Capitolo 3 - Martin e
il mal di testa improvviso. (20430707)
Il sogno è l’infinita ombra del Vero.
Giovanni Pascoli (poeta
italiano, 1855 -1912), Poemi conviviali, Alexandros.
New York, 7 luglio
2043.
Martin si svegliò nella sua casa di New York, sulla
quarantaduesima est, con un lancinante dolore alla testa.
Eppure... eppure non aveva fatto alcuno strapazzo,
non era rimasto sveglio sino a tardi... insomma, da parecchi giorni stava
conducendo una vita assolutamente normale.
Improvvisamente, ricordò come, verso le quattro di
notte, avesse avvertito improvvisamente una specie di vertigine e un ronzio
fortissimo agli orecchi; ricordò inoltre come le pulsazioni cardiache fossero
salite vertiginosamente e come un senso di nausea affannosa lo avesse prostrato
per una decina di minuti. Poi, giacché non aveva più disturbo alcuno, si era
riaddormentato.
Nel dormiveglia, avvertiva la sensazione di aver
letto un manuale, o forse una novella o forse delle istruzioni: comunque
qualcosa di nuovo era entrato a far parte di lui in modo profondo.
Si trattava senza dubbio di cosa importante (così
almeno gli sembrava), tuttavia non capiva bene l’accaduto.
Aveva la
sensazione che questa lettera, questo documento, zampillatogli nel cervello,
dovesse essere messo nero su bianco. E d’altronde, colmo dei colmi, non ne era
sicuro. Forse era solo un sogno?
Martin Ballarin era nato nel 2000, all’inizio del nuovo secolo
e aveva pertanto quarantatré anni. Il
padre, Pietro, era un matematico italiano, che veniva da Venezia, laureato a
Padova e che lavorava all’università di Harvard; la madre era una canadese di
Montreal, di etnia francese, ex professoressa di lingue.
Martin conosceva pertanto l’italiano paterno, il
francese materno e l’inglese scolastico.
Sapeva inoltre lo spagnolo e un poco di tedesco. Le
scuole frequentate erano a New York. Si era laureato due volte, prima in
materie umanistiche e poi in legge.
Lavorava all’Onu, dove era molto considerato per la
sua intelligenza e per le sue capacità.
Era un risolutore di problemi: gli ambasciatori e i
burocrati di tutto il mondo, quando avevano qualche problema nello svolgimento
delle loro funzioni a New York, si trovavano indirizzati a lui.
Considerato un
profondissimo conoscitore del Palazzo di Vetro, molto brillante e molto
colto, era invitato continuamente a cena dai vari ambasciatori, sia perché
volevano sdebitarsi dei favori ricevuti, sia perché apprezzavano veramente la
sua colta compagnia.
Non era sposato e pertanto nessuno gli preparava il
caffè. Anche quella mattina era giunta l’ora di muoversi per andare al lavoro e
quindi pensò di andare in cucina per farsi la colazione.
Con suo enorme stupore, si ritrovò davanti alla sua
scrivania, per scrivere al computer, come se una forza superiore lo avesse
spinto a tale compito.
Con stizza, si alzò di scatto e si diresse verso la
cucina. Pensò che forse un buon caffè lo avrebbe risvegliato.
Bevuto il caffè, scese nella quarantaduesima strada
e prese un taxi per il Palazzo di Vetro.
Dopo anni che prendeva regolarmente il taxi,
conosceva quasi tutti i tassisti e anche questa volta trovò uno di questi.
Il tassista gli disse che tutti i passeggeri
precedenti si erano lamentati della brutta nottata e, colmo dei colmi, anche
lui, il tassista stesso, verso le quattro aveva avuto un improvviso e
fortissimo mal di testa.
Martin non disse nulla e convenne col tassista che
forse dipendeva dal tempo atmosferico... tuttavia pensò che, se fosse stata una
coincidenza, si sarebbe trattato di una
cosa veramente strana. D’altronde, le coincidenze sono sempre strane...
Arrivato all’Organizzazione delle Nazioni Unite,
pagò e salutò il tassista, avviandosi poi verso il suo ufficio. Aveva un
appuntamento entro breve con l’aiutante dell’ambasciatore dell’Etiopia.
Questo distintissimo signore arrivò con circa dieci
minuti di ritardo e, in perfetto francese, si scusò infinitamente per il
ritardo stesso, dovuto ad un mal di
testa improvviso, sopravvenuto verso le quattro del mattino: tale attacco lo
aveva scombussolato e lo aveva fatto ritardare.
A questo punto Martin non ce la fece a trattenersi e
disse: “Dottor Feibela, ha avuto per caso la sensazione di dover scrivere
qualcosa?”
Feibela sobbalzò sulla sedia, impallidì e gli disse
che le cose stavano proprio così. Non solo, aggiunse, ma il ritardo dipendeva
dal fatto che aveva dovuto scrivere quel qualcosa non appena pronto per uscire
dal suo hotel: era stato un impulso più forte della sua volontà e non aveva
saputo resistere.
Con mano esitante, trasse dalla tasca un foglio,
dove con grafia minutissima aveva scritto due facciate intere.
Aggiunse che aveva avuto la sensazione di scrivere
quasi sotto dettatura. Inoltre aveva scritto in un dialetto etiope: non uno
qualsiasi, bensì il dialetto del suo paesino natio in Etiopia. Non aveva altre
risposte o spiegazioni da dare.
Chiese a Martin se volesse sentir leggere il
foglio con traduzione in francese, al che Martin lo pregò di procedere, mentre
un sesto senso gli suggerì che forse
poteva già conoscere il contenuto della lettura.
Feibela lesse in francese e Martin a mano a mano
impallidì: lo riconobbe come il testo che lui stesso avrebbe voluto (o dovuto?)
scrivere la mattina, quando aveva deciso di opporsi e di farsi il caffè.
Feibela aveva
quasi finito quando Martin lo interruppe gentilmente facendo un cenno come per
dire che voleva proseguire al posto dell’etiope nella recitazione e, con somma
meraviglia di Feibela, finì la parte mancante in francese esattamente com’era
scritta nel foglio in dialetto etiope. Feibela guardò Martin con gli occhi
fuori della testa.
Feibela continuava a ripetere: “Incredibile, se non
lo avessi vissuto ora, non ci crederei “. Martin annuiva.
Si erano incontrati per un altro motivo e l’impegno
di lavoro che attendeva sul tavolo andava soddisfatto. Parlarono del loro
lavoro, finirono i loro discorsi e si ripromisero l’un l’altro di riparlare del
messaggio il giorno dopo.
Quando il dottor Feibela se ne andò, Martin si mise
al computer e scrisse: “Istruzioni di questa notte, 7 luglio 2043, ore 4
eastern time, ora di New York.”
A questo punto, come detto da Feibela, una strana
pulsione lo possedette ed egli cominciò a scrivere al suo computer, senza
motivo, in italiano.
La scrittura procedeva spedita, in modo
completamente automatico: c’era una differenza di sei secondi circa tra la
comparsa del significato della frase nel cervello e la visione concreta della
scritta da digitare.
Stava scrivendo come sotto dettatura: scrisse tutto,
senza fermarsi un attimo. La voce dentro di lui che creava le lettere non lo
faceva in una lingua definita: erano concetti che, chissà per quale motivo, si
depositavano nel cervello in lingua italiana.
Non aveva provato a scrivere nemmeno una parola
diversamente dal suggerito, sia perché non lo voleva fare sia perché aveva la
netta sensazione che comunque non lo avrebbe potuto fare.
Il contenuto sembrava una carta costituzionale, una
legge o qualcosa del genere: conteneva ordini precisi e severi moniti.
Martin lo aveva scritto senza prestare attenzione al
significato, anche se era sicurissimo di averlo scritto perfettamente. Si
riservò di approfondire il tutto. Era la prima volta che gli capitava una cosa
del genere.
La
segretaria Lucy Morgan.
Spossatissimo e allo stesso tempo soddisfatto per
quanto scritto, stampò una copia del messaggio e uscì dalla stanza, per
recarsi, dopo il corridoio, nell’ufficio della sua segretaria Lucy: una bionda
di ventotto anni circa, che lo salutò con un sorriso triste.
Martin: “Lucy, di solito mi fai un bel sorrisone e
oggi invece ti vedo un poco triste: posso esserti utile?”
Lucy: “Scusa Martin, ma stanotte ho dormito poco;
verso le quattro ho avuto un attacco fortissimo di mal di testa e per questo mi
sento molto debilitata...”
Martin di rincalzo: “Non avrai mica scritto anche un
foglio... “
Lucy lo guardo esterrefatta e disse: “L’ho appena
scritto adesso, non riuscivo a resistere... ecco il foglio... ma tu, come fai a
saperlo?”
Martin prese il foglio e lo lesse: era in inglese,
ma era la copia esatta del testo in italiano scritto da lui e del testo in
dialetto etiope scritto da Feibela...
Restituì il foglio a Lucy, la pregò di tenerlo
sott’occhio mentre lui leggeva il proprio ad alta voce, traducendo
contemporaneamente dall’italiano all’inglese. I testi erano in sostanza
identici e Lucy ebbe la forza di balbettare soltanto: “Ma... ma… com’è
possibile?”.
Lucy si sedette di colpo sulla sedia, con occhio
smarrito ed espressione impaurita.
Martin disse: “Qui è successo qualcosa di
molto serio che non comprendiamo bene; francamente, non mi sembra il caso di
scherzarci sopra ”.
Raccontò il
fatto del dottor Feibela e Lucy impallidì ancora di più. Inutile dire che, dopo
aver girato per gli uffici vicini, i due ebbero la conferma che tutti avevano
vissuto lo stesso episodio: solo le lingue potevano essere di volta in volta
differenti e regolarmente si trattava della lingua più sentita da ogni persona.
Martin
decise di telefonare a suo padre: seppe così che era successo anche a lui.
Pregò suo padre di chiamare a Venezia
suo fratello Paolo, zio di Martin, dirigente della biblioteca Querini
Stampalia. Si venne a sapere che era successo anche allo zio, tuttavia alle
dieci di sera. In entrambi i casi si trattava della stessa ora di Greenwich. In
Italia il fenomeno era successo il 6 luglio 2043 alle dieci di sera. Il
messaggio era lo stesso. Pertanto, tenuto conto dell’ora legale, si poteva
attribuire al fenomeno un tempo unico: era successo alle venti del 6 luglio
2043, ora di Greenwich, ora della Terra.
Martin
improvvisamente pensò che potesse trattarsi di qualche nuova, pericolosa arma e
pertanto si precipitò da uno dei suoi superiori, il dottor Mitchell,
coordinatore dell’Anti-terrorismo al Palazzo di Vetro.
Capitolo 4 - L’Anti-terrorismo e la
Legge. (20430707)
Legem brevem esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur.
(Occorre che la legge sia
breve, in modo che l’inesperto possa comprenderla facilmente).
Seneca (filosofo
latino, 4 a.C. - 65 d.C.), Lettere a Lucilio, 94, 38.
New York, 7 luglio
2043.
Entrato negli
uffici dell’Anti-terrorismo, Martin chiese subito del dottor Mitchell: mentre
parlava, si rese conto che l’atmosfera non era delle migliori.
Tutti andavano e venivano velocissimi, con documenti
in mano e con un fare concitato, quasi febbrile.
Disse al
primo incontrato di voler parlare con Mitchell: ricevette una risposta sgarbata
e non troppo chiara, dal tono della quale si capiva che non era quello il
momento per chiedere del capo.
Subito dopo,
a Martin fu evidente che la notizia delle quattro di notte era già conosciuta
da tutti e che la stessa aveva destato scalpore e preoccupazione. Comunque, la
situazione in quel momento era che all’Onu il messaggio non era stato ben
capito o meglio non interessava molto, perché era considerato un ballon d’essai[1],
un tentativo qualsiasi senza senso: si riteneva che il vero scopo fosse di
testare una nuova arma terribile e il vero pericolo era quindi il significante
e non il significato.
L’arma
sembrava aver raggiunto tutti gli esseri umani nello stesso preciso
istante. Si riteneva che entro
ventiquattro ore tutti gli altissimi esponenti mondiali avrebbero cominciato ad
approfondire l’argomento.
Martin era
molto perplesso: il contenuto del messaggio non era stato nemmeno considerato e
i responsabili dell’Anti-terrorismo all’Onu avevano dato maggior importanza al fatto che il messaggio fosse
stato inoltrato simultaneamente in tutti i cervelli del mondo.
Se fosse stato così, pensava Martin, il messaggio
sarebbe potuto essere stato anche un semplice “Ciao!” o una cosa qualunque. In
tal caso, i terroristi avrebbero potuto scoprire l’efficacia del sistema: tutti
ne avrebbero parlato per il mal di testa eccetera. Invece si trattava di un
messaggio lungo e complesso, anche se ancora poco chiaro.
Non poteva
pertanto trattarsi di uno scritto qualsiasi e, ricordando che il Messaggio gli
era sembrato una specie di proclama, costituzione o forse ultimatum, decise di
approfondire l’analisi dello stesso.
Tornò nel
suo ufficio ed espose a Lucy l’opinione prevalente negli uffici
dell’Anti-terrorismo e la sua personale, completamente diversa.
Lucy disse:
“Lasciamo che Mitchell e i suoi seguano la loro strada e speriamo che trovino
qualcosa; nel frattempo, mi sembra opportuno seguire la tua idea: analizzare il
messaggio in profondità ”.
Non aveva
ancora finito la frase che al telefono si fece vivo Jean Patron, amico di
Martin, francese, legale della sua ambasciata all’Onu. Jean esordì andando al
sodo: “Ciao Martin, Saprai del messaggio, ovviamente ”.
Martin: “Sì... sì... “
Jean: “Bene, vorrei esaminarlo assieme a te e, se
non hai niente in contrario, verrei a trovarti subito; ho avuto ordine di
riferire tutto quello che verrò a sapere ai servizi segreti di Parigi: posso
venire?”
Martin: “Sì, vieni pure subitissimo.” e pensò come i
francesi si stessero dimostrando molto rapidi e meglio indirizzati di quanto lo
fossero gli americani al Palazzo di Vetro.
Dopo dieci minuti, Jean Patron entrò nell’ufficio di
Martin, lanciando, con fare perplesso, un foglio sul tavolo.
Il testo del Messaggio.
A tutti gli esseri umani del pianeta Terra:
Iniziando dal 22 luglio 1969, la Terra è annoverata
tra i pianeti che possiedono una specie capace di viaggi interplanetari. Questo
comporta la qualifica di Pianeta con Civiltà.
Si rendono pertanto
necessarie alcune modificazioni per adattare gli esseri umani al loro
inserimento nelle eventuali Assemblee Intergalattiche future.
Come conseguenza di quanto comunicato e
contemporaneamente alla ricezione da parte degli esseri umani di questo
messaggio, un particolare gruppo di neuroni cerebrali è già stato modificato.
Tali neuroni avranno la denominazione convenzionale di Codice di Sincerità.
Il Codice di Sincerità corrisponderà allo stato di vero se l’essere umano sarà in totale
buona fede nei confronti dei suoi simili, altrimenti corrisponderà allo stato
di falso.
La decisione sarà presa, in modo completamente
autonomo, da alcuni circuiti sinaptici collegati con i neuroni suddetti.
Il Codice sarà posto nello stato di falso quando un essere umano, in mala
fede, si comporterà, oppure avrà l’intenzione conscia di comportarsi, in modo
da nuocere anche ad un solo suo simile.
Il processo avverrà per auto-attivazione e senza
possibilità di errore.
A titolo di maggiore delucidazione, sarà considerato
inoltre come comportamento nocivo per l’Altro: ritenere il proprio sesso o la
propria razza come privilegiati rispetto all’Altro; perseguire l’Altro per
motivi religiosi.
In casi dubbi, il sistema autonomo ed autoregolato
porrà il Codice di Sincerità nello stato di falso.
Il singolo paese, pur se considerato sovrano, non potrà
applicare leggi che vadano contro i punti precedenti.
Nelle leggi dei vari paesi dovrà essere inoltre
fatta esplicita menzione circa le parità di razza, sesso e religione e della
tolleranza assoluta correlata.
Nei casi controversi in cui i singoli subiscano
delle sanzioni per effetto delle leggi che non siano state abolite in base ai
punti precedenti, tali leggi andranno sottoposte, pena lo stato di falso nel Codice di Sincerità,
all’insindacabile decisione a maggioranza assoluta presa dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite.
Problemi religiosi, di razza o di differenze tra i
sessi non potranno essere discussi in nessuna sede, poiché già regolati dagli
articoli di questo messaggio. La Suprema Autorità Cosmica riconosce
l’Organizzazione delle Nazioni Unite ma non il suo Consiglio di Sicurezza, il
quale potrà comunque esistere per le consuete decisioni ordinarie non
riguardanti il presente dispositivo. I responsabili d’inosservanza di quanto
detto negli articoli precedenti saranno sottoposti alla condizione di falso nel loro Codice di Sincerità, sia
per le responsabilità dirette sia per quelle indirette.
Nel dubbio, i Codici di Sincerità saranno posti
senz’altro nello stato di falso. Lo
stato di falso non è permanente: alle
ore 00:00 GMT[2] del primo giorno del mese
di settembre di ogni anno, il Codice di Sincerità sarà ripristinato allo stato
di vero.
Ogni essere umano ha già ricevuto un Codice
Cerebrale di Identificazione unico, e così sarà per i nascituri.
Lo scopo finale della Suprema Autorità Cosmica, alla
fine del primo periodo, denominato Periodo Transitorio Breve, è quello di
contribuire all'indirizzamento degli esseri umani verso una socialità superiore
a quella attuale ed in particolare senza conflittualità all’interno della
specie umana.
Alla fine del Periodo Transitorio Breve, il quale
avrà una durata di 144 anni, potrà eventualmente prendere corso la Nuova Era. Il
primo controllo genetico sul Codice di Sincerità sarà eseguito il 31 luglio
2044 e così nuovamente ogni 31 luglio, per 144 anni circa. Durante il controllo
genetico sarà impartito un ordine per eliminare alcuni esseri umani. Tale istruzione sarà inserita in un neurone
cerebrale con un'estrazione a sorte pari al tre per cento, arrotondato per
difetto, tra tutti coloro che avranno il Codice di Sincerità impostato a falso.
La morte
sopravverrà a causa di problemi cerebrali opportuni nel mese di agosto di
ciascun anno interessato. Un angioma sulla fronte del soppresso indicherà che
la causa della morte è stata la selezione genetica voluta dalla Suprema
Autorità Cosmica. Data la sessualità presente sulla Terra, il sistema di
eliminazione genetica terrà conto in modo opportuno del numero di donne e
uomini che saranno eliminati, in modo che la proporzione tra i sessi
corrisponda alla popolazione esistente sulla Terra al 31 luglio precedente
l'eliminazione genetica.
La Suprema Autorità Cosmica sta seguendo
l’evoluzione di Homo Sapiens Sapiens e progenitori relativi da oltre due
milioni di anni solari. Altre volte, nel passato, l'Autorità ha sentito
l'esigenza di intervenire, soprattutto per studi e raccolta d'informazioni.
Alla fine del Periodo Transitorio Breve, se la
Suprema Autorità Cosmica, a suo insindacabile giudizio, dovesse ritenere
impossibile il passaggio con qualche probabilità di successo alla Nuova Era, si
procederà all’eliminazione totale di Homo Sapiens Sapiens, semplicemente
forzando il Codice di Sincerità allo stato di falso e rendendo uguale a uno il Codice Cerebrale di
Identificazione, questo per evitare situazioni incompatibili con
un’armonizzazione tra la specie umana del pianeta Terra e le altre forme di
vita intelligenti nell'universo.
Non saranno inviati altri messaggi. Eventuali
richieste di chiarimenti che la Suprema Autorità Cosmica dovesse ricevere da
domande formulate a opportuni esseri umani pre-informati, saranno evase a
insindacabile giudizio della Suprema Autorità Cosmica sempre comunicando con
gli stessi esseri umani pre-informati.
Qui termina il messaggio della Suprema Autorità Cosmica. Ore 20 di Greenwich,
GMT, del 6 luglio 2043, ora della civiltà cosiddetta occidentale del pianeta
Terra, sistema Sole, galassia Via Lattea.
Capitolo 5 - Sembra uno scherzo...
(20430707)
Salus populi suprema lex esto.
(La salvezza delle genti sia
una legge suprema).
Cicerone(scrittore politico romano, 106 - 43 a.C.), De
legibus, 3, 8.
New York, 7 luglio
2043.
“Incredibile...
“, borbottarono quasi all’unisono Jean, Lucy e Martin.
Poi prese la parola Jean: “Se si tratta di uno
scherzo, resta da esaminare come siano riusciti a farlo, ma su questo stanno
lavorando i collaboratori di Mitchell; se invece si tratta di una cosa vera,
potrebbe essere vera in tutto o in parte.
In ogni caso, il primo riscontro, con decessi
relativi, dovremmo averlo nell’agosto 2044; sino a quel momento ci conviene
pensare che sia tutto vero o quanto meno verosimile e preparare una strategia
opportuna.”
Lucy: “Si tratterebbe quindi di extra-terrestri,
chiamiamoli Cosmici per semplicità, i quali ci controllano da oltre due milioni
di anni; sembra inoltre che di razze intelligenti, nell’universo, ce ne siano
molte.”
Martin: “Se parliamo di preparare una strategia nei
confronti dei cosiddetti Cosmici, penso che ci sia poco da fare; mi sembra di
capire che la specie umana non abbia grossi margini di manovra... “.
Jean: “Il tre per cento di mortalità applicato ai
possessori dei cosiddetti neuroni in stato di falso non è poco.
Supponiamo che tutti gli esseri umani abbiano ogni
anno il Codice di Sincerità impostato a falso: dopo 144 anni l'umanità sarebbe
ridotta all'1.24% della popolazione del 2044.
Vi ricordo che dal 2040, se le previsioni
demoscopiche sono corrette, la popolazione mondiale non aumenterà più e nel
2100 dovrebbe tornare a cinque miliardi anche senza questa novità dei Cosmici
“.
Lucy: “Se oggi siamo nove miliardi circa, ci ridurremo
a centododici milioni... questo se non ci fosse la diminuzione che s'iniziò nel
2040.
Potremmo rimanere anche a zero; questo sempre che
l'eliminazione sia pari ogni anno al tre per cento, ma non sappiamo nemmeno
questo e quindi una stima in questo momento è molto difficile “.
Jean: “Questo dovrebbe cambiare completamente
l’organizzazione sociale della nostra specie... ovvero, dovremo trovare per
forza delle soluzioni che potranno scombussolare completamente l'economia, la
politica e le organizzazioni sociali attuali.
Sembra che l'intervento dei Cosmici sia dettato da
un'emergenza... sembra inoltre che nelle
altre galassie i sistemi intelligenti si
siano evoluti in modo diverso dal nostro... “.
Martin: “Mah...
era da molto tempo che ci seguivano... una prima cosa da fare è sentire
qualche luminare per vedere se, nei millenni trascorsi, avremmo potuto
evolverci in modo diverso...
Forse ci stanno dicendo che, a differenza di altri,
ad un certo punto abbiamo imboccato una strada che ci ha portato ad essere
quelli che siamo... “
Lucy: “Sembra che sia Dio che parla... se Dio si
chiamasse Suprema Autorità Cosmica... ci legge nel cervello, ci fa morire se
non obbediamo, per il nostro bene... ci tiene sotto controllo dalla notte dei
tempi... ci sono delle persone che possono parlare con Dio, con loro. Una
specie di profeti, come l’Oracolo di Delfo e altre cose del genere... Martin,
tu, che ne dici? “
Martin: “Perché no? Potremmo chiamarli anche Dio: o
forse Dio è ancora sopra di loro... Suprema Autorità Cosmica... chissà come
reagiranno i vari capi e capetti in giro per il mondo... ho la sensazione che
fino all’agosto del 2044 si sentiranno solo chiacchiere, dichiarazioni
bellicose da una parte e dichiarazioni di sottomissione dall'altra.
Una gatta da pelare, in effetti... comunque, qui
all’Onu, abbiamo un buon osservatorio.
Ora dobbiamo decidere se valga la pena di
approfondire chi siamo e mi chiedo: da un punto di vista antropologico, perché
l'uomo mente? Poteva svilupparsi una realtà diversa? Io proporrei di sentire
qualche luminare: Lucy, hai qualche idea?”
Lucy: “Sono d’accordo con te ma non ho idee “.
Jean: “Mi sembra che ci siano delle regole
indiscutibilmente giuste, ad esempio le decisioni a maggioranza assoluta
all’Onu e il non riconoscimento del Consiglio di Sicurezza.
Parecchi paesi che favoriscono il sesso maschile o
che prevaricano per motivi religiosi avranno parecchi problemi ”.
Martin: “Bene, da dove cominciamo? Ci restano 144
anni: sono cinque o sei generazioni. L’uomo è disonesto coi suoi simili: questo
è il problema sollevato dai Cosmici e questa sembra la causa di tutti i mali.
Questo comportamento, da un punto di vista storico,
se non paleo-antropologico, fa parte di noi? Se fa parte di noi, c'è poco da
fare: tanto valeva che ci dicessero: «Vi eliminiamo e basta». E chi potrebbe
darci una risposta concreta a questo? “
Jean: “Io comincerei con un antropologo culturale
oppure con uno scienziato evoluzionista, una specie di discepolo di Darwin... tuttavia, qui a New York, io non
conosco molta gente. Dobbiamo concentrarci sul perché non siamo sinceri.
Forse la persona più adatta potrebbe essere un
paleo-antropologo. Dobbiamo puntare su qualcuno che conosciamo, altrimenti per
le vie ufficiali ci vedremmo chissà quando e ci costerebbe chissà quanto... “
Lucy, sobbalzando sulla sedia: “Laura Freeman! Non
ci avevo pensato! Si tratta di una mia amica, insegna paleo-antropologia ed
evoluzione antropica qui a New York. Mi sembra adatta, almeno per farci
un’idea: ora, se siete d’accordo, le telefono “.
Tutti si dissero d’accordo e Lucy chiamò Laura
Freeman che si trovava a casa propria, in Central Park. Anche lei aveva
sofferto per un mal di testa terribile.
Non sapeva niente oltre al fatto che aveva provato l'impulso di scrivere e così
via. Dettero inizio immediatamente a una video-conferenza.
Messa al
corrente dagli altri di quanto sapevano, per un poco rimase allibita e poi,
dopo i soliti intercalari come «impossibile, incredibile, inaudito» eccetera,
dette il via al suo discorso.
Laura: “In effetti, parlando dei nostri antenati,
quando non eravamo solo mezzi ominidi e
mezzi scimmie, vissuti più di cinque milioni di anni fa, il cacciatore avrebbe
voluto stare solo e non mettersi in gruppo con gli altri.
Come fanno i lupi e altri mammiferi, la caccia in
branco era certamente più conveniente. L’uomo non ha, come non aveva allora,
grandi fauci, armi naturali o statura possente: immaginate una lotta con un
toro o con un orso, da soli...
All’interno del gruppo dei cacciatori c’era sempre
il più forte che prevaleva e che mangiava i bocconi migliori ma nonostante
questo anche agli altri conveniva il gruppo, altrimenti mangiare e sopravvivere
sarebbe stato più difficile: gli avanzi del più forte erano sempre meglio che
saltare il pasto.
Il capo-branco era inizialmente incontrastato e non
dissimulava il suo comando: lo mostrava esplicitamente e non ci si poteva
opporre.
Gli altri avrebbero voluto non aver bisogno del
raggruppamento e della sottomissione conseguente; inoltre la sottomissione
nuoceva anche nel rapporto con le femmine, le quali tendevano ad unirsi al più
forte per la protezione dei loro piccoli.
Questo creava negli ominidi aggregati e sottomessi
un astio profondo e un desiderio di cacciare da soli, inoltre c'era l'ovvio
desiderio di essere al posto del capo: bisognava invece adattarsi al
compromesso.
Era un senso di malessere interiore che cozzava
contro l’istinto libero e primigenio del singolo.
Il capo era parimenti a disagio, perché doveva
guardarsi dagli altri e stare sempre all’erta per rintuzzare improvvisi
attacchi da parte di qualche partecipante al gruppo.
Tutti, il capo e i sottoposti, per un motivo o per
l’altro, sognavano un mondo senza gruppi, dove sarebbero stati tutti felici e
quindi la realtà cozzava contro le aspirazioni intime e segrete del primitivo.
Sia il capo, sia i sottoposti, dovevano fingere di
star bene nel gruppo e non poteva essere diversamente.
La finzione comincia quindi cinque milioni di anni
or sono e anche di più.
Non capisco come i Cosmici possano dire che i
gruppi, nelle altre galassie, non hanno avuto l'impulso di fingere…
Ci sarebbe una spiegazione sola: altrove, le razze
intelligenti sono forti, diciamo delle tigri, per cui non hanno mai avuto bisogno
di aggregarsi per cacciare meglio... forse sarà così... ma qualche unione di
deboli ci sarà pur stata anche altrove: forse anche questi altri sono stati
eliminati dai Cosmici.
Tenete conto che anche i leoni cacciano in gruppo
pur non essendo deboli ma per aggirare le prede: Questo dimostra che quanto ho
appena esposto ha dei margini di incertezza.
Tornando a
noi, dicevo che il debole deve fingere di star bene nel gruppo: non può
comportarsi diversamente.
Da questo punto di vista è cambiato pochissimo;
gran parte del nostro cervello è immutata.
Una fase di maturazione psicologica importante è
tuttavia quella che ha portato i capi-branco a raccontare ai sottoposti delle
bugie più diplomatiche, più retoriche:
«Vedete... guardatemi... io, povero capo-branco,
come mi sacrifico per voi! Vi devo guidare, mi sacrifico e rimango in prima
linea, devo attaccare le prede e prendere tutte le decisioni.
Non sono obbligato a comportarmi così. Lo faccio perché sono buono e voi magari
pensate di perseguitarmi, attaccarmi, maltrattarmi... non vi vergognate?
Se prendo delle decisioni che al singolo possono
dispiacere, lo faccio per il bene della comunità, dovreste amarmi! Amatemi! »
In realtà egli era contentissimo di essere il capo
e, nel profondo, il fatto di mentire e di manipolare gli altri creava in lui un
certo senso di colpa: temeva inoltre che i suoi lo potessero intuire e che
forse lo avrebbero destituito dal ruolo privilegiato che occupava.
Anche oggi, come allora, nei membri del gruppo, si
crea un senso di colpa e pertanto pensano:
«Il capo, effettivamente, si sacrifica, noi lo
dovremmo amare, invece nel profondo di noi stessi vorremmo sopprimerlo,
ah!
Forse noi siamo più felici di lui... è lui che
decide, e deve farlo in modo giusto, altrimenti lo potremmo punire o
destituirlo. Noi invece possiamo essere più spensierati... quindi anche il
comando ha i suoi lati negativi... »
Il gruppo è pertanto visto, sia dai capi gerarchici,
sia dai sottoposti, come una cosa spiacevole e tuttavia necessaria; per non
parlare poi degli altri gruppi concorrenti...
Era inevitabile contendersi il territorio di caccia
con i concorrenti e, conseguentemente, l’appartenenza al proprio gruppo
diventava ancor più irrinunciabile.
Una vera e
propria maledizione che ostacolava la felicità, la quale diveniva un sogno:
sognare un mondo senza gruppi... se poi gli appartenenti ad un altro gruppo
avevano il colore della pelle differente, questo era un motivo in più per
serrare le proprie fila.
Noi eravamo poco più che scimmioni e già le nostre
orde si organizzavano.
Le grida del gruppo riunito stimolavano il
raddrizzamento del pelo degli scimmioni in modo da farli apparire più grossi ed
aggressivi, allo scopo di incutere terrore alle altre orde.
Il senso di appartenenza all’orda creava
l’orripilazione dei peli della schiena. I gatti, per incutere timore al nemico,
lo fanno ancora, come pure altri animali.
Quando, durante l’alza-bandiera o l’esecuzione
dell’inno nazionale, sentiamo un brivido lungo la schiena, questo è l’atavico
stimolo del gruppo, dell’orda che si prepara minacciosamente all’attacco: è
detto brivido sacro...
Questo fenomeno accade ancora oggi negli stadi,
quando i tifosi della stessa squadra sentono si appartenere allo stesso
gruppo...
Sono fenomeni antichissimi, creatisi milioni di anni
fa, addirittura quando non eravamo ancora Homo Sapiens Sapiens.[3]
Certo che quello del gruppo è un retaggio antico,
forse non più necessario... tuttavia persiste.
In tutto questo tempo, ci siamo abituati a convivere
con la menzogna e con la recitazione.
Non per niente sino a due secoli fa la Chiesa
Cattolica pretendeva che gli attori defunti non fossero sepolti in terra
consacrata: recitavano e quindi la recita era considerata menzogna.
Non è forse anche ciò che dicono i Cosmici? Notate
tuttavia che, almeno provvisoriamente, questi signori ci consentono di
prevaricare sugli altri, eliminando solo il tre per cento dei colpevoli, bontà
loro, forse per non scombussolarci troppo, forse per graduare le cose... “
Il
ricordo improvviso.
Martin: “Laura, complimenti... “
Laura: “Come volevasi dimostrare: so che i
complimenti me li fai sinceramente ma, inconsciamente, me li fai per metterti
sopra di me nel gruppo della video-conferenza che stiamo facendo... chi
gratifica vuole dimostrare che ha la licenza di gratificare, che ha un grado di
conoscenza superiore e in definitiva vuole dimostrare di essere un capo, perché
solo un capo può gratificare.
Come vedi, Martin, noi umani siamo proprio imbevuti
di manipolazioni e bugie e le bugie sono un tentativo per porsi al vertice di
una gerarchia: lo possiamo notare ad ogni piè sospinto.
Quest’osservazione ve l’ho fatta perché vi rendiate
conto che i concetti di gerarchia e manipolazione sono, secondo me,
strettamente legati tra loro e fanno ormai parte della natura umana.
Quando ricevete un complimento, diffidate.
Tornando al nostro argomento, quasi tutti quelli che
sono inseriti in una casta, oppure nei suoi sinonimi, come 'gerarchia'
eccetera, sono passibili di morte Cosmica, perché quasi tutti mentono per fare
i loro interessi, incuranti di nuocere agli altri.
Questi concetti di strutture a gruppo con mezze
verità e intere falsità fanno ormai parte in modo profondo della specie HSS...
sarà dura accontentare i Cosmici... “
Jean: “Chiarissimo… Come ne usciremo? Quali
soluzioni troveremo? La nostra civiltà dovrà cambiare... mi correggo: la specie
umana dovrà cambiare... e come si evolverà questa situazione in futuro, non c’è
dato sapere.
Sembra che non lo sappiano neanche i Cosmici. Non
sanno nemmeno se riusciremo a cambiare o se dovranno eliminarci.
Parlo sempre, ovviamente, come se il Messaggio dei
Cosmici fosse vero... insomma, ci conviene comunque pensare che sia vero,
altrimenti perderemmo tempo per niente.
Come detto prima, non avremo comunque riscontri
prima dell'agosto prossimo “.
Martin: “Già, già... in realtà... stavo pensando che
se la menzogna o l'ipocrisia sono sinonimo di gruppo, come dice Laura, il fatto
di sopprimere i gruppi significa ripartire da zero su tutto o quasi... a
sentire i Cosmici, sembrerebbe che questo potesse risolvere tutti i problemi
che abbiamo.
Cerchiamo di focalizzare alcuni aspetti.
Concentriamoci sui gruppi che sono alla fonte dell'ipocrisia. Chi comincia?”
Lucy: “Come diceva Laura, siamo partiti dalla
caccia, dal gruppo necessario per cacciare e sopravvivere; in seguito, i gruppi
non sono più stati abbandonati.
Sembra che nessuno in realtà voglia appartenere a
qualche gruppo, magari inconsciamente; o meglio, tutti ci rendiamo conto che ci
sono dei lati negativi; tuttavia, se i gruppi esistono ancora, significa che
gli aspetti positivi per conservare la specie umana prevalgono sugli aspetti negativi.
Sembra inoltre che sia così anche per chi comanda,
anche se con aspetti differenti. Questo sarebbe l'inizio dell'ipocrisia “.
Martin: “Direi che l’irregolarità o distorsione
sociale più importante (e quindi più colpevole) sia quando uno abbia un
incarico di responsabilità in più di un gruppo.
Almeno inizialmente, se tu appartieni a un gruppo
come soldato semplice, non hai necessità di mentire e anche se menti su
qualcosa per motivi personali, di riservatezza, pudore o quant'altro,
probabilmente non saresti punito dai Cosmici… “
Laura: “ Forse ci sono: se fai parte di più di un
gruppo e dici di comandare in uno soltanto mentre la verità non è tale, in
qualche modo puoi danneggiare consciamente gli altri: questo lo fai per
assicurarti maggior potere, maggior influenza, maggiori privilegi. I Cosmici ti
affibbiano allora il neurone falso e
paghi col tre per cento... mi sembra di capire che i Cosmici lo sanno già che
tu comandi in più di un gruppo ma vogliono che tu lo dica apertamente e
sinceramente a te stesso, perché sei l'unico che sa tutto di te stesso e
vogliono che tu smetta di arrecare danni.
Deve essere qualcosa del genere... tu stesso ti
autogiudichi colpevole: è il sistema di Stalin[4]. Lo spostamento verso
l’interno del senso di colpa implica un giudizio morale su noi stessi ”.
Martin: “Laura, vorrei confermare che sei in gamba
ma temo di ricevere un’altra rispostaccia... ”
Jean: “Un bel problema… tuttavia ci sarà pure una
soluzione per neutralizzare questi satanassi, anche se… ”
Martin lanciò un urlaccio: “Aaaah! Hai detto
satanassi! Lo dovevi dire prima! Prima! Satana! Siamo nel 2043! I cimbri!
«Cimbri 2043»! Come mai non ci ho pensato prima… sono un emerito idiota… la
riunione è sospesa! Devo chiamare subito in Italia!” e si precipitò verso il
telefono.
Jean rimase di stucco e Lucy disse a Laura, che si
trovava in tele-conferenza, che si sarebbero risentiti al più presto perché
Martin doveva essere impazzito improvvisamente: forse lo stress, chissà… “
Martin pensò che, essendo le undici della mattina,
in Italia non potessero che essere le cinque del pomeriggio. Chiamò
immediatamente il cugino Toni.
Toni viveva a Venezia e lavorava al museo Correr di
Piazza San Marco. Era responsabile della Rappresentazione Storica del museo e
consulente esterno della Sezione Storiografica della Biblioteca Marciana di
Piazza San Marco. Come sognava, si era laureato in Istoria e inoltre si era
anche laureato in lingue a Ca' Foscari.
Martin. “ Toni! Il momento atteso! Ci siamo! “
Toni: “Chi parla?”
Martin: “Come chi parla! Sono io, no? Sono Martin: è
arrivato il momento! «Cimbri 2043»! Satana o chi per lui! Prendo l'aereo e
arrivo al più presto. Secondo me non c'è tempo da perdere: chiama tuo padre e
digli di preparare in bella vista la traduzione italiana del manoscritto…
appena ho il biglietto dell'aereo, ti richiamo e ti dico quando arrivo “.
Toni: “Sì... il momento è arrivato… quanti anni, proprio
il 2043… ora ci siamo. Prenota l'aereo e intanto io chiamo mio padre. Ci
salutiamo, intanto…”
Martin: “Ciao… quando ti richiamo, mi dirai se devo
portare giù qualcosa…”
Toni: “Un momento! Negli appunti «Cimbri 2043» ci
sono parecchi riferimenti matematici e tuo padre è un matematico; dovresti
portare giù anche lui: se possibile, anche tua madre, così le due mamme
potranno intrattenersi… “.
Martin: “Va bene, vedo cosa potrò fare.”
Martin arrivò il giorno dopo con i genitori,
all'aeroporto Marco Polo di Venezia, alle nove di mattina.
Erano partiti alle quattro del pomeriggio da New
York e quindi, con il jet lag,[5] avevano impiegato un’enormità, anche se
il volo era durato in realtà otto ore. C'erano Toni ed i suoi ad attenderli.
Salirono tutti a bordo di un motoscafo-taxi e si
fecero portare a Santa Maria Formosa. La famiglia veneziana aveva una stanza da
offrire a Pietro e signora, mentre Martin dovette adattarsi in un divano letto
in soffitta.
Parlarono del più e del meno. I nuovi arrivati nella
notte risistemarono il ciclo circadiano scombussolato dal jet lag e la mattina dopo, mentre le due signore avevano già
programmato un giro di shopping per le Mercerie, gli uomini si recarono
nell'ufficio di Paolo, alla biblioteca Querini Stampalia.
Paolo aprì subito la cassaforte ed estrasse la
versione italiana del Diario degli Azzalini.
Controllò con la coda dell'occhio che l'originale in
cimbro fosse sempre al suo posto… non si poteva mai sapere… richiuse la
cassaforte e si recò assieme ai suoi parenti in una sala riunioni, dove ognuno
aveva la sua copia degli appunti «Cimbri 2043».
Paolo disse alla segretaria che era in corso la
riunione forse più importante nella storia della centenaria biblioteca: si
comportasse di conseguenza.
Pietro: “Bene… ci siamo… cominciamo… o no?”
Si levò subito un coro di assensi: “Cominciamo,
cominciamo…”
Nel frattempo, il cameriere aveva portato quattro
caffè propiziatori… buoni, soprattutto per i due sradicati e trapiantati che
tornavano dall'America.
Capitolo 6 - Diario di Antonio Azzalini: 10 luglio 1939. (20430710)
Il carattere dell'uomo è il suo demone. Eraclito(filosofo greco, 550 a.C.? – 480 a.C.?) Frammenti,
119
Venezia, mattina del 10
luglio 2043.
Paolo Ballarin: “Come anziano, suggerisco che la
lettura s'inizi dai miei appunti del 2010… son passati trentatré anni… se siete
d'accordo… chi legge? Legge Toni, va bene?
Quando ci sarà qualcosa da chiarire, chi vuole farà domande
e cercheremo l'eventuale risposta nella traduzione integrale italiana.”
Nessuna opposizione: Toni cominciò la lettura.
Diario
di Antonio Azzalini: 10 luglio 1939.
Oggi mi sono recato sul monte Pizzoc[6] con le mie pecore e
le mie capre.
Mentre le bestie pascolavano, mi sono seduto sul
bordo dello strapiombo.
Sono 1565 metri di altezza e sotto dell’osservatore,
in verticale, la parete scende sino a circa 300 metri sul livello del mare,
creando uno strapiombo di ben 1200 metri circa. Giornata tersa.
Ieri c'è stata una bella pioggia: si vedeva sino a
Venezia e anche molto più in là.
I cimbri più anziani dicono come in certe giornate
limpidissime si possa vedere addirittura la Dalmazia, anche se io non l'ho
vista mai.
Mentre ammiravo il panorama e tenevo comunque sotto
controllo il gregge, ho avvertito una voce che mi diceva:
“Antonio, sono io, quello che ti fa trovare i soldi…
fra un poco arrivo, hai 29 anni ed è ora che tu mi conosca, non prendere paura:
sono qui per aiutarti e spiegarti alcune cose.
Dimmi a voce alta che hai capito. Ti ho sempre
aiutato e prima di te ho aiutato i tuoi parenti: non prendere paura ”.
Non sapevo cosa dire… La voce m'incalzò: “Se hai
paura, me ne vado.”
Presi il coraggio a due mani e dissi: “Sì… ho
capito… non ho tanta paura… “
Fu allora che il caprone più mingherlino di tutti si
staccò dal gregge e venne ad accovacciarsi vicino a me: “Ciao, sono io… ”, ma
non muoveva la bocca se non per ruminare e mi fissava.
“Io… io chi?” allora cominciai ad avere veramente
paura.
“Quello che ti fa trovare i soldi all'ingresso del
Bus de la Lum[7].
Anche i tuoi genitori e i tuoi nonni l'hanno fatto per due secoli qui nel
Cansiglio, e ancora prima, quando erano sull'Altopiano dei Sette Comuni[8].
Dovrebbero avertene parlato, in cimbro si dice Hoaga Ebene vun Siiben Kameûn “.
“Allora sei tu che ci fai avere i soldi? Ma i miei
genitori lo sapevano che i soldi arrivavano da… senza offesa, da un becco?”
“Lo sapevano sì e no: cioè non mi hanno mai visto;
ho sempre parlato con loro attraverso il cervello, così come ho fatto prima con
te… semplicemente li inviavo a prendersi i quattrini.”
“Va bene, quindi se mi sono laureato è merito tuo…
ma chi sei, veramente?”
“Il mio vero nome, non vorrei che ti spaventassi, il mio nome, o
meglio il concetto del mio nome qui sulla Terra è Colui che non esiste. Pensalo un poco in sanscrito: un NON ESSERE,
un non esistente, hai una laurea in lingue…”
“Boh… essere è SAT e non essere è negato… la
negazione in sanscrito e AN come suffisso… come dire essere no… SAT AN… SATAN… Satana! Il caprone è proprio… “ diventai bianco
ed iniziai a tremare.
“Non aver paura! Non esisto nel senso che non ho un
corpo, ma ti ho sempre aiutato e molte sono le cose inventate, dette su di me,
per diffamarmi.
Il caprone ho dovuto metterlo perché, non avendo un
corpo, se parlo con i miei interlocutori, come nel tuo caso, loro pensano di
avere le allucinazioni e scappano. Il caprone serve solo per focalizzare la
loro attenzione.
Di solito uso un caprone o una capra oppure ancora
una pecora, perché un gregge si trova in uno spazio aperto ed io, in questo
momento, sono lontanissimo dalla Terra. Un posto elevato mi fa quindi come da
ponte radio, come da antenna.
Nei posti elevati e con dislivello elevato, come il
Monte Pizzoc, vado bene a comunicare, perché le onde cerebrali che io ti sto
inviando, sono cortissime e presuppongono un'assenza di ostacoli intermedi. In
realtà, il caprone, povera bestia, è lì tranquillo e non sa assolutamente
niente: con opportuni metodi cerebrali lo tengo fermo vicino a te, mentre
rumina.
Ti ripeto che io sto comunicando direttamente con te
e il caprone non c'entra. Potevo usare qualunque animale o anche qualunque
vegetale per focalizzare la tua attenzione in qualcosa di concreto. Queste
tecniche sono usate anche sulla Terra da chi pratica l'ipnosi: per esempio guardare
un ciondolo e cose del genere. Ripeto, altrimenti tu avresti pensato di aver
mangiato rucola[9] e di avere gli
incubi.
Io sono quindi spesso chiamato Satan: tuttavia, altre forze, di cui parleremo,
hanno sfruttato l'assonanza di Satan con un semitico Shaytan, che significa
invece avversario, nemico, ma sono maldicenze.
Tutti noi che veniamo da un pianeta remotissimo
siamo chiamati Satana, Colui che non
esiste. Il mio nome individuale, che
mi distingue da tutti gli altri Satana, è Beh-lih-hal, conosciuto dagli uomini
come Belial.
Mi hanno chiamato in tutti i modi possibili:
Be'lial, Belhor, Baalial, Beliar, Belias , Beliall
Beliel, Bilael, Bhelu, Bəliyyá'al. Senza contare che mi
chiamavano anche Matanbuchus, Mechembuchus, Meterbuchus. Nella mia lingua,
Beh-lih-hal significa La prudenza lo
ricopre, un nome che implica un concetto, come fanno anche gli indiani d'America, quelli con la pelle
rossa. Qui sulla Terra, invece, han cercato di attribuire al mio nome tutti i
peggiori significati, il più comune dei quali è Senza Valore, dall'ebraico Beli
yo' il.
Tutte
invenzioni idiote e senza costrutto alcuno, basate sull'assonanza pura e
semplice. Se non avessero trovato qualcosa in ebraico, pur di denigrarmi,
avrebbero cercato un'assonanza nell'aramaico o in qualsiasi altra lingua ”.
Io: “Va bene, prosegui: dimmi come devo chiamarti...
”
Belial: “Col mio nome, ovviamente! Belial! Ti dipingo ora un quadro
storico generale: devo partire da molto lontano, da quindici miliardi di anni
fa.
Non serve che tu prenda appunti, ora: tuttavia sin
da stasera t'invito a scrivere tutto su un diario.
Le mie tecniche preservano nel tuo cervello i miei
discorsi per due o tre giorni, ma poi potresti anche dimenticare qualche particolare.
Inoltre è molto probabile che di questi incontri ne avremo ancora molti.
Sarebbe opportuno che il diario avesse una buona
capienza. Stavo dicendo che quindici miliardi di anni fa è cominciato
l'universo che tu conosci.
Io vengo da un sistema solare che non esiste più da
molto tempo: il nostro pianeta si chiamava Eddah.”
Io risposi: “Eddah… Edda, l'inferno dei sassoni,
l'Ade dei greci e dei romani. Quindi qualcuno vi chiedeva da dove venivate e
voi rispondevate Eddah, e chi ascoltava capiva Edda o Ade, oppure associava il
concetto... perché Inferno?”
Belial: “Perché se Dio è buono, sta in alto e
Satana, per ridicolo contrappasso, che dicono sia cattivo, sta in basso, agli
Inferi… ma diremo ogni cosa a suo tempo, altrimenti facciamo una confusione terribile,
nel senso che non si possono portare avanti mille discorsi tutti assieme.
Proseguo… non ho più un corpo ed io, con i miei
simili, vorremmo trovare, o forse volevamo trovare, un pianeta adatto ad
ospitarci.
Noi eravamo molto simili a voi, tuttavia non siamo i
padroni assoluti e… ma forse è meglio che proceda con ancor più ordine. Io so
già che quello che ti ho detto ti è chiaro, ma per mantenere una parvenza di
dialogo te lo chiedo comunque: ti è tutto chiaro finora?”
Gli dissi: “Se lo sai già… comunque mi è chiaro, vai
avanti ”.
Belial: “Dicevo che, per quanto ne sappiamo,
l'universo s'inizia 15 miliardi di anni or sono, con il famoso Big Bang.
Esistono alcune forme di intelligenza più avanti di noi. Diciamo una dozzina
almeno.
Quella che ha la più grande conoscenza e che vuole
comandarci, è un'intelligenza che noi chiamiamo Quelli che possono di più, o semplicemente chiamiamoli i Potenti, per capirci. Noi non sappiamo se questa forma
d'intelligenza sia quella che voi chiamate Dio.
I casi sono due: o c'è il vero Dio sopra i Potenti,
oppure Dio sono loro. Questo è il dubbio che ci attanaglia e il motivo per cui
a tempo debito abbiamo litigato.
Se i Potenti sono Dio è un conto, ma se non lo sono,
noi abbiamo diritto di non soggiacere alle loro leggi, anche se possono
obbligarci all'obbedienza con la forza, perché hanno una tecnologia molto più
avanzata della nostra.
Non hanno mai voluto risponderci ma proseguiamo nel
nostro discorso, un passo alla volta. C'è un'osservazione molto importante da
fare: i Potenti mostrano di seguire con la massima attenzione delle regole,
poche in verità, tuttavia tali regole sembra che siano seguite attentamente
quando a loro conviene.
I casi, poi, sono di nuovo due: o le regole sono
state promulgate da un Dio sopra di loro, oppure, se Dio sono loro, si sono
auto-obbligati a rispettare queste regole. In quest’ultimo caso, noi ci
chiediamo perché si siano date proprio quelle regole (e non altre) e quando lo
abbiano fatto: anche su questo punto non ci hanno mai risposto.
Un'altra cosa: non ne siamo sicuri, ma sembra che i
Potenti siano in realtà un consorzio, una lega di tre civiltà e che le regole
siano state stabilite di comune accordo.
Quest’accordo è stato fatto da pochissimo tempo,
qualche migliaio di anni.
Abbiamo pertanto un altro dubbio: tre civiltà
dominanti oppure una soltanto? Anche su questo ritorneremo.
Tutti costoro, uno o tre che siano, non hanno più i
loro sistemi solari e tutti costoro esistono, come noi, solo come energia
psichica: sappi fin d'ora che questo è il destino di tutte le civiltà.
Anche la definizione di civiltà ti sarà data fra
poco e per questo devo ora darti una mappa cronologica dell'universo. Chiudi
gli occhi che te la trasmetto “.
Io chiusi gli occhi e avvertii un senso rapidissimo
di nausea: subito dopo ebbi chiara in mente una specie di tabella con delle
annotazioni in calce.
Belial proseguì: “Come vedi, l'inizio della civiltà
dei Potenti, sempre che non siano Dio, si può far risalire a circa dieci
miliardi di anni fa. Non ne siamo sicuri perché nessuno l’ha mai confermato.
Noi, invece,
siamo in ritardo su di loro di ben quattro miliardi di anni. Un tempo enorme.
Quando ci siamo civilizzati ed avevamo ancora un corpo come voi, loro ormai
erano avanzatissimi ed hanno continuato a migliorare la loro tecnologia e la
loro conoscenza.
Come puoi vedere dall'illustrazione, la civiltà si
considera come tale da quando una specie esegue il primo viaggio interplanetario:
è un criterio come un altro.
Ti dico fin da ora che noi riteniamo probabile il
vostro sbarco sulla Luna tra il 1965 e il 1975, quindi fra una trentina d'anni.
I Potenti e anche le altre due civiltà a loro
associate (se ci sono, ma sembra di sì) non hanno mai avuto sesso sin
dall'inizio. Sono degli ermafroditi. Anzi, ti dirò che la stragrande
maggioranza delle oltre centomila civiltà esistenti (che hanno già fatto il
primo viaggio interplanetario, altrimenti le specie intelligenti sono milioni e
milioni) sono ermafroditi.
Sulla Terra, ad esempio, la chiocciola comune è un
caso di ermafroditismo. Da un punto di vista specifico, cioè della specie alla
quale appartiene l'animale, se le condizioni ambientali sono difficili,
esistono notevoli vantaggi ad essere ermafroditi, in quanto è sempre possibile
l'autofecondazione, mentre nel caso nostro e di voi esseri umani questo
ovviamente non è possibile se non in presenza di un essere dell'altro sesso.
Questo è un argomento che sta alla base della guerra
tra noi e i Potenti. Noi di Eddah, come voi della Terra, eravamo inizialmente
bisessuati.
Siamo anche noi delle eccezioni alla regola
prevalente e, come voi, apprezzavamo i piaceri della sessualità, sconosciuti
agli ermafroditi.
Nella logica dei Potenti sono proprio quelli come
noi, cioè i bisessuati, che hanno dato origine a tutti i problemi: questa è la
loro opinione.
Siamo insomma colpevoli di essere quelli che siamo e
questo per noi, come anche per voi, non è facile da digerire.
Dopo 12 miliardi di anni di universo, quando la nostra
civiltà su Eddah aveva circa quattro miliardi di anni e il nostro sistema aveva
ancora due miliardi di anni di esistenza possibile, abbiamo cominciato a
pensare al nostro trasferimento in massa e al luogo più adatto. Mentre per gli
ermafroditi non fa alcuna differenza (o quasi) passare dal
corpo fisico a quello spirituale, per noi non era proprio la stessa cosa. Per
un bisessuato, il passaggio allo spirituale è quasi una condanna, e forse senza
il quasi. I valori della civiltà cambiano completamente.
Big Bang
Oggi
1
|
2
|
5
|
6
|
9
|
11
|
12
|
13
|
14
|
15
|
Pin
|
#P
|
Pfin
|
|||||||
Sin
|
#S
|
Sfin
|
|||||||
Tin
|
#T
|
||||||||
in = inizio del sistema solare dei Potenti e degli altri
due probabili consociati.
Pfin= fine del sistema solare dei Potenti e dei
consociati, con esplosione della stella rossa gigante.
Sin = inizio del sistema solare di Satana, pianeta Eddah.
Sfin= fine del sistema solare di Satana, con esplosione
della stella rossa.
Tin = inizio del sistema solare della Terra.
Tfin= il sistema solare della Terra finirà quando
l'Universo avrà venti miliardi di anni. La Terra ha ancora cinque
miliardi di anni di vita circa, salvo
collisioni con asteroidi ed altre cause imprevedibili.
#P
Inizio civiltà dei Potenti, si stima oltre 10 miliardi di anni fa.
#S
Inizio civiltà dei Satana-Eddah, 6 miliardi di anni fa.
#T Inizio civiltà sulla Terra,
vedi subito sotto.
L'inizio della civiltà si
considera corrispondente al primo viaggio interplanetario:
(Terra = stimato in 1965 ~ 1975)
|
Quando noi parliamo con qualche specie ermafrodita,
loro capiscono perfettamente, a livello raziocinante, cosa significa perdere la
sessualità, tuttavia non riescono a sentirlo a livello di sentimenti.
Per loro, semplicemente, non ha senso. Tanto meno
capiscono la gelosia, il completamento tra i due sessi e così via. Loro
ragionano diversamente: dicono che, mentre loro procreano da soli, noi lo
facciamo in due e questo è visto come una complicazione inutile. Tu puoi capire
cosa voglio dire: per noi, la vita senza l'altro sesso non è neanche
concepibile. E non è solo una questione di tempeste ormonali: sono rapporti che
si creano e durano sino alla morte; diventa uno scopo di vita, di affetti e
sensazioni, d’integrazione reciproca, di dialogo.
Esistono dei miti
sulla Terra, molti dei quali derivano da nostri colloqui con alcuni di voi,
dove si dice che qualcuno ha rinunciato all'immortalità per rimanere accanto al
partner. Certamente l'immortalità non è ottimale per i bisessuati. Ci siamo
avvicinati a voi ancora quando non eravate
dei mammiferi, cioè oltre trecento milioni di anni fa, quando ancora i
rettili giganteschi popolavano la terra e voi dovevate stare sempre nascosti
per evitare di farvi sbranare.
I vostri occhi, ad esempio, sono ancora fatti per il
buio. Eravate, a quel livello,
com’eravamo noi all'origine: dei piccoli esseri ermafroditi di un tipo
speciale, com'è ancora oggi la cernia.[10] La cernia ha un certo senso del sesso, mentre
sembra che i Potenti siano stati ermafroditi da sempre, fin dalla nascita, come
lo sono certi anellidi e poche altre specie sulla Terra.
Essendoci già un certo senso di sessualità, anche se
modesto, nei vostri remotissimi progenitori, abbiamo dato il via allo studio
genetico su questi piccoli proto-mammiferi, ancora mezzi ermafroditi, vostri
antenati. Soprattutto studiavamo in laboratorio le probabilità della deriva
genetica e così via.
I Potenti non sapevano niente di questo e noi non lo
avevamo nascosto volutamente: semplicemente eravamo interessati ad assicurarci
un futuro bisessuato e non avevamo neanche pensato cosa ne potessero dedurre i
Potenti.
Gli studi dettero esiti positivi; eravamo molto
simili ed avremmo potuto inserirci in voi modificando non di molto il vostro
DNA: una volta creata una sessualità completa nei vostri antenati, il resto era
relativamente semplice.
Devi sapere che la regola intergalattica numero uno è:
CON ESPRESSA AUTORIZZAZIONE, SI PUO’ INFLUIRE SUL DNA DI
UNA SPECIE INTELLIGENTE SE E SOLO SE LA SUA EVOLUZIONE PUÒ COSTITUIRE PERICOLO
O PREGIUDIZIO PER L'EVOLUZIONE DELL'UNIVERSO O PER SE STESSA.
Questa regola, molto ambigua, perché la definizione
del termine intelligente in certi casi ha valenza retroattiva e i certi casi
no. Ma ne parleremo meglio in seguito.
Noi siamo stati accusati, nel vostro caso, di non
averla rispettata fino in fondo. La nostra difesa è che non abbiamo manipolato
esseri intelligenti. Tutto qua. Ma anche i Potenti hanno mancato spesso a
quest’osservanza…
I Potenti pensavano che, essendo quasi tutti i
problemi provenienti dalle specie bisessuate, non fosse saggio che qualcuno ne
creasse ancora tramite manipolazioni genetiche di esseri che, come le cernie,
non erano propriamente ermafroditi ma quasi.
Questo, dato che la mancanza la avevamo commessa
noi, andava contro la regola intergalattica numero uno: ma procediamo per
ordine.
La buona notizia per noi arrivò 65 milioni di anni fa, cioè quasi ieri, in termini di
universo: un asteroide gigantesco cadde sulla terra e colpì dei giacimenti di
petrolio al largo del golfo del Messico.
Incendi mostruosi devastarono la terra e tutti i
grossi rettili eterotermi[11]
che non morirono dal caldo, morirono poi dal freddo e dalla fame, a causa delle
nubi che per anni ed anni oscurarono successivamente il pianeta Terra,
raffreddandolo.
Gli animali che noi tenevamo sotto osservazione
(cioè voi) erano invece omeotermi[12] e, sia per questo motivo, sia per la taglia
piccola (non potevano crescere e farsi vedere per non finire in pasto ai
dinosauri) sopravvissero egregiamente al cataclisma. Inoltre erano (eravate…)
pochi.
Decidemmo allora di fare il trapianto genetico su
alcuni di loro-voi, un migliaio abbondante, sterilizzando i soggetti più
indirizzati all'ermafroditismo: ed ecco nascere come per incanto i nuovi
mammiferi bisessuati al posto degli ermafroditi quasi mammiferi!
Un grande successo di tecnologia genetica, te lo
garantisco. Siccome questi vostri
progenitori non avevano nemici a causa della scomparsa dei rettili giganti, si
svilupparono molto bene nel loro bisessualismo e dopo altri 60 milioni di anni,
cioè circa cinque milioni di anni fa, noi di Eddah, ormai senza il nostro
sistema solare (nel frattempo esploso con la solita stella gigante rossa) ma
ancora geneticamente vivi su altri pianeti, brindammo al successo.
Noi potevamo
diventare voi: si trattava di portare a termine gli ultimi interventi genetici
entro altri due o tre milioni di anni onde ottenere l'ultimo abbinamento del
nostro DNA col vostro... Da quel momento, una nostra delegazione, ancora
corporea, fu sempre presente sulla Terra.
Avevamo brindato troppo presto... e mentre il tempo
trascorreva, ben altri problemi si affacciavano nel nostro futuro: i Potenti.
I Potenti l'avevano presa molto male: avevano
sottovalutato che, per noi, la trasformazione in energia psichica era un
fallimento del bisessualismo.
Per loro, essere carne o spirito non faceva alcuna
differenza: né fisica, né culturale.
Insomma, eravamo differenti. Ma il coltello dalla parte del manico
l'avevano pur sempre loro: erano molto più evoluti.
Bisogna precisare inoltre che i bisessuati sono molto aggressivi e concorrenziali tra di
loro, e se di piccole dimensioni o senza armi particolari per aggredire, per
cacciare ed essere più forti, creano delle orde, dei sottogruppi, dove tutti
vogliono prevalere, ma nel gruppo è solo uno ci riesce e questo anche per
conquistare le femmine ed assicurarsi la riproduzione.
Insomma, mentre i bisessuati hanno alcuni vantaggi
sul piano emotivo, come ad esempio uno sviluppo più rapido dell'intelligenza
come conseguenza della competizione, i bisessuati stessi sono un problema per
un universo ordinato e civile, meno competitivo.
Questo è solo un riassunto e ci sono altri aspetti,
importantissimi, di differenziazione tra ermafroditi e bisessuati.
I Potenti decisero: gli abitanti di Eddah, ormai
trapiantati su altri pianeti, dovevano essere resi impotenti.
Questo, tra
l'altro, ci obbligava a trasformarci in spirito, pena l'estinzione della nostra
specie. In questo modo i Satana provenienti da Eddah non avrebbero fatto altri
danni e soprattutto non avrebbero più avuto motivo di ignorare la prima regola
intergalattica.
Per dirla in altri termini, sulla Terra (secondo i
Potenti) i Satana avevano fatto un grave danno. Si trattava di evitare
successivi episodi del genere.
Essendo noi impotenti, non avremmo avuto più alcun
interesse a sviluppare specie bisessuate.
Non abbiamo ancora oggi le conoscenze per capire
come abbiano fatto a sterilizzarci. Per riassumere, ci accorgemmo a un certo
punto che i nostri gameti, equivalenti ai vostri spermatozoi e ai vostri ovuli,
non erano più vitali e non siamo più riusciti a rivitalizzarli.
Voglio precisare che, per fare questo, usarono
probabilmente delle tecniche genetiche a distanza, che noi capiremo, forse, fra
un paio di miliardi di anni.
Tuttavia voi avete un proverbio dai tempi di Roma: Spes ultima dea, ovvero finché c'è vita, c'è speranza… e vita
ce n'è ancora, moltissima… aspettiamo solo il momento opportuno. Per ora, siamo
qua a proteggervi, tutto sommato siete un poco le nostre creature.
I Potenti sanno che stiamo aspettando e che il fuoco
cova sotto la cenere: potrebbero annientarci ma non lo fanno, sempre per le
famose regole, autoimposte o date da un Dio sopra di loro, non lo so“.
Rimasi allibito: mi sentivo una pedina qualsiasi in
una partita a scacchi.
Aggiunsi: “I tuoi discorsi mi spiegano un sacco di
leggende, di passi della Bibbia, mi si sta aprendo un mondo, cose che mi
avevano sempre affastellato la mente ma che non riuscivo a coordinare… dimmi
una cosa: c'è l'anima? “
Belial: “Sicuramente un'anima per un bisessuato non
ha molto senso, secondo me. Ma di questo e di tante altre cose, come le
leggende sorte attorno a questi fatti, ne parleremo in seguito.
Sappi comunque che molti passi della Bibbia sono
racconti creati dopo dialoghi come questo, alcuni tra gli uomini e noi, alcuni
altri, invece, tra gli uomini e gli emissari dei Potenti. Altri ancora da
uomini che sono stati, alternativamente,
in contatto con noi o con gli emissari dei Potenti.
I Potenti non
sono mai direttamente in contatto con gli uomini: usano degli emissari, che
fanno una specie di intermediazione.
Prima di salutarti, devo dirti un'altra cosa: entro
un mese circa, le menti umane saranno pronte per un altro enorme scontro.
Questo sarà molto più grave di quello della prima guerra mondiale.
Voi cimbri, per motivi che ti spiegherò, siete
protetti da noi di Eddah in modo particolare. Tuttavia devo avvisarti che per i
prossimi anni dovrai stare lontano dal Bus de la Lum.
Col prossimo colloquio ti darò i quattrini
direttamente. Dillo ai tuoi parenti, senza entrare troppo nei particolari:
d'ora in poi, i quattrini li riceverai solo tu. Se non hai qualcosa da dirmi,
ti saluterei.”
“Ne avrei un’infinità di cose: parleremo la prossima
volta. Ciao.”
Belial: “Ciao, ricordati che mi chiamo Belial.”
Il caprone si scosse, mi guardò stralunato, come se
si fosse appena svegliato e, con un paio di balzi, ritornò nel gregge, con i
suoi simili.
Mi sono riletto tutto. Mi sembra di non aver omesso
veramente niente.
Come aveva detto Belial, devo cercare di non perdere
il diario.
Mio padre mi ha chiesto dov'ero stato: gli ho
consegnato tutti i quattrini di Belial e gli ho detto che d'ora in poi li avrei
trovati io e che lui non li avrebbe più trovati.
In ogni caso, sino a nuovo ordine, né lui né gli
altri dovevano più avvicinarsi al Bus de la Lum.
Mi ha guardato con la bocca aperta, mentre portavo
le capre e le pecore negli ovili.
Paolo Ballarin: “Satana o non Satana, Belial o non
Belial, ormai è quasi l'una del pomeriggio e con questo caldo non vorrei fare
la fine del conte Ugolino.
In qualità di presidente anziano, propongo, anzi
quasi quasi ordino, di proseguire la riunione nella trattoria in Calle della Bissa, di fronte a un piatto di
quel che volete.
Io mi mangerò sardine in saor alla chioggiotta[13],
senza pinoli. Magari doppia razione, tanto senza pinoli e senza uvetta di
Corinto è un piatto molto leggero. Chi viene? “
Pietro Ballarin: “Forse un panino piccolino…”
Paolo: “Facciamo finta di essere maggiorenni e che
ognuno possa mangiare quello che vuole… ”
L'esercito era già sulla porta, compatto come un sol
uomo, deciso ad occupare un tavolo della trattoria che distava dieci minuti di
cammino.
Mentre attendevano le pietanze, anche Satana-Belial,
tutto sommato, appariva nella situazione come un buon diavolo… anzi, fecero un
brindisi alla salute del demoniaccio con un bicchiere di Ribolla Gialla[14].
I commensali convennero che, per confermare un
proverbio, il diavolo non era poi così brutto come solitamente si dipingeva.
Figura 6 - Maschera bizantina, Venezia.
Capitolo 7 - Diario di Antonio Azzalini: 15 ottobre 1939. (20430710)
Si Satanás pudiese amar,
dejaría de ser malo. (Se Satana potesse
amare, smetterebbe di essere cattivo). Santa Teresa da Ávila (Mistica
spagnola, 1515-1582)
Venezia, pomeriggio 10
luglio 2043.
Paolo Ballarin: “Proporrei di evitare altri commenti
e di proseguire; se siete d'accordo, affiderei la lettura a Martin: va bene per
tutti?”
Tutti erano d'accordo e Martin cominciò la lettura,
non prima di aver fatto portare dal cameriere della Querini Stampalia un altro giro di caffè.
Diario
di Antonio Azzalini: 15 ottobre 1939.
Oggi mi sono rivisto con Belial sul Pizzoc e per
prima cosa il caprone prescelto mi disse che i quattrini erano sotto una pietra
vicina. Gli chiesi se lui fosse in grado di sapere il futuro, poiché,
effettivamente, la sua previsione circa la guerra si era dimostrata esatta: il
primo settembre i tedeschi avevano invaso la Polonia e alla fine del mese
avevano completato l'operazione.
Dai giornali
non si poteva ricavare molto di più e mi sembrava comunque chiaro che egli era
dotato d'una assoluta capacità di
prevedere. Mi rispose che non era proprio così e mi spiegò come stavano le
cose.
Belial: “Io non so se i Potenti posseggano la
capacità di sapere il futuro: di sicuro noi non la possediamo. Noi prevediamo
parecchie cose usando tecniche matematico-statistiche che sono anche a tua
disposizione.
Come esempio per le nostre previsioni, ti faccio il
seguente discorso: supponiamo che tu metta in fila quattro tessere del gioco
del domino e che poi tu colpisca la prima in modo che la stessa faccia cadere
la seconda, che questa a sua volta farà cadere la terza e così via. In questo
caso sono quattro tessere.
Fai presto a mettere le quattro tessere in fila e le
stesse faranno presto a cadere. Se ogni tessera, nella caduta, sprigiona una
certa energia, questa forza complessiva sprigionata sarà complessivamente poca
e le conseguenze di quest'operazione saranno come quelle di un gioco, cioè
niente o quasi.
Supponiamo ora invece che tu metta in fila centomila
tessere del domino: ci metterai un sacco di tempo e avrai dei problemi
logistici; così, ad esempio, le tessere non troveranno spazio sufficiente sul
tavolo e dovrai considerare una superfice più ampia. Poi avrai dei problemi di
ottimizzazione: alla fine del tavolo, dovrai girare la fila delle tessere.
FINE
DELL'ESTRATTO DE LA NUBE DI OORT
[1] Francese: letteralmente pallone di assaggio, Tentativo di
sondare le opinioni dell'interlocutore.
[2] Greenwich Meridian Time.
Ora di Greenwich, ora ufficiale della Terra.
[3] D'ora innanzi sarà usata
la sigla antropologica HSS.
[4] Il lavaggio del cervello
proseguiva sino a quando il sospettato si dichiarava colpevole.
[5] Problemi fisici dovuti al
rapido cambiamento di fuso orario con gli aerei: salta il ciclo circadiano.
[6] Monte Pizzoc: 46.042856°
N, 12.338917° E
[7] Termine friulano: Buco
della Luce. Inghiottitoio carsico di 180
metri di profondità situato Lat. 46.057835° N, Long. 12.410921° E.
nell’Altopiano del Cansiglio. L'inghiottitoio è così chiamato per i fuochi
fatui dovuti alla consuetudine di gettarvi dentro le carcasse del bestiame
morto per malattia. Ospiterà, alla fine della seconda guerra mondiale, circa
500 morti gettati dai contendenti. Molti morti non sono ancora stati recuperati
(al momento della stesura di queste note). Si tratta di circa 200 soldati
tedeschi, di 100 militari della Repubblica Italiana di Salò e di 200 civili,
spinti all'interno con i polsi legati da fil di ferro, anche a due a due.
[8] Lat. 45.9° N, Long. 11.5° E. Detto anche Altopiano di Asiago.
[9] Eruca sativa. Erba di campo saporitissima e acidula, da mettere
nell'insalata in modica quantità. Il
popolo dice che sia allucinogena: quest’affermazione non ha alcun riscontro
scientifico.
[10] Epinephelus lanceolatus.
Le cernie possono arrivare quasi a tre metri. Sono Ermafroditi Proteroginici.
Le giovani cernie sono in predominanza femmine e si trasformano in maschi
quando crescono.
[11] Che non sono in grado di
regolare internamente la loro temperatura, ma si adeguano a quella esterna.
[12] Animali più evoluti, con
un metabolismo che si scalda quando fa freddo e viceversa.
[13] Sardine marinate in aceto
e cipolla, molto appetitose. Si tratta di un piatto estivo da servire
preferibilmente freddo. La versione veneziana è orientaleggiante: contiene
pinoli ed uvetta dolce di Corinto.
[14] La Ribolla Gialla è un
vino bianco ad alta gradazione e di colore paglierino intenso, di origine
friulana e istriana. Può anche sostituire dei rossi leggeri. Si serve
ovviamente freddo, specie nel mese di luglio.
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