lunedì 12 marzo 2012

A107 Purtroppo, non ci possiamo fidare.


Or ora hanno annunciato alla televisione che cinque premi Nobel per l'economia hanno sottoscritto un appello, nel quale si dice che il vincolo del pareggio di bilancio posto nella Costituzione costituisce un freno per l'economia. Le mie osservazioni sono:


Non ho troppa fiducia nei premi Nobel per l'economia, in quanto le scuole dalle quali provengono non sono state in grado di fornire agli allievi delle conoscenze sufficienti per il governo del denaro pubblico.
Mi piacerebbe sapere quanti di questi cinque hanno avuto il coraggio di abbandonare la scuola ufficiale e dichiarare apertamente, nel 2006, che gli anni successivi avrebbero dato inizio a una crisi che, secondo me, finirà tra vent'anni con implicazioni che oggi non vogliamo nemmeno lontanamente immaginare.
Mi sembra che Greenspan (e Bernanke) non sia stato molto criticato mentre distruggeva l'economia mondiale e mi sembra che sin ora quei pochi che hanno dichiarato guerra alle banche siano stati esautorati.
Inoltre Obama dice che la colpa è degli europei.
In ogni caso, in Italia, dato il livello di preparazione (oppure onestà?) di chi ci comanda, è meglio che nella costituzione ci sia il vincolo. Se fossimo un paese normale e se all'università s'insegnassero dei princìpi economici decenti, certamente il vincolo del pareggio di bilancio sarebbe una palla al piede.
Questo mi sta succedendo per la terza volta nella mia vita: le altre due che mi sono capitate sono l'energia atomica e la Tobin Tax.
In linea di principio, l'energia atomica risolverebbe molte cose: ma vi immaginate cosa combinerebbero in Italia gli esperti nucleari scelti non per competenza (quelli vanno all'estero) ma per nepotismo? Dio ci scampi. Meglio morire di fame a sessant'anni piuttosto che bruciato dalle radiazioni nucleari a vent'anni.
Per la Tobin Tax, in un mondo normale, non ci dovrebbe essere spazio, come dicono gli inglesi su suggerimento degli statunitensi. Ma forse la Tobin Tax può bloccare lo strapotere delle banche e delle istituzioni finanziarie che, credetemi, è veramente grande e dissoluto. Quindi, meglio che ci sia.
Tutte queste cose, stranamente, le diceva Tremonti, ma non mi sembra che fosse molto bene accetto.
In buona sostanza, vivere male e con princìpi assurdi piuttosto che vivere peggio con principi sani.
E non finirà. Ci vorrebbero trecento anni di scuola e sospendere nel frattempo tutte le operazioni finanziarie, tutte le banche e così via. Non si arrenderanno mai.
L'appello dei cinque premi Nobel quindi, molto francamente, è quanto meno fuori della realtà.
State calmi, non c'è niente da fare.

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