giovedì 16 febbraio 2012

A090 Maturazione di un risparmiatore. I°


Per diventare un risparmiatore, bisognerebbe conoscere i propri simili e, per non essere considerato uno stolto, bisognerebbe cominciare da se stesso.

Conoscere se stesso non è facile. Un metodo abbastanza promettente è quello di creare un modello generico che descriva più o meno un essere umano in generale. Come tutti i modelli, esistono dei limiti non indifferenti: un modello cioè NON può essere la realtà. Voi potete avere in mente un modello di donna ideale ma molto difficilmente ne troverete una che corrisponda perfettamente a tale modello. Se un modello rispondesse alla realtà per il 60 per cento, questo già sarebbe un successo enorme.
Tralasciamo per il momento le differenze implicite che esistono a livello della specie umana e partiamo dal momento del concepimento.
I bambini cominciano ad essere diversi dal momento del concepimento. Essere concepiti a novembre e nascere in agosto non è la stessa cosa che essere concepiti a febbraio e nascere in novembre. Ogni bambino è diverso e costituisce una individualità unica, non foss'altro che per le impronte digitali e per il DNA. Quando il bambino nasce, la parte razionale (che chiameremo Adulto con la A maiuscola) ancora non esiste  e il bambino non distingue tra se stesso e l'ambiente che lo circonda. Per un condizionamento genetico che viene dalla notte dei tempi, entro brevissimo tempo distingue un volto umano, probabilmente quello materno. Non solo, ma reagisce con un sorriso al sorriso che gli viene presentato dal volto che ha di fronte. In poco tempo, riesce a creare una prima distinzione tra il Bambino (lui stesso, che scriveremo con la B maiuscola) e il Genitore(sempre con la G maiuscola). Per un certo tempo il bambino dipenderà solo ed esclusivamente da uno dei genitori presenti (che costituiscono indistintamente la figura del Genitore). Avrà un periodo iniziale dove qualcosa lo spingerà ad immedesimarsi nel Bambino (se stesso) ma qualcosa, contemporaneamente, gli farà capire che è conveniente ascoltare anche il Genitore. Un poco alla volta, il piccolo si accorge di poter vestire i panni del Bambino e di ignorare il Genitore mentre altre volte (con le buone maniere o con l'imposizione) si vedrà costretto a fare ciò che viene suggerito dal Genitore. Il Bambino in pratica è il mondo del divertimento, dell'esperimento, dell'esplorazione, delle novità, della conferma di se stesso, del protagonismo, del piacere, il mondo della potenza assoluta, potenza assoluta che rimarrà per sempre anche in futuro, magari solo a livello di sogno. Il Genitore è il mondo dell'ordine, dell'ubbidienza, della proibizione anche se necessaria ma comunque rifiutata, delle regole.
Il mondo del Genitore può essere inflessibile, poco tollerante e in questo caso parleremo di Genitore Normativo, il quale non consente errori al piccolo e quindi annulla o quanto meno comprime il Bambino. Il mondo del Genitore può essere tollerante e comprensivo dell'incapacità del piccolo di adattarsi alle regole e in questo caso parleremo di Genitore Affettivo.
Il genitore fisico è quasi sempre una combinazione del Genitore Affettivo e del Genitore Normativo: la miscela andrà a costituire la conformazione psichica del Bambino, il quale a sua volta avrà varie attribuzioni, a seconda della personalità che prevarrà nel Bambino:
Bambino sottomesso, Bambino ribelle, Piccolo Professore e così via. Genitori fisici non normotipi possono determinare (e spesso determinano) bambini non normotipi.
La terza componente della personalità, l'Adulto, compare solo in un periodo posteriore.
L'Adulto non ha sensazioni (che sono proprie del Bambino) e non agisce d'istinto ma solo dopo ragionamento. L'Adulto è ciò che ci distingue dalle altre specie, così come il Genitore è caratteristico soprattutto dei mammiferi.
Abbiamo così tre sfere psichiche:
Genitore (Affettivo e Normativo).
Adulto (che comincia a formarsi verso i due anni di età).
Bambino (con tutti i suoi aspetti).
La persona perfetta NON HA MAI sovrapposizioni delle tre sfere appena descritte.
La vita è il Bambino. Adulto e Genitore servono solo per aiutare il Bambino a vivere nel modo migliore e nel modo più felice possibile.
Benché ci sia sempre un dialogo interno, è auspicabile che all'interno dell'individuo permanga una distinzione operativa, ovvero che al timone non ci sia più di una sfera psichica contemporaneamente.
Un Bambino, mentre si diverte, deve avere dietro le quinte il Genitore che lo osserva e lo ammonisce, ma non può avere il Genitore che gli impedisce materialmente di fare ciò che vuole. La distinzione è essenziale. Così pure, se l'Adulto invade la sfera del Bambino, saremo di fronte a un quasi-robot stereotipato. Ma torneremo su questi argomenti.
Il Bambino risparmia, tenuto conto anche dei suggerimenti del Genitore, e seguendo le modalità stabilite dall'Adulto. Arrivederci ad uno dei prossimi blogs.

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