martedì 14 febbraio 2012

A087 Una fiaba che potrebbe essere vera.


Cenni storici.
Una moneta qualsiasi nasce per certificare agli utenti che la stessa contiene (ad esempio) 1.25 grammi di argento.
Il principe, attraverso la zecca, fa punzonare la moneta, in modo che il punzone stesso sia un certificato di garanzia. La fa zigrinare sui bordi, in modo che i mariuoli non limino il metallo. Chiunque poteva avere delle monete nuove dalla zecca, portando, ad esempio, 1.30 grammi di argento e ricevendo una moneta in cambio. (leggere qualunque libro sulle monete di Carlo Maria Cipolla o di Jacques Le Goff). La differenza era trattenuta dalla zecca e costituiva l'aggio del principe ovvero il suo guadagno. Il signore (o principe che dir si voglia) poteva stabilire forzosamente che con quella moneta si comprassero beni che valevano di più, ad esempio come se fossero 1.35 grammi d'argento. E' chiaro che in questi casi tutti cercavano di rifilare a qualcun altro la moneta ed accaparrarsi invece dei beni. Se in qualche paese vicino c'era un'altra moneta che conteneva grammi 1.35 di argento, tutti cercavano di tenere in tasca quest'ultima e il risultato era che la moneta circolante era quella peggiore. Questo processo, molto comune anche nei tempi passati, ha addirittura un nome: LA LEGGE DI GRESHAM, che si può enunciare così: 'La moneta cattiva scaccia la buona'. Ne discende che nessuno è così grullo da accettare una moneta con un valore intrinseco pari a quello che il principe ha dichiarato ma inferiore alla realtà, a meno che il principe stesso non punisca severamente chi contravviene alle sue ordinanze: in questo caso si parla di corso forzoso.
Siccome gli usi e le consuetudini sono duri a morire, possiamo stabilire una successione logica di fatti che si è ripetuta innumerevoli volte, intendo dire migliaia di volte:
1.  Arriva un nuovo principe, più o meno magnanimo, più o meno carogna, non ci riguarda nel contesto.
2.  I commerci vanno incrementati così come le fiere e i mercati, ne va della sopravvivenza della nuova realtà principesca, del nuovo stato appena costituito.
3.  Chi partecipa ai mercati non può fare esclusivamente baratti (le contrattazioni languirebbero) ma deve usare una moneta che abbia le caratteristiche di durata, valore intrinseco, accettazione incondizionata e soprattutto la maggior stabilità possibile nel tempo.
4.  Il principe deve rendere possibile il punto 3 precedente, anche se l'ordine dei suoi elementi può dipendere dal principe stesso. Ad esempio, i Medici hanno sempre dato molta importanza alla stabilità nel tempo del valore delle monete, così come la Signoria di Venezia, mentre in quel di Milano questo punto non è sempre stato considerato altrettanto importante.
5.  Tutto l'edificio monetario è sempre stato costruito da un principe il quale esisteva PRIMA della moneta stessa e legava immancabilmente il suo prestigio e la durata del suo dominio a quella moneta.
6.  Se il tutto era congegnato in modo esperto ed equilibrato, c'era una relativa prosperità.
Dicevamo che quando arrivava un nuovo principe non erano rose e fiori: di solito i fatti propedeutici erano guerre, prevaricazioni, occupazioni, cambiamenti di usanze e di costumi. La logica imperante da migliaia di anni in tutto il mondo era: fine di un regno, di un ordine sociale, sconfitta, nuovo principe, nuova moneta e poi la durata del nuovo regno dipendeva anche dalla moneta instaurata.
Fine dei cenni storici.
La situazione ai tempi dell'avvento dell'Euro.
Prima fiaba: l'Europa andrebbe unificata, dovremmo prendere come modello gli Stati Uniti d'America. Loro si sono unificati dal niente (non è vero, ma fingiamo…) e quindi con l'unità nazionale e con un governo federale centrale mettere il dollaro come unica moneta non è stato difficile. Dicevamo che non è vero e infatti per avere una moneta unica ed unificare il paese, oltre alla guerra d'indipendenza contro l'Inghilterra gli americani hanno dovuto affrontare la guerra di secessione contro gli stati del sud confederati. Quindi noi, per avere la moneta unica, in Europa, avremmo dovuto rifare quello che fece Napoleone Bonaparte: mettere tutto a ferro e fuoco ed imporre una unica moneta, come Carlo Magno eccetera. La prima fiaba finisce qui.
Nessuno se l'è sentita di fare qualcosa del genere, anche se sapeva perfettamente che inventarsi l'euro senza un principe unico (unificazione politica) doveva essere per forza una stupidaggine colossale, votata al fallimento. Inoltre, gli americani questo lo hanno sempre pensato, ci hanno sempre riso sopra ed attendevano (o meglio, attendono) il momento in cui l'impero americano sarà proclamato ufficialmente (di fatto lo è già) e questo avverrebbe quando tutti, a partire dalla Grecia, adotteranno (e adotteremo) il dollaro statunitense.
Tra l'altro, come dimostrato nei blog precedenti, due monete non possono coesistere all'interno dello stesso impero e noi apparteniamo indubbiamente all'impero americano, quanto meno finanziario.
Ma tutte queste cose le ho già dette, compreso l'eccesso di dollari stampati dagli americani: quello che qui voglio sottolineare tuttavia è una cosa nuova.
Forse, colui che per primo ha ideato di creare l'euro, non si è sbagliato del tutto, anche se ha voluto correre dei rischi non indifferenti. La logica di questo grande statista sconosciuto (ma lo troveremo…) potrebbe essere stata la seguente:
1.  Facciamo indubbiamente parte dell'impero americano (siamo nel 1947).
2.  Per riunificarci, servirebbe una guerra intestina europea.
3.  Francia e Germania sono molto pericolose.
4.  L'America non lo consentirebbe.
5. Faremo l'euro moneta unica, intanto magari uniamo il carbone e l'acciaio.
6.  Quella della moneta unica (senza unificazione politica) è una cretinata talmente colossale che gli americani lasceranno fare.
7.  Gli europei si sentiranno un pochino, solo un pochino, più uniti e questo può essere impercettibilmente importante.
8.  Ci saranno sicuramente delle crisi e delle baruffe.
9.  Ci saranno delle decisioni ridicole, metà a Bruxelles e metà in giro per l'Europa.
10.Naturalmente la perfida Albione continuerà a fare la snob.
11.Gli americani continueranno a ridere.
12.Dopo un poco, si potrà dire agli europei: volete che vi togliamo definitivamente il giocattolo?
13.Non lo vuole la Germania per spirito egemonico (che gli si tolga il giocattolo). Anche perché nel 2010 ha finito di pagare i danni di guerra e si è riunificata.
14.Non lo vuole la Francia per paura della Germania (che gli si tolga il giocattolo). Si appoggia all'Italia perché spera di fregarla come con la Libia.
15.In definitiva non lo vuole nessuno (che gli si tolga il giocattolo) perché tutti sognano di diventare come gli Usa.
16.Alla fine, forse anche la Svizzera potrebbe ammorbidirsi, pur restando per conto suo, come il Vaticano (che non per niente ha le guardie svizzere).
17.Gli americani ora si accorgono che potrebbero rimanere fregati e ora cercano di far qualcosa: che stiano sfilando loro l'impero sotto il naso?
Quindi, che sia stato un italiano? Poi, mancherebbe solo di far entrare Israele che dovremmo appoggiare contro l'Iran, dato che l'America forse non interverrà, soprattutto se interverremo noi. In assenza degli americani i francesi interverrebbero di sicuro.
Se è stato l'italiano che penso io, è stato un grande conoscitore si uomini fin dai tempi della Comunità Europea Cerbone e Acciaio.
Potrebbe andare, anche se magari sarà solo un sogno.
Naturalmente, come detto nei blog precedenti, non potrà chiamarsi Euro e chissenefrega ma sarebbe l'inizio della vera unificazione europea.
La Francia, la Germania e la Gran Bretagna hanno bisogno di scuse per erudire il pupo, dove i pupi sono coloro che si accingono a votare. In Italia il pupo è già stato erudito e messo in castigo dietro la lavagna.
Poi, se le cose andranno bene, tutti diranno che l'avevano detto.
Rischiamo: non abbiamo molto da perdere.
Anzi, dirò di più: non abbiamo quasi niente da perdere. 

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