mercoledì 7 marzo 2012

A104 Letteratura: Israel Joshua Singer.


Nasce nel 1893 in Polonia e muore nel 1944 a New York, dove si è trasferito nel 1933. Israel J. Singer è il fratello maggiore di Isaac Bashevis Singer e muore prima che il fratello più piccolo vinca il premio Nobel per la letteratura nel 1978.
La mia opinione personale è che entrambi meritassero il Nobel ma questo premio difficilmente viene attribuito alla memoria.
Il libro principale di Israel appare nel 1936 col titolo I fratelli Ashkenazi. Scritto in Yiddish, copre la vita dell'Europa orientale, Germania e Russia compresa, per circa un secolo, da dopo Napoleone I sino alla fine della prima guerra mondiale.

Il libro è importantissimo perché consente di cercare di capire il problema degli ebrei. Io penso di aver capito qualcosa, ma molto poco.
Tra le cose che ho capito:
1.  Le minoranze tendono ad organizzarsi e ad aiutarsi reciprocamente e gli ebrei fanno questo in particolare, come gli italiani a Brooklyn eccetera.
2.  All'interno della stessa etnìa, così come tra cattolici apostolici romani e protestanti e così come tra sciiti e sunniti musulmani, esistono delle enormi rivalità. Gli ebrei si possono dividere approssimativamente in ashkenaziti (provenienti dalla Ruhr in Germania), sefarditi, provenienti dalla Spagna sin dal 1492 (in ebraico la radice sfrd significa Spagna) e in chassidici, stretti osservanti, con le treccine e col cappello nero oltre che con una specie di giacca nera piuttosto lunga, che nel nostro romanzo provengono soprattutto dalla Lituania.
3.  Le differenze tra le popolazioni servono quando le cose vanno male. I pogrom (campagne persecutorie nei confronti degli ebrei) si scatenano quando non si sa a chi dare la colpa della situazione economica. Ad esempio, il governo russo dei primi anni del '900 ha dato la colpa agli ebrei della sconfitta subita ad opera dei giapponesi.
Non ho scoperto molto di più: ripeto, il diverso è colpevole se le cose vanno male. In questo, la religione serve a soffiare sul fuoco dell'odio e sarebbe meglio che ci fossero meno fanatici. Si creano poi quelle che oggi vengono chiamate leggende metropolitane: gli ebrei che mangiano i bambini ed altre stupidaggini del genere. Se c'era qualcosa da capire, è che gli ebrei staranno tranquilli solo a casa loro, ma sembra che non si voglia lasciarli tranquilli nemmeno in Israele. Vedremo. Vale la pena di leggere il libro non fosse altro che per conoscere la descrizione di quello che hanno fatto i tedeschi in Polonia durante la prima guerra mondiale. Si trova poi la traccia del primo antagonismo tra tedeschi ed austriaci, tra russi e polacchi, tra tedeschi e polacchi. Anche i polacchi sono considerati una sotto-specie sia dai tedeschi (protestanti) che dai russi (ortodossi): un vaso di coccio tra due botti di ferro. L'impero austro-ungarico è mal visto dai tedeschi per non aver saputo imporre una unica lingua, la quale non poteva essere altro che il tedesco.
Una vera ragione di odio per gli ebrei non si trova, tranne forse una: gente intelligente e laboriosa, oltre che filosofa e che dà molto fastidio nel confrontarsi, soprattutto se è una minoranza molto abile nei commerci. L'oro e i preziosi, la moneta e l'interesse ad usura non potevano essere esercitati né dai cristiani né dai musulmani e per tanto vennero esercitati dagli ebrei (non erano loro consentiti altri lavori). Molti aspetti di questa realtà odiosa dipendono anche dalla civiltà ospitante. Ad esempio sia a Venezia (in particolare) che sotto l'impero ottomano gli ebrei non hanno mai avuto moltissimi problemi.
A Venezia, ad esempio, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana pretendeva che gli ebrei vivessero confinati e la Serenissima accettò, sistemandoli a San Basegio, dove c'erano le vecchie fonderie (getto, poi ghetto, primo al mondo). Poi pretese che facessero solo certi lavori e la Serenissima accettò. Poi pretese che di notte il ghetto venisse chiuso e la Serenissima non accettò…
La discriminazione razziale esisterà quindi come scusa per il malcontento. Fino a quando ci sarà malcontento e ci saranno minoranze, la specie umana darà sempre la colpa del proprio malcontento alle minoranze. Se poi questo può servire a rinfocolare una guerra, tanto meglio.
Il nostro Israel Joshua Singer scrive a pagina 511 dell'edizione Bollati Boringhieri, riferendosi a un governatore russo di Lodz in Polonia, che voleva assicurare nella città un odio contro gli ebrei e contro il nascente marxismo con l'obiettivo di pagare meno chi lavorava e di favorire gli industriali, creando dei provocatori: "…era persuaso che dappertutto si potevano (o forse più correttamente potessero?) trovare degli individui malcontenti, degli uomini che non erano riusciti a raggiungere il rango che ritenevano di meritare, degli uomini offesi nell'amor proprio, gente che si sarebbe prestata a favorire la sua opera [di sobillazione dell'odio]…".
Se tutti i motivi di odio contro gli ebrei dovessero ridursi a questo, l'umanità sarebbe messa molto male.
Ad esempio, in Iran, in questo periodo, se le cose vanno male, di chi è la colpa? E nei paesi arabi?
Quando cambierà la natura umana? Se, come diceva l'ebreo marrano (convertito al cristianesimo) Baruch Spinoza, Dio stesso è la natura, siamo rovinati perché Dio non può cambiare e, se Dio è la natura umana, non cambierà nemmeno quest'ultima.

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