lunedì 27 febbraio 2012

A099 Riepilogo dollari per un euro. All'occorrenza…


Riepilogando, nel 2002, con l'America in piena crisi (la borsa era disastrata) e con l'Europa sugli allori ho comperato euro e li ho pagati 0.82 centesimi di dollaro.

Ripeto: bastavano 0.82 centesimi di dollaro per portare a casa un euro.
Nonostante la borsa americana non valesse niente (il Nasdaq stava perdendo il 90 per cento) l'Europa valeva ancora meno. E l'euro meno ancora.
Ora Obama ci ha raccontato che la crisi dipende dall'Europa e tutti in coro a ripeterlo: l'Europa non vale niente. Eppure…
Eppure, pur di avere un Euro, i tesorieri svizzeri per primi e il popolo ebete subito dopo, pur di avere un euro, dicevo, sono disposti a pagarlo 1.3412 dollari. Ohibò, ma allora lo spread…
Che siano i cinesi? Maledetti speculatori…
Che siano i giapponesi? Maledetti speculatori…
Forse è chi lo compra (maledetto speculatore? ma non era speculatore chi lo vendeva?), il quale ha più fretta di chi lo vende e conclude: "Poche storie, dammi gli euro in cambio di dollari ché te li pago bene."
O no?
Dopo questo discorsetto, credo che la Merkel non abbia avuto un comportamento cristallino e ha fatto benissimo: sciocco chi ha bevuto la storia del disastro imminente. La situazione, peraltro, non è rose e fiori ma c'è qualcosa che non è stato detto apertamente. Com'è giusto, d'altronde:
"La democrazia à bella perché non è obbligatorio dire sempre la verità al popolo bue. Noi politici dobbiamo suscitare i timori (all'occorrenza) e calmare gli animi (all'occorrenza). Se dicessimo sempre la verità, nessuno ci pagherebbe: la bravura e il compenso del politico dipendono dalla bugia detta nel luogo giusto, nel tempo giusto e sull'argomento giusto."
Cala il sipario: dietro il sipario, scoppiano risate irrefrenabili.
Come direbbe un siculo: "Minchioni, siamo…"

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