Ci attendiamo chissà cosa da quanto sta succedendo in
campo finanziario e politico, ma le questioni fondamentali sono destinate a
rimanere. La speranza è l'ultima dea. In particolare, le banche continueranno a prestare
soldi a chi non ne ha bisogno e mai li presteranno ai giovani o a chi vuole
intraprendere qualcosa di nuovo.
Il criterio cioè non è mai stato, in Italia, quello di
prestare a chi ha idee, ma di prestare a chi ha capitali sufficienti per garantire
il prestito.
Benché questo a prima vista sia poco etico, risponde tuttavia
ad un criterio prudenziale generale delle nostre banche. Quest' aspetto, che
dopo l'esempio precedente risulta negativo, non è più tale se consideriamo, ad
esempio, le banche statunitensi.
Risulta pur vero che le banche statunitensi prestano a
chi non ha niente oltre alle idee valide ma questo perché tali banche chiedono
molte volte all'imprenditore di poter partecipare allo sviluppo dell'azienda
stessa. Il criterio di valutazione non è né migliore né peggiore: è diverso.
La banca americana tende quindi non solo a prestare,
ma anche ad associarsi all'iniziativa del cliente. La banca americana non è
pertanto solo una banca commerciale, come la banca italiana, ma contemporaneamente
una banca d'affari.
Questo, in conformità a quanto abbiamo appena scritto,
può sembrare penalizzante e svantaggioso per l'economia italiana e vantaggioso
invece per le banche americane.
Tale doppia veste crea nella banca americana una
mentalità affatto diversa, la quale periodicamente porta a generare degli
squilibri mortali, come nel 1929 e come sta succedendo ora.
La propensione a rischiare prestando al cliente
sottocapitalizzato e diventandone azionista, rischiando, porta al passo
successivo a rischiare in proprio, con speculazioni dei tipi più diversi.
Teniamo conto inoltre che anche le banche britanniche
e le banche tedesche sono allineate al misto banca d'affari - banca
commerciale. La Francia, che negli anni '20 era allineata principalmente al
concetto di avere nel suo territorio delle banche commerciali distinte dalle
banche d'affari, nell'ultima crisi ha dimostrato di essersi spostata su
posizioni anglo - sassoni.
Questi problemi andrebbero risolti una volta per
tutte, ma così non sarà e si ha la sensazione che le mega - riunioni politiche
ed economiche di oggi siano solo del fumo sugli occhi gettato verso i
risparmiatori. I guadagni che se ne ricavano sono troppo elevati per sperare
che le banche cambino spontaneamente: d'altronde se le cose vanno bene ci
guadagnano i managers e se le cose vanno male pagano gli stati, ovvero i cittadini
normali. Come se questo non bastasse, si pretende che gli interventi delle
autorità siano ancora più forti a favore di chi ha sbagliato le speculazioni.
Incredibile. Il cosiddetto "Prenditore (o prestatore) di ultima istanza", cioè il
salvatore se la speculazione va male, è un argomento delicatissimo e secondo
chi scrive è una delle poche note positive che ci sono ancora in Europa e in
particolare in Italia.
Non dimentichiamo che la vera responsabile del
disastro internazionale è l'America. Che poi l'Italia abbia un debito pubblico
criminale, è concomitante ma non collegato.
A proposito della miriade di riunioni che si stanno
tenendo per rincretinire il cittadino, quando si saprebbe benissimo il da
farsi, a questo proposito, dicevo, esiste un vecchio proverbio francese, mai
abbastanza ripetuto: "Plus ça
change, plus c'est la même
chose." Ovvero: "Più cambia, più è la stessa cosa." Si cita
pertanto, come al solito, Tomasi di Lampedusa che, nel Gattopardo, fa dire ad
un personaggio la famosa frase: "Cambiare tutto perché non cambi
nulla." Temo che sarà così: se non sarà così, tanto meglio.
Senza scomodare Tomasi di Lampedusa, molto più
prosaicamente citerò mia nonna.
Siamo negli anni '60 ed io, ventenne, rincaso al
sabato sera, verso mezzanotte. Mia nonna è ancora sveglia e, dalla sua camera,
dopo avermi sentito arrivare, mi chiede: "Ciao… cosa dicono fuori di
bello?" E prima che io abbia il tempo di rispondere, si mette a ridere e a
ridere ancora, aggiungendo che comunque la mia risposta non è necessaria,
perché la conosce già. Chiedendo io allora che me lo dicesse lei, sempre tra le
risa, mi rispondeva: "So già cosa dicono… dicono che chi ne ha, ne mangia
e chi non ne ha, guarda."
Questo è sempre stato vero e probabilmente lo sarà
sempre.
Scomodiamo ancora la Bibbia e l'Ecclesiaste:
"Niente di nuovo sotto il sole."
Amare considerazioni attraversano la mente a proposito
dell'onestà degli uomini pubblici e verrebbe voglia di cambiare la propria
moralità.
Come diceva Charles Baudelaire (di cui riparleremo):
"Mi hanno insegnato, purtroppo, ad essere onesto: questo è il grosso
errore di chi mi ha educato, non certo mio; tutto sommato, ero solamente creta
plasmabile."
Nessun commento:
Posta un commento
Commenti o richiesta di chiarimenti.