Fin da piccolo, hai
sentito tanti discorsi sui soldi, sul come metterli da parte, sul come
risparmiarli. I grandi li facevano tra di loro e tu… tu ascoltavi a bocca
aperta.
Alcuni sapevano quel
che dicevano o forse lo mostravano soltanto, ed altri sembravano non sapere.
Qualcosa dentro di te ti suggeriva che, forse, c'era qualcosa di strano in quelli
che non sapevano: lavorano e non sanno come risparmiare… cosa lavorano a fare?
Almeno gli altri sanno come risparmiare… vale quindi la pena che lavorino…
Poi, col tempo, hai
capito che nessuno di loro sapeva niente, che forse erano meglio quelli che
erano peggio: almeno dicevano di non sapere.
A guardare bene,
quelli che dicevano di non sapere hanno preso quasi tutti delle cantonate
piccole mentre quelli che dicevano di sapere hanno preso quasi tutti delle
cantonate grandi, molto grandi.
Solo qualcuno che non
aveva mai parlato, per carattere, non si sapeva se avesse preso cantonate,
grandi o piccole che fossero: ma per l'appunto non parlava.
Queste cose,
nell'adolescenza e nella prima giovinezza non erano poi molto importanti:
certo, c'erano dei ragazzi che venivano da famiglie benestanti… ma queste
famiglie avevano preso cantonate grandi o cantonate piccole? Mah! Se parlavi
con qualche adulto o se ascoltavi qualche discorso tra grandi, non si capiva
bene.
Forse al mondo c'erano
tre categorie: chi ha preso cantonate grandi, chi ha preso cantonate piccole e
chi i soldi li ha sempre avuti. Elisabetta era figlia della famiglia Galaverna…
la famiglia Galaverna, i soldi, li ha sempre avuti… te lo confermava anche tuo
nonno: "I Galaverna hanno sempre avuto terre, palazzi…" Elisabetta ti
piaceva molto e avevi capito di esserle anche simpatico ma… ma… era come se
venisse da un mondo diverso: aveva sempre vestiti diversi, uno più bello
dell'altro e tua sorella, sua coetanea, ne aveva uno per i giorni feriali e uno
per la domenica.
Poi un giorno, tua
sorella venne a casa da scuola e disse che a scuola si diceva che i Galaverna
erano dei ladri, che non pagavano i loro contadini, insomma che ne facevano di tutti
i colori. Non Elisabetta in particolare, ma anche Elisabetta sapeva e non
avrebbe dovuto mettere tutti quei vestiti, comperati con soldi rubati.
Avevano i soldi: il
prete, in chiesa, diceva che il cammello passa per la cruna dell'ago e quelli
come i Galaverna no, o qualcosa del genere.
Quindi hai dovuto fare
una nuova classificazione: i ladri, quelli che prendono le cantonate piccole e
quelli che prendono le cantonate grandi.
Allora hai chiesto a
tua nonna: "Nonna, noi a quale categoria apparteniamo?"
La risposta fu che
c'era anche un'altra categoria: quelli che non parlavano e poi il suo discorso
si perse nel vago.
A questo punto tu hai
deciso di appartenere a quest'ultima categoria: quelli che non parlavano. Francamente
però neanche i Galaverna parlavano, e in realtà gli unici che parlavano e sembravano
sapere tutto sui soldi erano quelli che avevano preso le cantonate grandi.
Poi tuo nonno ti
disse: "Nipote mio, quanto uno ti fa un discorso che non capisci, non lo
capisce neanche lui: vuole vedere l'effetto che fa su di te. Se capisce che non
capisci, cercherà di imbrogliarti alla prima occasione. Ti resterà la
consolazione di pensare che si tratta di un cretino disonesto."
Questa, era un'altra
categoria. Allora ti sei deciso di aggiungere anche la categoria dei cretini
disonesti.
Non si salvava
nessuno: forse era questa l'invidia di cui parlava l'arciprete.
Un po’ alla volta,
crescendo, ti accorgesti che tutti rientravano in queste categorie: alcuni in
una sola, altri in più di una. Il prete, come categoria rimaneva un mistero.
Arrivato a diciotto
anni, ti dissero di votare per un partito dove tutti erano uguali, dove ognuno
lavorava in base alle sue possibilità e riceveva in base alle proprie esigenze.
Sulle prime, ti sembrava molto simile alle fiabe dell'infanzia, Cappuccetto
Rosso e così via ma, mentre alle fiabe non ci credeva nessuno, a questa fiaba
di questo partito ci credevano in tanti. E così, ti sforzasti di provare a
credere al partito. Poi, ti accorgesti che all'interno del partito c'erano due sotto-categorie:
una come i Galaverna, che rubavano e comandavano e un'altra che assomigliava
molto nel parlare e nelle conseguenze a quelli che prendevano le grandi
cantonate.
Poi, con gli anni, sei
diventato qualcuno, hai una bella famiglia e una attività discreta perché, sin
dalla gioventù, hai capito di non credere a nessuno e che il tuo risparmio va
difeso con le unghie e con i denti.
E a tuo figlio hai
letto quando non sapeva leggere ed hai fatto leggere appena poteva, la Fiaba di
Pinocchio:
Il Gatto e la Volpe,
Lucignolo, Geppetto, il giudice che condanna Pinocchio perché era innocente e
così via.
Quella del giudice che
condanna Pinocchio innocente, fino a 25 anni non l'avevi capita, anzi, ti
sembrava assurda, ridicola, una pagina scritta da Collodi forse per errore. Poi
a 25 anni, l'hai capita molto bene e, mentre la capivi, una lacrima ti scendeva
sul viso.
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