sabato 18 febbraio 2012

A091 Letteratura: Il Maestro e Margherita di Bulgakov.


Michail Afanas'evič Bulgakov nasce in quella che è ora l'Ucraina, a Kiev, nel 1891: suo padre è teologo e professore di Storia delle religioni occidentali all'Accademia Spirituale di Kiev.

Muore a Mosca nel 1940. Per tutta la vita spera che Lenin e Stalin gli concedano qualche cosa, per sistemarlo finanziariamente. Muore cieco, lasciando il suo romanzo principale, Il Maestro e Margherita, in pratica incompiuto. La sua vita è una lotta continua con le autorità sovietiche, dove egli spera che le stesse lo lascino fare quello che lui è: un letterato, poeta, commediografo che non riceve nemmeno il permesso di eseguire certe rappresentazioni teatrali. Benché abbia scritto anche altre cose, il romanzo di cui stiamo parlando è indubbiamente la sua opera principale.
Diciamo che la letteratura russa sia forse la migliore a livello mondiale, particolarmente quella del XIX secolo. Le caratteristiche di tale letteratura sono la fantasia del popolo russo, la narrazione come fiaba per adulti, una buona introspezione psicologica, un mondo slavo dove vale molto la fraternità e  l'identità stereotipata, nel senso che la gente tende ad inquadrare i propri simili in alcune categorie o tipologie, molto poche. Il senso dell'uguaglianza tra la gente non esiste (proprio dove arriverà il comunismo) e si parte con l'idea che il censo e la condizione sociale siano predeterminanti, come un destino ineluttabile. Notevolissima è la differenza fra l'aristocrazia e la plebe. Praticamente, la classe operaia non esiste (proprio dove arriverà il comunismo) esistono i kulaki (artigiani, borghesi e piccolissimi negozianti), che saranno coloro che pagheranno per tutti e i contadini, che sono addirittura considerati quasi dei non-uomini e appartengono all'appezzamento di terra dell'aristocratico proprietario, che a sua volta ha ricevuto la terra  dallo Zar, anche se in modo complesso. I contadini (mugiki) hanno la proprietà di niente, le terre, come dicevamo, sono dello Zar, per cui sarà facile passare le terre dallo Zar allo stato sovietico con una unica legge. I contadini non avevano niente prima e continueranno a non avere niente dopo. Questo si trova in modo particolarmente esplicito e si capisce, prima dell'avvento del bolscevismo, leggendo Le anime morte di Gogol. Il nome si spiega perché gli aristocratici erano importanti in base alle anime - contadini: "Io ho mille anime, colui ne ha duecento" eccetera.SI riferivano ai servi della gleba che costituivano una classe inalienabile e vincolata al fondo terriero.
Meno facile sarà eseguire gli stessi espropri in Ucraina, dove i contadini erano veramente proprietari delle loro terre e per espropriarli si dovrà ucciderli o deportarli in Siberia.
Insomma, il mondo russo (così com'era prima delle aberrazioni comuniste) va sicuramente conosciuto, letto ed approfondito attraverso la sua letteratura, umana, profonda ed altamente istruttiva, per le implicazioni psicologiche che vi si trovano: da questo ultimo punto di vista andrebbero (vanno…) letti tutti i romanzi di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, di Leone Lev Nikolaevic Tolstoj e di Nikolai Vasilievich Gogol. Vi sentirete in un altro mondo, vi renderete conto che molto poco cambia negli esseri umani sia nel tempo che nello spazio e, come sapete, questo è uno degli scopi di questi blog: se è vero che gli uomini non cambiano, esaminando quanto hanno fatto nel passato possiamo intuire le regole che gli stessi seguiranno nel futuro: questo vi arricchirà e vi metterà in condizione di prevedere un pochino meglio.
Dopo aver letto Dostoevskij o Tolstoj (si disputa ancora oggi su chi dei due sia il miglior romanziere del mondo) capirete la letteratura russa e, se vi daranno da leggere un pezzo di Gogol, capirete immediatamente che è russo anche lui. Se vi daranno da leggere poi una pagina di Aleksandr Isaevič Solženicyn, capirete che anche lui appartiene alla grande anima slava. Anche Ivo Andrić, benché bosniaco, vi risulterà appartenente alla cultura slava, anche se con qualche influsso mittel - europeo. Capirete anche Agnon, Canetti e Singer, tutti ebrei e tutti premi Nobel, tutti diversi dalla tradizionale cultura letteraria italiana.
Capirete meglio anche Italo Svevo, uomo di confine e di crogioli etnici.
Poi, se vi daranno da leggere anche un pezzo di Bulgakov capirete che è russo, ma su un piano diverso, meno importante. Bulgakov va letto dopo gli autori russi principali, non prima: questo secondo me, ovviamente.
Sarebbe come confrontare Mozart con Haydn: non che Haydn sia brutto, ma non è Mozart. Haydn è considerato il padre della sinfonia, ma non è né Beethoven, né Brahms, né Schubert.
E Bulgakov… ci sarà qualcuno che vi dirà: "Come, non hai letto Il Maestro e Margherita!" Potrete sempre rispondere: "Sto aspettando che Bulgakov, anche se è morto, lo porti a termine…"
Un'ultima nota: io sono geloso dei miei libri, perché i libri sono un'appendice del mio cervello culturale, me li segno e scrivo nelle ultime pagine le note e i riferimenti ai punti più interessanti del libro stesso o dei punti che mi suscitano una particolare emozione. Mi son ripreso in mano Il Maestro e Margherita e, con mio sommo disappunto, mi sono accorto di non essermi appuntato niente. In ultima pagina ho scritto : "Ecco, finalmente è finito."
Faccio notare che ha avuto successo come libro postumo.

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