti-terrorismo al Palazzo di Vetro.



Capitolo 4 - L’Anti-terrorismo e la Legge. (20430707)


Legem brevem esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur.
(Occorre che la legge sia breve, in modo che l’inesperto possa comprenderla facilmente).
Seneca (filosofo latino, 4 a.C. - 65 d.C.), Lettere a Lucilio, 94, 38.

New York, 7 luglio 2043.
   Entrato negli uffici dell’Anti-terrorismo, Martin chiese subito del dottor Mitchell: mentre parlava, si rese conto che l’atmosfera non era delle migliori.
Tutti andavano e venivano velocissimi, con documenti in mano e con un fare concitato, quasi febbrile.    
   Disse al primo incontrato di voler parlare con Mitchell: ricevette una risposta sgarbata e non troppo chiara, dal tono della quale si capiva che non era quello il momento per chiedere del capo.
   Subito dopo, a Martin fu evidente che la notizia delle quattro di notte era già conosciuta da tutti e che la stessa aveva destato scalpore e preoccupazione. Comunque, la situazione in quel momento era che all’Onu il messaggio non era stato ben capito o meglio non interessava molto, perché era considerato un ballon d’essai[1], un tentativo qualsiasi senza senso: si riteneva che il vero scopo fosse di testare una nuova arma terribile e il vero pericolo era quindi il significante e non il significato.
 L’arma sembrava aver raggiunto tutti gli esseri umani nello stesso preciso istante.  Si riteneva che entro ventiquattro ore tutti gli altissimi esponenti mondiali avrebbero cominciato ad approfondire l’argomento.
   Martin era molto perplesso: il contenuto del messaggio non era stato nemmeno considerato e i responsabili dell’Anti-terrorismo all’Onu avevano dato maggior  importanza al fatto che il messaggio fosse stato inoltrato simultaneamente in tutti i cervelli del mondo.
Se fosse stato così, pensava Martin, il messaggio sarebbe potuto essere stato anche un semplice “Ciao!” o una cosa qualunque. In tal caso, i terroristi avrebbero potuto scoprire l’efficacia del sistema: tutti ne avrebbero parlato per il mal di testa eccetera. Invece si trattava di un messaggio lungo e complesso, anche se ancora poco chiaro.
 Non poteva pertanto trattarsi di uno scritto qualsiasi e, ricordando che il Messaggio gli era sembrato una specie di proclama, costituzione o forse ultimatum, decise di approfondire l’analisi dello stesso.
   Tornò nel suo ufficio ed espose a Lucy l’opinione prevalente negli uffici dell’Anti-terrorismo e la sua personale, completamente diversa.
 Lucy disse: “Lasciamo che Mitchell e i suoi seguano la loro strada e speriamo che trovino qualcosa; nel frattempo, mi sembra opportuno seguire la tua idea: analizzare il messaggio in profondità ”.
   Non aveva ancora finito la frase che al telefono si fece vivo Jean Patron, amico di Martin, francese, legale della sua ambasciata all’Onu. Jean esordì andando al sodo: “Ciao Martin, Saprai del messaggio, ovviamente ”.
Martin: “Sì... sì... “
Jean: “Bene, vorrei esaminarlo assieme a te e, se non hai niente in contrario, verrei a trovarti subito; ho avuto ordine di riferire tutto quello che verrò a sapere ai servizi segreti di Parigi: posso venire?”
Martin: “Sì, vieni pure subitissimo.” e pensò come i francesi si stessero dimostrando molto rapidi e meglio indirizzati di quanto lo fossero gli americani al Palazzo di Vetro.
Dopo dieci minuti, Jean Patron entrò nell’ufficio di Martin, lanciando, con fare perplesso, un foglio sul tavolo.

    



Il testo del Messaggio.


A tutti gli esseri umani del pianeta Terra:
Iniziando dal 22 luglio 1969, la Terra è annoverata tra i pianeti che possiedono una specie capace di viaggi interplanetari. Questo comporta la qualifica di Pianeta con Civiltà.
Si rendono pertanto  necessarie alcune modificazioni per adattare gli esseri umani al loro inserimento nelle eventuali Assemblee Intergalattiche future.
Come conseguenza di quanto comunicato e contemporaneamente alla ricezione da parte degli esseri umani di questo messaggio, un particolare gruppo di neuroni cerebrali è già stato modificato. Tali neuroni avranno la denominazione convenzionale di Codice di Sincerità.
Il Codice di Sincerità corrisponderà allo stato di vero se l’essere umano sarà in totale buona fede nei confronti dei suoi simili, altrimenti corrisponderà allo stato di falso.
La decisione sarà presa, in modo completamente autonomo, da alcuni circuiti sinaptici collegati con i neuroni suddetti.
Il Codice sarà posto nello stato di falso quando un essere umano, in mala fede, si comporterà, oppure avrà l’intenzione conscia di comportarsi, in modo da nuocere anche ad un solo suo simile.
Il processo avverrà per auto-attivazione e senza possibilità di errore.
A titolo di maggiore delucidazione, sarà considerato inoltre come comportamento nocivo per l’Altro: ritenere il proprio sesso o la propria razza come privilegiati rispetto all’Altro; perseguire l’Altro per motivi religiosi.
In casi dubbi, il sistema autonomo ed autoregolato porrà il Codice di Sincerità nello stato di falso.
Il singolo paese, pur se considerato sovrano, non potrà applicare leggi che vadano contro i punti precedenti.
Nelle leggi dei vari paesi dovrà essere inoltre fatta esplicita menzione circa le parità di razza, sesso e religione e della tolleranza assoluta correlata.
Nei casi controversi in cui i singoli subiscano delle sanzioni per effetto delle leggi che non siano state abolite in base ai punti precedenti, tali leggi andranno sottoposte, pena lo stato di falso nel Codice di Sincerità, all’insindacabile decisione a maggioranza assoluta presa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Problemi religiosi, di razza o di differenze tra i sessi non potranno essere discussi in nessuna sede, poiché già regolati dagli articoli di questo messaggio. La Suprema Autorità Cosmica riconosce l’Organizzazione delle Nazioni Unite ma non il suo Consiglio di Sicurezza, il quale potrà comunque esistere per le consuete decisioni ordinarie non riguardanti il presente dispositivo. I responsabili d’inosservanza di quanto detto negli articoli precedenti saranno sottoposti alla condizione di falso nel loro Codice di Sincerità, sia per le responsabilità dirette sia per quelle indirette.
Nel dubbio, i Codici di Sincerità saranno posti senz’altro nello stato di falso. Lo stato di falso non è permanente: alle ore 00:00 GMT[2] del primo giorno del mese di settembre di ogni anno, il Codice di Sincerità sarà ripristinato allo stato di vero.
Ogni essere umano ha già ricevuto un Codice Cerebrale di Identificazione unico, e così sarà per i nascituri.
Lo scopo finale della Suprema Autorità Cosmica, alla fine del primo periodo, denominato Periodo Transitorio Breve, è quello di contribuire all'indirizzamento degli esseri umani verso una socialità superiore a quella attuale ed in particolare senza conflittualità all’interno della specie umana.
Alla fine del Periodo Transitorio Breve, il quale avrà una durata di 144 anni, potrà eventualmente prendere corso la Nuova Era. Il primo controllo genetico sul Codice di Sincerità sarà eseguito il 31 luglio 2044 e così nuovamente ogni 31 luglio, per 144 anni circa. Durante il controllo genetico sarà impartito un ordine per eliminare alcuni esseri umani.  Tale istruzione sarà inserita in un neurone cerebrale con un'estrazione a sorte pari al tre per cento, arrotondato per difetto, tra tutti coloro che avranno il Codice di Sincerità impostato a falso.
 La morte sopravverrà a causa di problemi cerebrali opportuni nel mese di agosto di ciascun anno interessato. Un angioma sulla fronte del soppresso indicherà che la causa della morte è stata la selezione genetica voluta dalla Suprema Autorità Cosmica. Data la sessualità presente sulla Terra, il sistema di eliminazione genetica terrà conto in modo opportuno del numero di donne e uomini che saranno eliminati, in modo che la proporzione tra i sessi corrisponda alla popolazione esistente sulla Terra al 31 luglio precedente l'eliminazione genetica.
La Suprema Autorità Cosmica sta seguendo l’evoluzione di Homo Sapiens Sapiens e progenitori relativi da oltre due milioni di anni solari. Altre volte, nel passato, l'Autorità ha sentito l'esigenza di intervenire, soprattutto per studi e raccolta d'informazioni.
Alla fine del Periodo Transitorio Breve, se la Suprema Autorità Cosmica, a suo insindacabile giudizio, dovesse ritenere impossibile il passaggio con qualche probabilità di successo alla Nuova Era, si procederà all’eliminazione totale di Homo Sapiens Sapiens, semplicemente forzando il Codice di Sincerità allo stato di falso e rendendo uguale a uno il Codice Cerebrale di Identificazione, questo per evitare situazioni incompatibili con un’armonizzazione tra la specie umana del pianeta Terra e le altre forme di vita intelligenti nell'universo.
Non saranno inviati altri messaggi. Eventuali richieste di chiarimenti che la Suprema Autorità Cosmica dovesse ricevere da domande formulate a opportuni esseri umani pre-informati, saranno evase a insindacabile giudizio della Suprema Autorità Cosmica sempre comunicando con gli stessi esseri umani  pre-informati. Qui termina il messaggio della Suprema Autorità Cosmica. Ore 20 di Greenwich, GMT, del 6 luglio 2043, ora della civiltà cosiddetta occidentale del pianeta Terra, sistema Sole, galassia Via Lattea.

Capitolo 5 - Sembra uno scherzo... (20430707)


Salus populi suprema lex esto.
(La salvezza delle genti sia una legge suprema).
Cicerone(scrittore politico romano, 106 - 43 a.C.), De legibus, 3, 8.

New York, 7 luglio 2043.

   “Incredibile... “, borbottarono quasi all’unisono Jean, Lucy e Martin.
Poi prese la parola Jean: “Se si tratta di uno scherzo, resta da esaminare come siano riusciti a farlo, ma su questo stanno lavorando i collaboratori di Mitchell; se invece si tratta di una cosa vera, potrebbe essere vera in tutto o in parte.
In ogni caso, il primo riscontro, con decessi relativi, dovremmo averlo nell’agosto 2044; sino a quel momento ci conviene pensare che sia tutto vero o quanto meno verosimile e preparare una strategia opportuna.”
Lucy: “Si tratterebbe quindi di extra-terrestri, chiamiamoli Cosmici per semplicità, i quali ci controllano da oltre due milioni di anni; sembra inoltre che di razze intelligenti, nell’universo, ce ne siano molte.”
Martin: “Se parliamo di preparare una strategia nei confronti dei cosiddetti Cosmici, penso che ci sia poco da fare; mi sembra di capire che la specie umana non abbia grossi margini di manovra... “.
Jean: “Il tre per cento di mortalità applicato ai possessori dei cosiddetti neuroni in stato di falso non è poco.
Supponiamo che tutti gli esseri umani abbiano ogni anno il Codice di Sincerità impostato a falso: dopo 144 anni l'umanità sarebbe ridotta all'1.24% della popolazione del 2044. 
Vi ricordo che dal 2040, se le previsioni demoscopiche sono corrette, la popolazione mondiale non aumenterà più e nel 2100 dovrebbe tornare a cinque miliardi anche senza questa novità dei Cosmici “.
Lucy: “Se oggi siamo nove miliardi circa, ci ridurremo a centododici milioni... questo se non ci fosse la diminuzione che s'iniziò nel 2040.
Potremmo rimanere anche a zero; questo sempre che l'eliminazione sia pari ogni anno al tre per cento, ma non sappiamo nemmeno questo e quindi una stima in questo momento è molto difficile “.
Jean: “Questo dovrebbe cambiare completamente l’organizzazione sociale della nostra specie... ovvero, dovremo trovare per forza delle soluzioni che potranno scombussolare completamente l'economia, la politica e le organizzazioni sociali attuali.
Sembra che l'intervento dei Cosmici sia dettato da un'emergenza... sembra inoltre che  nelle altre galassie  i sistemi intelligenti si siano evoluti in modo diverso dal nostro... “.
Martin: “Mah...  era da molto tempo che ci seguivano... una prima cosa da fare è sentire qualche luminare per vedere se, nei millenni trascorsi, avremmo potuto evolverci in modo diverso...
Forse ci stanno dicendo che, a differenza di altri, ad un certo punto abbiamo imboccato una strada che ci ha portato ad essere quelli che siamo... “
Lucy: “Sembra che sia Dio che parla... se Dio si chiamasse Suprema Autorità Cosmica... ci legge nel cervello, ci fa morire se non obbediamo, per il nostro bene... ci tiene sotto controllo dalla notte dei tempi... ci sono delle persone che possono parlare con Dio, con loro. Una specie di profeti, come l’Oracolo di Delfo e altre cose del genere... Martin, tu, che ne dici? “
Martin: “Perché no? Potremmo chiamarli anche Dio: o forse Dio è ancora sopra di loro... Suprema Autorità Cosmica... chissà come reagiranno i vari capi e capetti in giro per il mondo... ho la sensazione che fino all’agosto del 2044 si sentiranno solo chiacchiere, dichiarazioni bellicose da una parte e dichiarazioni di sottomissione dall'altra.
Una gatta da pelare, in effetti... comunque, qui all’Onu, abbiamo un buon osservatorio.
Ora dobbiamo decidere se valga la pena di approfondire chi siamo e mi chiedo: da un punto di vista antropologico, perché l'uomo mente? Poteva svilupparsi una realtà diversa? Io proporrei di sentire qualche luminare: Lucy, hai qualche idea?”
Lucy: “Sono d’accordo con te ma non ho idee “.
Jean: “Mi sembra che ci siano delle regole indiscutibilmente giuste, ad esempio le decisioni a maggioranza assoluta all’Onu e il non riconoscimento del Consiglio di Sicurezza.
Parecchi paesi che favoriscono il sesso maschile o che prevaricano per motivi religiosi avranno parecchi problemi ”.
Martin: “Bene, da dove cominciamo? Ci restano 144 anni: sono cinque o sei generazioni. L’uomo è disonesto coi suoi simili: questo è il problema sollevato dai Cosmici e questa sembra la causa di tutti i mali.
Questo comportamento, da un punto di vista storico, se non paleo-antropologico, fa parte di noi? Se fa parte di noi, c'è poco da fare: tanto valeva che ci dicessero: «Vi eliminiamo e basta». E chi potrebbe darci una risposta concreta a questo? “
Jean: “Io comincerei con un antropologo culturale oppure con uno scienziato evoluzionista, una specie di discepolo di  Darwin... tuttavia, qui a New York, io non conosco molta gente. Dobbiamo concentrarci sul perché non siamo sinceri.
Forse la persona più adatta potrebbe essere un paleo-antropologo. Dobbiamo puntare su qualcuno che conosciamo, altrimenti per le vie ufficiali ci vedremmo chissà quando e ci costerebbe chissà quanto... “
Lucy, sobbalzando sulla sedia: “Laura Freeman! Non ci avevo pensato! Si tratta di una mia amica, insegna paleo-antropologia ed evoluzione antropica qui a New York. Mi sembra adatta, almeno per farci un’idea: ora, se siete d’accordo, le telefono “.
Tutti si dissero d’accordo e Lucy chiamò Laura Freeman che si trovava a casa propria, in Central Park. Anche lei aveva sofferto per un  mal di testa terribile. Non sapeva niente oltre al fatto che aveva provato l'impulso di scrivere e così via. Dettero inizio immediatamente a una video-conferenza.
 Messa al corrente dagli altri di quanto sapevano, per un poco rimase allibita e poi, dopo i soliti intercalari come «impossibile, incredibile, inaudito» eccetera, dette il via al suo discorso.
Laura: “In effetti, parlando dei nostri antenati, quando non eravamo solo  mezzi ominidi e mezzi scimmie, vissuti più di cinque milioni di anni fa, il cacciatore avrebbe voluto stare solo e non mettersi in gruppo con gli altri.
Come fanno i lupi e altri mammiferi, la caccia in branco era certamente più conveniente. L’uomo non ha, come non aveva allora, grandi fauci, armi naturali o statura possente: immaginate una lotta con un toro o con un orso, da soli...
All’interno del gruppo dei cacciatori c’era sempre il più forte che prevaleva e che mangiava i bocconi migliori ma nonostante questo anche agli altri conveniva il gruppo, altrimenti mangiare e sopravvivere sarebbe stato più difficile: gli avanzi del più forte erano sempre meglio che saltare il pasto.
Il capo-branco era inizialmente incontrastato e non dissimulava il suo comando: lo mostrava esplicitamente e non ci si poteva opporre.
Gli altri avrebbero voluto non aver bisogno del raggruppamento e della sottomissione conseguente; inoltre la sottomissione nuoceva anche nel rapporto con le femmine, le quali tendevano ad unirsi al più forte per la protezione dei loro piccoli.
Questo creava negli ominidi aggregati e sottomessi un astio profondo e un desiderio di cacciare da soli, inoltre c'era l'ovvio desiderio di essere al posto del capo: bisognava invece adattarsi al compromesso.
Era un senso di malessere interiore che cozzava contro l’istinto libero e primigenio del singolo.
Il capo era parimenti a disagio, perché doveva guardarsi dagli altri e stare sempre all’erta per rintuzzare improvvisi attacchi da parte di qualche partecipante al gruppo.
Tutti, il capo e i sottoposti, per un motivo o per l’altro, sognavano un mondo senza gruppi, dove sarebbero stati tutti felici e quindi la realtà cozzava contro le aspirazioni intime e segrete del primitivo.
Sia il capo, sia i sottoposti, dovevano fingere di star bene nel gruppo e non poteva essere diversamente.
La finzione comincia quindi cinque milioni di anni or sono e anche di più.
Non capisco come i Cosmici possano dire che i gruppi, nelle altre galassie, non hanno avuto l'impulso di fingere…
Ci sarebbe una spiegazione sola: altrove, le razze intelligenti sono forti, diciamo delle tigri, per cui non hanno mai avuto bisogno di aggregarsi per cacciare meglio... forse sarà così... ma qualche unione di deboli ci sarà pur stata anche altrove: forse anche questi altri sono stati eliminati dai Cosmici.
Tenete conto che anche i leoni cacciano in gruppo pur non essendo deboli ma per aggirare le prede: Questo dimostra che quanto ho appena esposto ha dei margini di incertezza.
 Tornando a noi, dicevo che il debole deve fingere di star bene nel gruppo: non può comportarsi diversamente.
Da questo punto di vista è cambiato pochissimo; gran parte del nostro cervello è immutata.
Una fase di maturazione psicologica importante è tuttavia quella che ha portato i capi-branco a raccontare ai sottoposti delle bugie più diplomatiche, più retoriche:
«Vedete... guardatemi... io, povero capo-branco, come mi sacrifico per voi! Vi devo guidare, mi sacrifico e rimango in prima linea, devo attaccare le prede e prendere tutte le decisioni.
Non sono obbligato a comportarmi così.  Lo faccio perché sono buono e voi magari pensate di perseguitarmi, attaccarmi, maltrattarmi... non vi vergognate?
Se prendo delle decisioni che al singolo possono dispiacere, lo faccio per il bene della comunità, dovreste amarmi! Amatemi! »
In realtà egli era contentissimo di essere il capo e, nel profondo, il fatto di mentire e di manipolare gli altri creava in lui un certo senso di colpa: temeva inoltre che i suoi lo potessero intuire e che forse lo avrebbero destituito dal ruolo privilegiato che occupava.
Anche oggi, come allora, nei membri del gruppo, si crea un senso di colpa e pertanto pensano:
«Il capo, effettivamente, si sacrifica, noi lo dovremmo amare, invece nel profondo di noi stessi vorremmo sopprimerlo, ah! 
Forse noi siamo più felici di lui... è lui che decide, e deve farlo in modo giusto, altrimenti lo potremmo punire o destituirlo. Noi invece possiamo essere più spensierati... quindi anche il comando ha i suoi lati negativi...  »
Il gruppo è pertanto visto, sia dai capi gerarchici, sia dai sottoposti, come una cosa spiacevole e tuttavia necessaria; per non parlare poi degli altri gruppi concorrenti...
Era inevitabile contendersi il territorio di caccia con i concorrenti e, conseguentemente, l’appartenenza al proprio gruppo diventava ancor più irrinunciabile.
 Una vera e propria maledizione che ostacolava la felicità, la quale diveniva un sogno: sognare un mondo senza gruppi... se poi gli appartenenti ad un altro gruppo avevano il colore della pelle differente, questo era un motivo in più per serrare le proprie fila.
Noi eravamo poco più che scimmioni e già le nostre orde si organizzavano.
Le grida del gruppo riunito stimolavano il raddrizzamento del pelo degli scimmioni in modo da farli apparire più grossi ed aggressivi, allo scopo di incutere terrore alle altre orde.
Il senso di appartenenza all’orda creava l’orripilazione dei peli della schiena. I gatti, per incutere timore al nemico, lo fanno ancora, come pure altri animali.
Quando, durante l’alza-bandiera o l’esecuzione dell’inno nazionale, sentiamo un brivido lungo la schiena, questo è l’atavico stimolo del gruppo, dell’orda che si prepara minacciosamente all’attacco: è detto brivido sacro...
Questo fenomeno accade ancora oggi negli stadi, quando i tifosi della stessa squadra sentono si appartenere allo stesso gruppo...
Sono fenomeni antichissimi, creatisi milioni di anni fa, addirittura quando non eravamo ancora Homo Sapiens Sapiens.[3]
Certo che quello del gruppo è un retaggio antico, forse non più necessario... tuttavia persiste.
In tutto questo tempo, ci siamo abituati a convivere con la menzogna e con la recitazione.
Non per niente sino a due secoli fa la Chiesa Cattolica pretendeva che gli attori defunti non fossero sepolti in terra consacrata: recitavano e quindi la recita era considerata menzogna.
Non è forse anche ciò che dicono i Cosmici? Notate tuttavia che, almeno provvisoriamente, questi signori ci consentono di prevaricare sugli altri, eliminando solo il tre per cento dei colpevoli, bontà loro, forse per non scombussolarci troppo, forse per graduare le cose... “

Il ricordo improvviso.


Martin: “Laura, complimenti... “
Laura: “Come volevasi dimostrare: so che i complimenti me li fai sinceramente ma, inconsciamente, me li fai per metterti sopra di me nel gruppo della video-conferenza che stiamo facendo... chi gratifica vuole dimostrare che ha la licenza di gratificare, che ha un grado di conoscenza superiore e in definitiva vuole dimostrare di essere un capo, perché solo un capo può gratificare.
Come vedi, Martin, noi umani siamo proprio imbevuti di manipolazioni e bugie e le bugie sono un tentativo per porsi al vertice di una gerarchia: lo possiamo notare ad ogni piè sospinto.
Quest’osservazione ve l’ho fatta perché vi rendiate conto che i concetti di gerarchia e manipolazione sono, secondo me, strettamente legati tra loro e fanno ormai parte della natura umana.
Quando ricevete un complimento, diffidate.
Tornando al nostro argomento, quasi tutti quelli che sono inseriti in una casta, oppure nei suoi sinonimi, come 'gerarchia' eccetera, sono passibili di morte Cosmica, perché quasi tutti mentono per fare i loro interessi, incuranti di nuocere agli altri.
Questi concetti di strutture a gruppo con mezze verità e intere falsità fanno ormai parte in modo profondo della specie HSS... sarà dura accontentare i Cosmici... “
Jean: “Chiarissimo… Come ne usciremo? Quali soluzioni troveremo? La nostra civiltà dovrà cambiare... mi correggo: la specie umana dovrà cambiare... e come si evolverà questa situazione in futuro, non c’è dato sapere.
Sembra che non lo sappiano neanche i Cosmici. Non sanno nemmeno se riusciremo a cambiare o se dovranno eliminarci.
Parlo sempre, ovviamente, come se il Messaggio dei Cosmici fosse vero... insomma, ci conviene comunque pensare che sia vero, altrimenti perderemmo tempo per niente.
Come detto prima, non avremo comunque riscontri prima dell'agosto prossimo “.
Martin: “Già, già... in realtà... stavo pensando che se la menzogna o l'ipocrisia sono sinonimo di gruppo, come dice Laura, il fatto di sopprimere i gruppi significa ripartire da zero su tutto o quasi... a sentire i Cosmici, sembrerebbe che questo potesse risolvere tutti i problemi che abbiamo.
Cerchiamo di focalizzare alcuni aspetti. Concentriamoci sui gruppi che sono alla fonte dell'ipocrisia. Chi comincia?”
Lucy: “Come diceva Laura, siamo partiti dalla caccia, dal gruppo necessario per cacciare e sopravvivere; in seguito, i gruppi non sono più stati abbandonati.
Sembra che nessuno in realtà voglia appartenere a qualche gruppo, magari inconsciamente; o meglio, tutti ci rendiamo conto che ci sono dei lati negativi; tuttavia, se i gruppi esistono ancora, significa che gli aspetti positivi per conservare la specie umana prevalgono sugli  aspetti negativi.
Sembra inoltre che sia così anche per chi comanda, anche se con aspetti differenti. Questo sarebbe l'inizio dell'ipocrisia “.
Martin: “Direi che l’irregolarità o distorsione sociale più importante (e quindi più colpevole) sia quando uno abbia un incarico di responsabilità in più di un gruppo.
Almeno inizialmente, se tu appartieni a un gruppo come soldato semplice, non hai necessità di mentire e anche se menti su qualcosa per motivi personali, di riservatezza, pudore o quant'altro, probabilmente non saresti punito dai Cosmici… “
Laura: “ Forse ci sono: se fai parte di più di un gruppo e dici di comandare in uno soltanto mentre la verità non è tale, in qualche modo puoi danneggiare consciamente gli altri: questo lo fai per assicurarti maggior potere, maggior influenza, maggiori privilegi. I Cosmici ti affibbiano allora il neurone falso e paghi col tre per cento... mi sembra di capire che i Cosmici lo sanno già che tu comandi in più di un gruppo ma vogliono che tu lo dica apertamente e sinceramente a te stesso, perché sei l'unico che sa tutto di te stesso e vogliono che tu smetta di arrecare danni.
Deve essere qualcosa del genere... tu stesso ti autogiudichi colpevole: è il sistema di Stalin[4]. Lo spostamento verso l’interno del senso di colpa implica un giudizio morale su noi stessi ”.
Martin: “Laura, vorrei confermare che sei in gamba ma temo di ricevere un’altra rispostaccia... ”
Jean: “Un bel problema… tuttavia ci sarà pure una soluzione per neutralizzare questi satanassi, anche se… ”
Martin lanciò un urlaccio: “Aaaah! Hai detto satanassi! Lo dovevi dire prima! Prima! Satana! Siamo nel 2043! I cimbri! «Cimbri 2043»! Come mai non ci ho pensato prima… sono un emerito idiota… la riunione è sospesa! Devo chiamare subito in Italia!” e si precipitò verso il telefono.
Jean rimase di stucco e Lucy disse a Laura, che si trovava in tele-conferenza, che si sarebbero risentiti al più presto perché Martin doveva essere impazzito improvvisamente: forse lo stress, chissà… “
Martin pensò che, essendo le undici della mattina, in Italia non potessero che essere le cinque del pomeriggio. Chiamò immediatamente il cugino Toni.
Toni viveva a Venezia e lavorava al museo Correr di Piazza San Marco. Era responsabile della Rappresentazione Storica del museo e consulente esterno della Sezione Storiografica della Biblioteca Marciana di Piazza San Marco. Come sognava, si era laureato in Istoria e inoltre si era anche laureato in lingue a Ca' Foscari.
Martin. “ Toni! Il momento atteso! Ci siamo! “
Toni: “Chi parla?”
Martin: “Come chi parla! Sono io, no? Sono Martin: è arrivato il momento! «Cimbri 2043»! Satana o chi per lui! Prendo l'aereo e arrivo al più presto. Secondo me non c'è tempo da perdere: chiama tuo padre e digli di preparare in bella vista la traduzione italiana del manoscritto… appena ho il biglietto dell'aereo, ti richiamo e ti dico quando arrivo “.
Toni: “Sì... il momento è arrivato… quanti anni, proprio il 2043… ora ci siamo. Prenota l'aereo e intanto io chiamo mio padre. Ci salutiamo, intanto…”
Martin: “Ciao… quando ti richiamo, mi dirai se devo portare giù qualcosa…”
Toni: “Un momento! Negli appunti «Cimbri 2043» ci sono parecchi riferimenti matematici e tuo padre è un matematico; dovresti portare giù anche lui: se possibile, anche tua madre, così le due mamme potranno intrattenersi… “.
Martin: “Va bene, vedo cosa potrò fare.”
Martin arrivò il giorno dopo con i genitori, all'aeroporto Marco Polo di Venezia, alle nove di mattina.
Erano partiti alle quattro del pomeriggio da New York e quindi, con il jet lag,[5] avevano impiegato un’enormità, anche se il volo era durato in realtà otto ore. C'erano Toni ed i suoi ad attenderli.
Salirono tutti a bordo di un motoscafo-taxi e si fecero portare a Santa Maria Formosa. La famiglia veneziana aveva una stanza da offrire a Pietro e signora, mentre Martin dovette adattarsi in un divano letto in soffitta.
Parlarono del più e del meno. I nuovi arrivati nella notte risistemarono il ciclo circadiano scombussolato dal jet lag e la mattina dopo, mentre le due signore avevano già programmato un giro di shopping per le Mercerie, gli uomini si recarono nell'ufficio di Paolo, alla biblioteca Querini Stampalia.
Paolo aprì subito la cassaforte ed estrasse la versione italiana del Diario degli Azzalini.
Controllò con la coda dell'occhio che l'originale in cimbro fosse sempre al suo posto… non si poteva mai sapere… richiuse la cassaforte e si recò assieme ai suoi parenti in una sala riunioni, dove ognuno aveva la sua copia degli appunti «Cimbri 2043».
Paolo disse alla segretaria che era in corso la riunione forse più importante nella storia della centenaria biblioteca: si comportasse di conseguenza.
Pietro: “Bene… ci siamo… cominciamo… o no?”
Si levò subito un coro di assensi: “Cominciamo, cominciamo…”
Nel frattempo, il cameriere aveva portato quattro caffè propiziatori… buoni, soprattutto per i due sradicati e trapiantati che tornavano dall'America.



Figura 3 - Chiesa della Salute, Venezia.



 Capitolo 6 - Diario di Antonio Azzalini:  10 luglio 1939. (20430710)


Il carattere dell'uomo è il suo demone. Eraclito(filosofo greco, 550 a.C.? – 480 a.C.?) Frammenti, 119

Venezia, mattina del 10 luglio 2043.

Paolo Ballarin: “Come anziano, suggerisco che la lettura s'inizi dai miei appunti del 2010… son passati trentatré anni… se siete d'accordo… chi legge? Legge Toni, va bene?
Quando ci sarà qualcosa da chiarire, chi vuole farà domande e cercheremo l'eventuale risposta nella traduzione integrale italiana.”
Nessuna opposizione: Toni cominciò la lettura.



Figura 4 - Riva degli Schiavoni, Venezia.

Diario di Antonio Azzalini: 10 luglio 1939.


Oggi mi sono recato sul monte Pizzoc[6] con le mie pecore e le mie capre.
Mentre le bestie pascolavano, mi sono seduto sul bordo dello strapiombo.
Sono 1565 metri di altezza e sotto dell’osservatore, in verticale, la parete scende sino a circa 300 metri sul livello del mare, creando uno strapiombo di ben 1200 metri circa. Giornata tersa.
Ieri c'è stata una bella pioggia: si vedeva sino a Venezia e anche molto più in là.
I cimbri più anziani dicono come in certe giornate limpidissime si possa vedere addirittura la Dalmazia, anche se io non l'ho vista mai.
Mentre ammiravo il panorama e tenevo comunque sotto controllo il gregge, ho avvertito una voce che mi diceva:
“Antonio, sono io, quello che ti fa trovare i soldi… fra un poco arrivo, hai 29 anni ed è ora che tu mi conosca, non prendere paura: sono qui per aiutarti e spiegarti alcune cose.
Dimmi a voce alta che hai capito. Ti ho sempre aiutato e prima di te ho aiutato i tuoi parenti: non prendere paura ”.
Non sapevo cosa dire… La voce m'incalzò: “Se hai paura, me ne vado.”
Presi il coraggio a due mani e dissi: “Sì… ho capito… non ho tanta paura… “
Fu allora che il caprone più mingherlino di tutti si staccò dal gregge e venne ad accovacciarsi vicino a me: “Ciao, sono io… ”, ma non muoveva la bocca se non per ruminare e mi fissava.
“Io… io chi?” allora cominciai ad avere veramente paura.
“Quello che ti fa trovare i soldi all'ingresso del Bus de la Lum[7]. Anche i tuoi genitori e i tuoi nonni l'hanno fatto per due secoli qui nel Cansiglio, e ancora prima, quando erano sull'Altopiano dei Sette Comuni[8]. Dovrebbero avertene parlato, in cimbro si dice Hoaga Ebene vun Siiben Kameûn “.
“Allora sei tu che ci fai avere i soldi? Ma i miei genitori lo sapevano che i soldi arrivavano da… senza offesa, da un becco?”
“Lo sapevano sì e no: cioè non mi hanno mai visto; ho sempre parlato con loro attraverso il cervello, così come ho fatto prima con te… semplicemente li inviavo a prendersi i quattrini.”
“Va bene, quindi se mi sono laureato è merito tuo… ma chi sei, veramente?”
“Il mio vero nome, non vorrei che ti spaventassi, il mio nome, o meglio il concetto del mio nome qui sulla Terra è Colui che non esiste. Pensalo un poco in sanscrito: un NON ESSERE, un non esistente, hai una laurea in lingue…”
“Boh… essere è SAT e non essere è negato… la negazione in sanscrito e AN come suffisso… come dire essere no… SAT AN… SATAN… Satana! Il caprone è proprio… “ diventai bianco ed iniziai a tremare.
“Non aver paura! Non esisto nel senso che non ho un corpo, ma ti ho sempre aiutato e molte sono le cose inventate, dette su di me, per diffamarmi.
Il caprone ho dovuto metterlo perché, non avendo un corpo, se parlo con i miei interlocutori, come nel tuo caso, loro pensano di avere le allucinazioni e scappano. Il caprone serve solo per focalizzare la loro attenzione.
Di solito uso un caprone o una capra oppure ancora una pecora, perché un gregge si trova in uno spazio aperto ed io, in questo momento, sono lontanissimo dalla Terra. Un posto elevato mi fa quindi come da ponte radio, come da antenna.
Nei posti elevati e con dislivello elevato, come il Monte Pizzoc, vado bene a comunicare, perché le onde cerebrali che io ti sto inviando, sono cortissime e presuppongono un'assenza di ostacoli intermedi. In realtà, il caprone, povera bestia, è lì tranquillo e non sa assolutamente niente: con opportuni metodi cerebrali lo tengo fermo vicino a te, mentre rumina.
Ti ripeto che io sto comunicando direttamente con te e il caprone non c'entra. Potevo usare qualunque animale o anche qualunque vegetale per focalizzare la tua attenzione in qualcosa di concreto. Queste tecniche sono usate anche sulla Terra da chi pratica l'ipnosi: per esempio guardare un ciondolo e cose del genere. Ripeto, altrimenti tu avresti pensato di aver mangiato rucola[9] e di avere gli incubi.
Io sono quindi spesso chiamato Satan:  tuttavia, altre forze, di cui parleremo, hanno sfruttato l'assonanza di Satan con un semitico Shaytan, che significa invece avversario, nemico, ma sono maldicenze.
Tutti noi che veniamo da un pianeta remotissimo siamo chiamati Satana, Colui che non esiste. Il mio nome individuale,  che mi distingue da tutti gli altri Satana, è Beh-lih-hal, conosciuto dagli uomini come Belial.
Mi hanno chiamato in tutti i modi possibili: Be'lial, Belhor, Baalial, Beliar, Belias , Beliall  Beliel,  Bilael, Bhelu, Bəliyyá'al. Senza contare che mi chiamavano anche Matanbuchus, Mechembuchus, Meterbuchus. Nella mia lingua, Beh-lih-hal significa La prudenza lo ricopre, un nome che implica un concetto, come fanno anche  gli indiani d'America, quelli con la pelle rossa. Qui sulla Terra, invece, han cercato di attribuire al mio nome tutti i peggiori significati, il più comune dei quali è Senza Valore, dall'ebraico Beli yo' il.
 Tutte invenzioni idiote e senza costrutto alcuno, basate sull'assonanza pura e semplice. Se non avessero trovato qualcosa in ebraico, pur di denigrarmi, avrebbero cercato un'assonanza nell'aramaico o in qualsiasi altra lingua ”.
Io: “Va bene, prosegui: dimmi come devo chiamarti... ”
Belial: “Col mio nome, ovviamente! Belial! Ti dipingo ora un quadro storico generale: devo partire da molto lontano, da quindici miliardi di anni fa.
Non serve che tu prenda appunti, ora: tuttavia sin da stasera t'invito a scrivere tutto su un diario.
Le mie tecniche preservano nel tuo cervello i miei discorsi per due o tre giorni, ma poi potresti anche dimenticare qualche particolare. Inoltre è molto probabile che di questi incontri ne avremo ancora molti.
Sarebbe opportuno che il diario avesse una buona capienza. Stavo dicendo che quindici miliardi di anni fa è cominciato l'universo che tu conosci.
Io vengo da un sistema solare che non esiste più da molto tempo: il nostro pianeta si chiamava Eddah.”
Io risposi: “Eddah… Edda, l'inferno dei sassoni, l'Ade dei greci e dei romani. Quindi qualcuno vi chiedeva da dove venivate e voi rispondevate Eddah, e chi ascoltava capiva Edda o Ade, oppure associava il concetto...  perché Inferno?”
Belial: “Perché se Dio è buono, sta in alto e Satana, per ridicolo contrappasso, che dicono sia cattivo, sta in basso, agli Inferi… ma diremo ogni cosa a suo tempo, altrimenti facciamo una confusione terribile, nel senso che non si possono portare avanti mille discorsi tutti assieme.
Proseguo… non ho più un corpo ed io, con i miei simili, vorremmo trovare, o forse volevamo trovare, un pianeta adatto ad ospitarci.
Noi eravamo molto simili a voi, tuttavia non siamo i padroni assoluti e… ma forse è meglio che proceda con ancor più ordine. Io so già che quello che ti ho detto ti è chiaro, ma per mantenere una parvenza di dialogo te lo chiedo comunque: ti è tutto chiaro finora?”
Gli dissi: “Se lo sai già… comunque mi è chiaro, vai avanti ”.
Belial: “Dicevo che, per quanto ne sappiamo, l'universo s'inizia 15 miliardi di anni or sono, con il famoso Big Bang. Esistono alcune forme di intelligenza più avanti di noi. Diciamo una dozzina almeno.
Quella che ha la più grande conoscenza e che vuole comandarci, è un'intelligenza che noi chiamiamo Quelli che possono di più, o semplicemente chiamiamoli  i Potenti, per capirci.  Noi non sappiamo se questa forma d'intelligenza sia quella che voi chiamate Dio.
I casi sono due: o c'è il vero Dio sopra i Potenti, oppure Dio sono loro. Questo è il dubbio che ci attanaglia e il motivo per cui a tempo debito abbiamo litigato.
Se i Potenti sono Dio è un conto, ma se non lo sono, noi abbiamo diritto di non soggiacere alle loro leggi, anche se possono obbligarci all'obbedienza con la forza, perché hanno una tecnologia molto più avanzata della nostra.
Non hanno mai voluto risponderci ma proseguiamo nel nostro discorso, un passo alla volta. C'è un'osservazione molto importante da fare: i Potenti mostrano di seguire con la massima attenzione delle regole, poche in verità, tuttavia tali regole sembra che siano seguite attentamente quando a loro conviene.
I casi, poi, sono di nuovo due: o le regole sono state promulgate da un Dio sopra di loro, oppure, se Dio sono loro, si sono auto-obbligati a rispettare queste regole. In quest’ultimo caso, noi ci chiediamo perché si siano date proprio quelle regole (e non altre) e quando lo abbiano fatto: anche su questo punto non ci hanno mai risposto.
Un'altra cosa: non ne siamo sicuri, ma sembra che i Potenti siano in realtà un consorzio, una lega di tre civiltà e che le regole siano state stabilite di comune accordo.
Quest’accordo è stato fatto da pochissimo tempo, qualche migliaio di anni.
Abbiamo pertanto un altro dubbio: tre civiltà dominanti oppure una soltanto? Anche su questo ritorneremo.
Tutti costoro, uno o tre che siano, non hanno più i loro sistemi solari e tutti costoro esistono, come noi, solo come energia psichica: sappi fin d'ora che questo è il destino di tutte le civiltà.
Anche la definizione di civiltà ti sarà data fra poco e per questo devo ora darti una mappa cronologica dell'universo. Chiudi gli occhi che te la trasmetto “.
Io chiusi gli occhi e avvertii un senso rapidissimo di nausea: subito dopo ebbi chiara in mente una specie di tabella con delle annotazioni in calce.
Belial proseguì: “Come vedi, l'inizio della civiltà dei Potenti, sempre che non siano Dio, si può far risalire a circa dieci miliardi di anni fa. Non ne siamo sicuri perché nessuno l’ha mai confermato.
 Noi, invece, siamo in ritardo su di loro di ben quattro miliardi di anni. Un tempo enorme. Quando ci siamo civilizzati ed avevamo ancora un corpo come voi, loro ormai erano avanzatissimi ed hanno continuato a migliorare la loro tecnologia e la loro conoscenza.
Come puoi vedere dall'illustrazione, la civiltà si considera come tale da quando una specie esegue il primo viaggio interplanetario: è un criterio come un altro.
Ti dico fin da ora che noi riteniamo probabile il vostro sbarco sulla Luna tra il 1965 e il 1975, quindi fra una trentina d'anni.
I Potenti e anche le altre due civiltà a loro associate (se ci sono, ma sembra di sì) non hanno mai avuto sesso sin dall'inizio. Sono degli ermafroditi. Anzi, ti dirò che la stragrande maggioranza delle oltre centomila civiltà esistenti (che hanno già fatto il primo viaggio interplanetario, altrimenti le specie intelligenti sono milioni e milioni) sono ermafroditi.
Sulla Terra, ad esempio, la chiocciola comune è un caso di ermafroditismo. Da un punto di vista specifico, cioè della specie alla quale appartiene l'animale, se le condizioni ambientali sono difficili, esistono notevoli vantaggi ad essere ermafroditi, in quanto è sempre possibile l'autofecondazione, mentre nel caso nostro e di voi esseri umani questo ovviamente non è possibile se non in presenza di un essere dell'altro sesso.
Questo è un argomento che sta alla base della guerra tra noi e i Potenti. Noi di Eddah, come voi della Terra, eravamo inizialmente bisessuati.
Siamo anche noi delle eccezioni alla regola prevalente e, come voi, apprezzavamo i piaceri della sessualità, sconosciuti agli ermafroditi.
Nella logica dei Potenti sono proprio quelli come noi, cioè i bisessuati, che hanno dato origine a tutti i problemi: questa è la loro opinione.
Siamo insomma colpevoli di essere quelli che siamo e questo per noi, come anche per voi, non è facile da digerire.
Dopo 12 miliardi di anni di universo, quando la nostra civiltà su Eddah aveva circa quattro miliardi di anni e il nostro sistema aveva ancora due miliardi di anni di esistenza possibile, abbiamo cominciato a pensare al nostro trasferimento in massa e al luogo più adatto. Mentre per gli ermafroditi non fa alcuna differenza (o quasi) passare dal corpo fisico a quello spirituale, per noi non era proprio la stessa cosa. Per un bisessuato, il passaggio allo spirituale è quasi una condanna, e forse senza il quasi. I valori della civiltà cambiano completamente.

 

    Big Bang                                                                          Oggi
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Pin

#P

Pfin






Sin

#S



Sfin






Tin



#T
in = inizio del sistema solare dei Potenti e degli altri due probabili consociati.
Pfin= fine del sistema solare dei Potenti e dei consociati, con esplosione della stella rossa gigante.
Sin = inizio del sistema solare di Satana, pianeta Eddah.
Sfin= fine del sistema solare di Satana, con esplosione della stella rossa.
Tin = inizio del sistema solare della Terra.
Tfin= il sistema solare della Terra finirà quando l'Universo avrà venti miliardi di anni. La Terra ha ancora cinque miliardi  di anni di vita circa, salvo collisioni con asteroidi ed altre cause imprevedibili.
#P  Inizio civiltà dei Potenti, si stima oltre 10 miliardi di anni fa.
#S  Inizio civiltà dei Satana-Eddah, 6 miliardi di anni fa.
#T Inizio civiltà sulla Terra, vedi subito sotto.
L'inizio della civiltà si considera corrispondente al primo viaggio interplanetario:
(Terra =  stimato in 1965 ~ 1975)

Figura 5 - Il tempo dell'universo.
Quando noi parliamo con qualche specie ermafrodita, loro capiscono perfettamente, a livello raziocinante, cosa significa perdere la sessualità, tuttavia non riescono a sentirlo a livello di sentimenti.
Per loro, semplicemente, non ha senso. Tanto meno capiscono la gelosia, il completamento tra i due sessi e così via. Loro ragionano diversamente: dicono che, mentre loro procreano da soli, noi lo facciamo in due e questo è visto come una complicazione inutile. Tu puoi capire cosa voglio dire: per noi, la vita senza l'altro sesso non è neanche concepibile. E non è solo una questione di tempeste ormonali: sono rapporti che si creano e durano sino alla morte; diventa uno scopo di vita, di affetti e sensazioni, d’integrazione reciproca, di dialogo.
 Esistono dei miti sulla Terra, molti dei quali derivano da nostri colloqui con alcuni di voi, dove si dice che qualcuno ha rinunciato all'immortalità per rimanere accanto al partner. Certamente l'immortalità non è ottimale per i bisessuati. Ci siamo avvicinati a voi ancora quando non eravate  dei mammiferi, cioè oltre trecento milioni di anni fa, quando ancora i rettili giganteschi popolavano la terra e voi dovevate stare sempre nascosti per evitare di farvi sbranare.
I vostri occhi, ad esempio, sono ancora fatti per il buio.  Eravate, a quel livello, com’eravamo noi all'origine: dei piccoli esseri ermafroditi di un tipo speciale, com'è ancora oggi la cernia.[10]  La cernia ha un certo senso del sesso, mentre sembra che i Potenti siano stati ermafroditi da sempre, fin dalla nascita, come lo sono certi anellidi e poche altre specie sulla Terra.
Essendoci già un certo senso di sessualità, anche se modesto, nei vostri remotissimi progenitori, abbiamo dato il via allo studio genetico su questi piccoli proto-mammiferi, ancora mezzi ermafroditi, vostri antenati. Soprattutto studiavamo in laboratorio le probabilità della deriva genetica e così via.
I Potenti non sapevano niente di questo e noi non lo avevamo nascosto volutamente: semplicemente eravamo interessati ad assicurarci un futuro bisessuato e non avevamo neanche pensato cosa ne potessero dedurre i Potenti.
Gli studi dettero esiti positivi; eravamo molto simili ed avremmo potuto inserirci in voi modificando non di molto il vostro DNA: una volta creata una sessualità completa nei vostri antenati, il resto era relativamente semplice.
Devi sapere che la regola intergalattica numero uno è:

CON ESPRESSA AUTORIZZAZIONE, SI PUO’ INFLUIRE SUL DNA DI UNA SPECIE INTELLIGENTE SE E SOLO SE LA SUA EVOLUZIONE PUÒ COSTITUIRE PERICOLO O PREGIUDIZIO PER L'EVOLUZIONE DELL'UNIVERSO O PER SE STESSA.

Questa regola, molto ambigua, perché la definizione del termine intelligente in certi casi ha valenza retroattiva e i certi casi no. Ma ne parleremo meglio in seguito.
Noi siamo stati accusati, nel vostro caso, di non averla rispettata fino in fondo. La nostra difesa è che non abbiamo manipolato esseri intelligenti. Tutto qua. Ma anche i Potenti hanno mancato spesso a quest’osservanza…
I Potenti pensavano che, essendo quasi tutti i problemi provenienti dalle specie bisessuate, non fosse saggio che qualcuno ne creasse ancora tramite manipolazioni genetiche di esseri che, come le cernie, non erano propriamente ermafroditi ma quasi.
Questo, dato che la mancanza la avevamo commessa noi, andava contro la regola intergalattica numero uno: ma procediamo per ordine.
La buona notizia per noi arrivò 65 milioni di anni fa, cioè quasi ieri, in termini di universo: un asteroide gigantesco cadde sulla terra e colpì dei giacimenti di petrolio al largo del golfo del Messico.
Incendi mostruosi devastarono la terra e tutti i grossi rettili eterotermi[11] che non morirono dal caldo, morirono poi dal freddo e dalla fame, a causa delle nubi che per anni ed anni oscurarono successivamente il pianeta Terra, raffreddandolo.
Gli animali che noi tenevamo sotto osservazione (cioè voi) erano invece omeotermi[12]  e, sia per questo motivo, sia per la taglia piccola (non potevano crescere e farsi vedere per non finire in pasto ai dinosauri) sopravvissero egregiamente al cataclisma. Inoltre erano (eravate…) pochi.
Decidemmo allora di fare il trapianto genetico su alcuni di loro-voi, un migliaio abbondante, sterilizzando i soggetti più indirizzati all'ermafroditismo: ed ecco nascere come per incanto i nuovi mammiferi bisessuati al posto degli ermafroditi quasi mammiferi!
Un grande successo di tecnologia genetica, te lo garantisco.  Siccome questi vostri progenitori non avevano nemici a causa della scomparsa dei rettili giganti, si svilupparono molto bene nel loro bisessualismo e dopo altri 60 milioni di anni, cioè circa cinque milioni di anni fa, noi di Eddah, ormai senza il nostro sistema solare (nel frattempo esploso con la solita stella gigante rossa) ma ancora geneticamente vivi su altri pianeti, brindammo al successo.
 Noi potevamo diventare voi: si trattava di portare a termine gli ultimi interventi genetici entro altri due o tre milioni di anni onde ottenere l'ultimo abbinamento del nostro DNA col vostro... Da quel momento, una nostra delegazione, ancora corporea, fu sempre presente sulla Terra.
Avevamo brindato troppo presto... e mentre il tempo trascorreva, ben altri problemi si affacciavano nel nostro futuro: i Potenti.
I Potenti l'avevano presa molto male: avevano sottovalutato che, per noi, la trasformazione in energia psichica era un fallimento del bisessualismo.
Per loro, essere carne o spirito non faceva alcuna differenza: né fisica, né culturale.  Insomma, eravamo differenti. Ma il coltello dalla parte del manico l'avevano pur sempre loro: erano molto più evoluti.
Bisogna precisare inoltre che i bisessuati sono molto aggressivi e concorrenziali tra di loro, e se di piccole dimensioni o senza armi particolari per aggredire, per cacciare ed essere più forti, creano delle orde, dei sottogruppi, dove tutti vogliono prevalere, ma nel gruppo è solo uno ci riesce e questo anche per conquistare le femmine ed assicurarsi la riproduzione.
Insomma, mentre i bisessuati hanno alcuni vantaggi sul piano emotivo, come ad esempio uno sviluppo più rapido dell'intelligenza come conseguenza della competizione, i bisessuati stessi sono un problema per un universo ordinato e civile, meno competitivo.
Questo è solo un riassunto e ci sono altri aspetti, importantissimi, di differenziazione tra ermafroditi e bisessuati.
I Potenti decisero: gli abitanti di Eddah, ormai trapiantati su altri pianeti, dovevano essere resi impotenti.
 Questo, tra l'altro, ci obbligava a trasformarci in spirito, pena l'estinzione della nostra specie. In questo modo i Satana provenienti da Eddah non avrebbero fatto altri danni e soprattutto non avrebbero più avuto motivo di ignorare la prima regola intergalattica.
Per dirla in altri termini, sulla Terra (secondo i Potenti) i Satana avevano fatto un grave danno. Si trattava di evitare successivi episodi del genere.
Essendo noi impotenti, non avremmo avuto più alcun interesse a sviluppare specie bisessuate. 
Non abbiamo ancora oggi le conoscenze per capire come abbiano fatto a sterilizzarci. Per riassumere, ci accorgemmo a un certo punto che i nostri gameti, equivalenti ai vostri spermatozoi e ai vostri ovuli, non erano più vitali e non siamo più riusciti a rivitalizzarli.
Voglio precisare che, per fare questo, usarono probabilmente delle tecniche genetiche a distanza, che noi capiremo, forse, fra un paio di miliardi di anni.
Tuttavia voi avete un proverbio dai tempi di Roma: Spes ultima dea, ovvero finché c'è vita, c'è speranza… e vita ce n'è ancora, moltissima… aspettiamo solo il momento opportuno. Per ora, siamo qua a proteggervi, tutto sommato siete un poco le nostre creature.
I Potenti sanno che stiamo aspettando e che il fuoco cova sotto la cenere: potrebbero annientarci ma non lo fanno, sempre per le famose regole, autoimposte o date da un Dio sopra di loro, non lo so“.
Rimasi allibito: mi sentivo una pedina qualsiasi in una partita a scacchi.
Aggiunsi: “I tuoi discorsi mi spiegano un sacco di leggende, di passi della Bibbia, mi si sta aprendo un mondo, cose che mi avevano sempre affastellato la mente ma che non riuscivo a coordinare… dimmi una cosa: c'è l'anima? “
Belial: “Sicuramente un'anima per un bisessuato non ha molto senso, secondo me. Ma di questo e di tante altre cose, come le leggende sorte attorno a questi fatti, ne parleremo in seguito.
Sappi comunque che molti passi della Bibbia sono racconti creati dopo dialoghi come questo, alcuni tra gli uomini e noi, alcuni altri, invece, tra gli uomini e gli emissari dei Potenti. Altri ancora da uomini che sono stati,  alternativamente, in contatto con noi o con gli emissari dei Potenti.
 I Potenti non sono mai direttamente in contatto con gli uomini: usano degli emissari, che fanno una specie di intermediazione.
Prima di salutarti, devo dirti un'altra cosa: entro un mese circa, le menti umane saranno pronte per un altro enorme scontro. Questo sarà molto più grave di quello della prima guerra mondiale.
Voi cimbri, per motivi che ti spiegherò, siete protetti da noi di Eddah in modo particolare. Tuttavia devo avvisarti che per i prossimi anni dovrai stare lontano dal Bus de la Lum.
Col prossimo colloquio ti darò i quattrini direttamente. Dillo ai tuoi parenti, senza entrare troppo nei particolari: d'ora in poi, i quattrini li riceverai solo tu. Se non hai qualcosa da dirmi, ti saluterei.”
“Ne avrei un’infinità di cose: parleremo la prossima volta. Ciao.”
Belial: “Ciao, ricordati che mi chiamo Belial.”
Il caprone si scosse, mi guardò stralunato, come se si fosse appena svegliato e, con un paio di balzi, ritornò nel gregge, con i suoi simili.
Mi sono riletto tutto. Mi sembra di non aver omesso veramente niente.
Come aveva detto Belial, devo cercare di non perdere il diario.
Mio padre mi ha chiesto dov'ero stato: gli ho consegnato tutti i quattrini di Belial e gli ho detto che d'ora in poi li avrei trovati io e che lui non li avrebbe più trovati.
In ogni caso, sino a nuovo ordine, né lui né gli altri dovevano più avvicinarsi al Bus de la Lum.
Mi ha guardato con la bocca aperta, mentre portavo le capre e le pecore negli ovili.

Paolo Ballarin: “Satana o non Satana, Belial o non Belial, ormai è quasi l'una del pomeriggio e con questo caldo non vorrei fare la fine del conte Ugolino.
In qualità di presidente anziano, propongo, anzi quasi quasi ordino, di proseguire la riunione nella trattoria in  Calle della Bissa, di fronte a un piatto di quel che volete.
Io mi mangerò sardine in saor alla chioggiotta[13], senza pinoli. Magari doppia razione, tanto senza pinoli e senza uvetta di Corinto è un piatto molto leggero. Chi viene? “
Pietro Ballarin: “Forse un panino piccolino…”
Paolo: “Facciamo finta di essere maggiorenni e che ognuno possa mangiare quello che vuole… ”
L'esercito era già sulla porta, compatto come un sol uomo, deciso ad occupare un tavolo della trattoria che distava dieci minuti di cammino.
Mentre attendevano le pietanze, anche Satana-Belial, tutto sommato, appariva nella situazione come un buon diavolo… anzi, fecero un brindisi alla salute del demoniaccio con un bicchiere di Ribolla Gialla[14].
I commensali convennero che, per confermare un proverbio, il diavolo non era poi così brutto come solitamente si dipingeva.



Figura 6 - Maschera bizantina, Venezia.





 Capitolo 7 - Diario di Antonio Azzalini:  15 ottobre 1939. (20430710)


Si Satanás pudiese amar, dejaría de ser malo. (Se Satana potesse amare, smetterebbe di essere cattivo). Santa Teresa da Ávila (Mistica spagnola, 1515-1582)

Venezia, pomeriggio 10 luglio 2043.           

Paolo Ballarin: “Proporrei di evitare altri commenti e di proseguire; se siete d'accordo, affiderei la lettura a Martin: va bene per tutti?”
Tutti erano d'accordo e Martin cominciò la lettura, non prima di aver fatto portare dal cameriere della Querini  Stampalia un altro giro di caffè.

Diario di Antonio Azzalini: 15 ottobre 1939.


Oggi mi sono rivisto con Belial sul Pizzoc e per prima cosa il caprone prescelto mi disse che i quattrini erano sotto una pietra vicina. Gli chiesi se lui fosse in grado di sapere il futuro, poiché, effettivamente, la sua previsione circa la guerra si era dimostrata esatta: il primo settembre i tedeschi avevano invaso la Polonia e alla fine del mese avevano completato l'operazione.
 Dai giornali non si poteva ricavare molto di più e mi sembrava comunque chiaro che egli era dotato d'una  assoluta capacità di prevedere. Mi rispose che non era proprio così e mi spiegò come stavano le cose.
Belial: “Io non so se i Potenti posseggano la capacità di sapere il futuro: di sicuro noi non la possediamo. Noi prevediamo parecchie cose usando tecniche matematico-statistiche che sono anche a tua disposizione.
Come esempio per le nostre previsioni, ti faccio il seguente discorso: supponiamo che tu metta in fila quattro tessere del gioco del domino e che poi tu colpisca la prima in modo che la stessa faccia cadere la seconda, che questa a sua volta farà cadere la terza e così via. In questo caso sono quattro tessere.
Fai presto a mettere le quattro tessere in fila e le stesse faranno presto a cadere. Se ogni tessera, nella caduta, sprigiona una certa energia, questa forza complessiva sprigionata sarà complessivamente poca e le conseguenze di quest'operazione saranno come quelle di un gioco, cioè niente o quasi.
Supponiamo ora invece che tu metta in fila centomila tessere del domino: ci metterai un sacco di tempo e avrai dei problemi logistici; così, ad esempio, le tessere non troveranno spazio sufficiente sul tavolo e dovrai considerare una superfice più ampia. Poi avrai dei problemi di ottimizzazione: alla fine del tavolo, dovrai girare  la fila delle tessere.

FINE DELL'ESTRATTO DE LA NUBE DI OORT




[1] Francese: letteralmente pallone di assaggio, Tentativo di sondare le opinioni dell'interlocutore.

[2] Greenwich Meridian Time. Ora di Greenwich, ora ufficiale della Terra.
[3] D'ora innanzi sarà usata la sigla antropologica HSS.
[4] Il lavaggio del cervello proseguiva sino a quando il sospettato si dichiarava colpevole.
[5] Problemi fisici dovuti al rapido cambiamento di fuso orario con gli aerei: salta il ciclo circadiano.
[6] Monte Pizzoc: 46.042856° N, 12.338917° E
[7] Termine friulano: Buco della Luce. Inghiottitoio carsico di 180  metri di profondità situato Lat. 46.057835° N, Long. 12.410921° E. nell’Altopiano del Cansiglio. L'inghiottitoio è così chiamato per i fuochi fatui dovuti alla consuetudine di gettarvi dentro le carcasse del bestiame morto per malattia. Ospiterà, alla fine della seconda guerra mondiale, circa 500 morti gettati dai contendenti. Molti morti non sono ancora stati recuperati (al momento della stesura di queste note). Si tratta di circa 200 soldati tedeschi, di 100 militari della Repubblica Italiana di Salò e di 200 civili, spinti all'interno con i polsi legati da fil di ferro, anche a due a due.
[8]  Lat. 45.9° N, Long. 11.5° E.   Detto anche Altopiano di Asiago.
[9] Eruca sativa. Erba di campo saporitissima e acidula, da mettere nell'insalata in modica quantità.  Il popolo dice che sia allucinogena: quest’affermazione non ha alcun riscontro scientifico.
[10] Epinephelus lanceolatus. Le cernie possono arrivare quasi a tre metri. Sono Ermafroditi Proteroginici. Le giovani cernie sono in predominanza femmine e si trasformano in maschi quando crescono.
[11] Che non sono in grado di regolare internamente la loro temperatura, ma si adeguano a quella esterna.
[12] Animali più evoluti, con un metabolismo che si scalda quando fa freddo e viceversa.
[13] Sardine marinate in aceto e cipolla, molto appetitose. Si tratta di un piatto estivo da servire preferibilmente freddo. La versione veneziana è orientaleggiante: contiene pinoli ed uvetta dolce di Corinto.
[14] La Ribolla Gialla è un vino bianco ad alta gradazione e di colore paglierino intenso, di origine friulana e istriana. Può anche sostituire dei rossi leggeri. Si serve ovviamente freddo, specie nel mese di luglio.

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