sabato 24 marzo 2012

A114 Letteratura: Isaac Bashevis Singer


Premio Nobel Letteratura 1978.
Nato in Polonia nel 1904 e morto a Miami (Florida, Usa) nel 1991. Scrittore molto prolifico, suggerisco di leggere i Racconti (Mondadori, Meridiani) per diletto e La famiglia Moskat (Casa editrice Tea). 

Isaac è il fratello più giovane di Israel Joshua Singer, di cui abbiamo già parlato nel blog A104.
La famiglia Moskat è una famiglia di ebrei orientali, polacchi, e questa è la storia della loro vita nel periodo che precede la prima guerra mondiale fino ai prodromi della deportazione della seconda guerra mondiale.
La questione che ci spinge a leggere questi libri, come sempre, è: perché questo odio verso gli ebrei?
Leggendo questo romanzo, ci si fa un'idea abbastanza precisa del perché.
Tra i vari motivi, riporto questo passo di un ebreo polacco che riflette su se stesso (pagina 289, op.cit.):
"…sapeva di avere non soltanto l'aspetto di un ebreo, ma anche tutte le qualità che gli altri attribuivano agli ebrei. Evitava le zuffe, non sopportava l'alcool, soffriva di timidezza e di ritrosia. A scuola leggeva libri seri, non gli piacevano gli sport, visitava i musei e le mostre d'arte … i professori lo chiamavano decadente, nichilista, ebreo…"
Quella della decadenza è una vecchia accusa che i gentili (cioè i cristiani) lanciano agli ebrei per non lanciarla contro se stessi: la decadenza si identifica infatti con la paura di perdere quello che si ha, ma se, come gli ebrei tra le due guerre mondiali, non si ha niente da perdere, non si può essere decadenti, come non lo può essere Israele attualmente e questa è la forza di Israele.
Il passo di cui sopra conferma le mie esperienze di veneziano, vissuto a lungo a contatto con molti di loro.
A parte la religione, su cui non voglio entrare nel merito, gli ebrei veneziani avevano molto da insegnare a noi gentili e per contro poco da imparare.
Dipende anche dai nostri punti di vista:
Se siete gente volgare, con gli ebrei non vi trovate e alla lunga proverete un senso di invidia.
Se non siete colti, con gli ebrei (salvo le dovute eccezioni) non vi trovate e proverete un senso di invidia.
Gli ebrei hanno il senso degli affari molto più sviluppato del nostro (in genere) e questo può dare molto fastidio.
Gli ebrei non si mescolano volentieri con noi gentili per i motivi suddetti e questo può dare moltissimo fastidio.
Da sempre, chi comanda e non riesce ad essere apprezzato dalla popolazione ha la tendenza a scaricare le responsabilità sulle minoranze: colpa degli Ebrei.
Poi, c'è la stupidaggine degli uccisori di Cristo, stupidaggine per il semplice motivo che, anche se fosse vero, anche Cristo era ebreo.
Inoltre, sarebbe come se incolpassero voi perché un vostro antenato, oltre due mila anni fa, ha commesso un crimine.
La Chiesa ha parecchie responsabilità in proposito. I preti avrebbero avuto molte altre cose a cui pensare, prima di tutto questo: "Perdona loro (ai preti), perché non vedono la trave nel proprio occhio…"
A Venezia la comunità ebraica è stata la prima ad avere un Ghetto ed è sempre stata molto numerosa perché sotto la Serenissima gli ebrei erano trattati decorosamente, in quanto la Repubblica cercava di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, per il quieto vivere con Santa Madre Chiesa.
Cari preti, volete il Ghetto? va bene…
Volete limitare le professioni degli ebrei? va bene, cum grano salis…
Volete che ogni sera i portoni del Ghetto siano sbarrati dal tramonto all'alba? Questo è troppo, anche perché stando assieme agli ebrei si respira cultura ed intelletto e le serate possono essere piacevoli. Quindi i portoni del Ghetto è meglio che stiano sempre aperti…
Tornando alla famiglia Moskat, poco prima dell'avvio ai campi di sterminio, nell'ultima pagina del romanzo, viene descritto da un ebreo comunista (Hertz Yanovar) chi era il tanto atteso Messia:
… Hertz Yanovar disse in polacco: "Non ce la faccio più, non ho più forze, il Messia arriverà presto."
Asa Heshel (personaggio che per tutto il romanzo era stato alla ricerca della grande Verità) lo guardò sbalordito.
"Che cosa vuoi dire?"
"La morte è il Messia. Questa è la verità."

Ultima annotazione: la lettura è avvincente e se Isaac Singer ha ricevuto il Nobel, il premio è veramente meritato.

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