lunedì 19 marzo 2012

A112 L'aumento di capitale.


Sottoscrivere un aumento di capitale di azioni quotate in borsa non è facile. O meglio: è facilissimo, ma non è facile guadagnarci. 
Dovete immaginare che da una parte ci siete voi e dall'altra parte chi controlla la società: è possibile che voi facciate un affare, ma se questo succede è perché la situazione di mercato è improvvisamente diventata tale che anche chi controlla la società non se la aspettava.
Abituatevi a pensare in modo prudenziale e a riflettere sul fatto che nessuno, mai, per nessun motivo, regala quattrini, e questo specialmente in borsa.
Il ragionamento che dovete fare è quello che fa chi controlla la società che effettua l'aumento: "Siccome, dopo controlli e contro-controlli una azione vale circa 8, cercherò di venderla per 10."
Anche se questo poi non sarà il vostro caso, abituatevi a ragionare in questa maniera e sette volte (od otto…) su dieci vi andrà bene: prudenza.
Ci sono dei casi un cui il mercato, per vari motivi, fa salire le azioni, appena emesse a 10, anche a 13, 14 o addirittura 15 e anche 20: sono fatti imprevedibili e che meravigliano prima di tutti chi ha effettuato l'aumento di capitale.  Inoltre, significa che il mercato è diventato improvvisamente euforico, in un modo tale che nessuno, nemmeno chi ha effettuato l'aumento, lo avrebbe potuto ragionevolmente prevedere solo una settimana prima. Questi sono i pochi casi in cui voi guadagnerete.
Inoltre, bisogna sapere bene cosa farà l'azienda con il nuovo capitale:
1.  Incrementerà l'attività attuale? Se si trattava di un mercato di nicchia, non è detto che questo sia un bene.
2.  Farà qualche attività nuova? Non è detto che l'attività nuova sia remunerativa come previsto o come vi hanno fatto credere.
3.  Che sia un finto aumento che in realtà serve a coprire delle perdite nascoste? Bisogna saperlo.
Non è necessariamente detto che la situazione sia così triste come ve la descrivo io: magari sarà il miglior aumento di capitale al mondo, ma conviene sempre avere un minimo di diffidenza, altrimenti meglio attendere una settimana o due dopo la chiusura dell'aumento e vedere come va. A questo punto la logica potrebbe essere completamente diversa e le condizioni di mercato potrebbero essere cambiate.
Vi fornisco un esempio:
Nell'anno X la società petrolifera Y sapeva che il petrolio sarebbe sceso enormemente e che le sue azioni (della società Y) avrebbero avuto una notevole perdita di valore: meno utili attesi eccetera.
Lanciò un aumento di capitale favorevolissimo, riservato ai possessori delle vecchie azioni (questo per creare la premessa per degli acquisti improvvisi e successivi). Tutti comperarono a man bassa e non appena finito l'aumento anche i non possessori comperarono a man bassa per diventare possessori pure loro.
La società Y, tramite delle società collegate, vendette uno sterminio di azioni allo scoperto, oltre che un quantitativo enorme delle proprie azioni che eccedevano il 50% +1 (che non vendette, per non perdere il controllo della società). Diciamo che mediamente la società vendette allo scoperto a 13. Poi… ci fu la notizia che il petrolio sarebbe sceso enormemente.
La società sapeva più o meno sin dove sarebbe sceso il petrolio. Quando il petrolio scese sin dove si era previsto che sarebbe arrivato, le azioni erano giunte a 7, molto sotto l'aumento di capitale, che era stato posto a 10. Tutti presero paura e cominciarono a vendere. La società ricomperò a 7, a 6, a 5, non solo le azioni vendute, ma molte di più. Poi, il petrolio cominciò a risalire e così pure le azioni. A questo punto la società rivendette le azioni comperate in più e si procurò in tal modo una cifra pari a due volte l'aumento di capitale precedente. Queste cose sono sempre successe e succederanno sempre.
Ci sono società specializzate, ubicate dove conviene, che fanno per mestiere solo questo: aspettano che le società come la petrolifera Y abbiano bisogno dei loro servizi…
Stateve accuorte…

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