martedì 14 febbraio 2012

A088 Letteratura: per concludere con Baudelaire, terzo round.


Il mio cuore messo a nudo, VII: Si possono fondare imperi gloriosi sul crimine, e nobili religioni sull'impostura.


Il mio cuore messo a nudo, XIV: Osserviamo che gli abrogatori della pena di morte devono essere più o meno interessati ad abolirla. Spesso sono dei ghigliottinatori. La cosa può riassumersi così: "Voglio poterti tagliare la testa; ma tu non toccherai la mia." Gli abrogatori di anima (materialisti) sono necessariamente degli abrogatori di inferno; essi sono sicuramente interessati. Quanto meno sono persone che hanno paura di rivivere: dei pigri.

Il mio cuore messo a nudo, XXXIV: Il Francese è un animale da cortile, così ben addomesticato che non osa varcare alcun steccato. Basta vedere i suoi gusti in arte e letteratura. Si tratta di un animale di razza latina; l'immondizia in casa sua non gli dispiace, e in letteratura, è scatofago. Va pazzo per gli escrementi. I letterati da caffè chiamano tutto ciò il sale gallico. Bell'esempio di bassezza francese, della nazione che si pretende indipendente da tutte le altre.

Il mio cuore messo a nudo, XXXVI: Gusto invincibile della prostituzione nel cuore dell'uomo, da cui nasce il suo orrore della solitudine. Vuole essere due. L'uomo di genio invece vuole essere uno, dunque solitario. La gloria è restare uno… …è questo orrore della solitudine, il bisogno di dimenticare il suo io nella carne esteriore, che l'uomo chiama nobilmente bisogno di amare.

Il mio cuore messo a nudo, XLI: Il mondo va avanti solo per effetto del Malinteso; è attraverso il Malinteso universale che tutti si mettono d'accordo. Perché se, per disgrazia, ci si comprendesse, non ci si potrebbe mai mettere d'accordo.

Lo spleen di Parigi, XVI, L'orologio: I cinesi vedono l'ora nell'occhio dei gatti. Un giorno un missionario, andando in giro per i sobborghi di Nanchino, si accorse di aver scordato l'orologio e chiese a un ragazzetto che ora fosse. Il monello del celeste impero prima esitò; poi ci pensò su e rispose: "Ve lo dico tra un attimo". Qualche istante dopo ricomparve, reggendo tra le braccia un gatto grosso e robusto, e fissandolo, come si dice, nel bianco degli occhi, affermò senza esitare: "Manca pochissimo a mezzogiorno." Ed era vero. Io, negli occhi della mia gatta, vedo solo l'eternità.

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