Il mercato va su, il
mercato va giù. Sembrano due aspetti speculari dello stesso fenomeno, ma non è
affatto così.
Nel 1962, all'età di
19 anni, mi trovavo già dipendente di una banca e mi occupavo di borsa.
Mi era
stato assegnato un istruttore famosissimo, di cui non voglio riportare il nome
e il cognome ma che era universalmente conosciuto col soprannome di fuochista. Tale soprannome era dovuto al
fatto che, si dice, aveva il dono di saper mettere in movimento correnti di
acquisto su qualche titolo particolare, questo dovuto anche al fatto che tutti
gli occhi erano puntati su di lui per vedere cosa facesse. Se il fuochista
comperava un titolo, tutti comperavano il titolo. Siccome un titolo salito
rapidamente prima o poi va venduto, io avevo l'incarico di vendere i titoli
comperati dal fuochista, in modo che la cosa non desse troppo nell'occhio.
Il primo giorno che
andai in borsa col fuochista in quel di Milano, non eravamo ancora entrati
nella sala delle grida ed eravamo solo nelle anticamere. Da tale posizione si
potevano sentire le grida delle contrattazioni: un vociare concitato per me
privo di significato ma non certo per il fuochista, il quale disse a bassa
voce: "La va giò." [La borsa va giù].
Entrati nella sala
delle grida, mi accorsi che invece andava su e non seppi controllare un mezzo
sorriso ironico. Erano le 9 e 30 del mattino.
Il fuochista, imperturbabile,
scrisse rapidamente su di un pezzo di carta: "Vendere al meglio: 10000
Generali, 30000 Fiat, 50000 Pirelli, 5000 Ras." Mi consegnò l'appunto e mi
disse semplicemente: "Vai, veloce!"
Mi avvicinai alle
corbeilles relative (recinti dove si procedeva alla compravendita a seconda dei
titoli) e in men che non si dica vendetti tutto, ricevendo i foglietti
documentali relativi.
Dopo cinque minuti la
borsa cominciò a scendere velocemente!
Il fuochista si
leggeva il giornale tranquillamente e la borsa continuava a scendere. Verso le
12 e 15, improvvisamente, mi disse: "Svelto, chiudi e gira al meglio!"
Mi riavviai alle
corbeilles e ricomperai il doppio di quanto avevo venduto prima, chiudendo i
ribassi e aprendo altrettanto operazioni al rialzo.
Il guadagno sul
ribasso era dello 0.8% circa. Restava tuttavia da vedere se le nuove posizioni
al rialzo fossero giuste, perché il mercato continuava a scendere.
Dopo altri cinque
minuti, intervallo di tempo corrispondente a quello di prima, la borsa cominciò
a risalire velocemente.
La salita fu molto
rapida e, raggiunti i prezzi della mattina, quando eravamo in guadagno di un altro
0.85%, il fuochista mi disse: "Adesso vai a vendere il doppio di quanto
hai comperato, ma molto lentamente e un poco alla volta, non oltre le 13 e 30
comunque, senza dare nell'occhio: io comprerò, facendomi notare, tante azioni
quante ne hai comperate tu."
Andò alle corbeilles
e, quando tutti pensavano che il rialzo potesse essere finito o quanto meno che
avesse perso di forza, il fuochista comperò ostentatamente al meglio altre 10000
Generali, 30000 Fiat, 50000 Pirelli, 5000 Ras.
"Se compera il
fuochista, compero anch'io…" pensarono tutti e dopo un poco la borsa aveva
una plusvalenza dell'1.5% circa.
Io dal canto mio,
avevo capito la logica e stavo vendendo un poco alla volta, mentre il mercato
saliva, 20000 Generali, 60000 Fiat, 100000 Pirelli, 10000 Ras.
La banca quel giorno
guadagnò sulla cifra investita il 3% circa. Amen.
Bello, bellissimo:
l'intervento del fuochista mi era chiaro, tutti copiavano da lui, anche se
restava il problema di come e quando la gente avesse cominciato a copiare da
lui: cinque anni prima? dieci? come cominciò?
Mi rispose che non lo
sapeva. Mi rimaneva un doppio problema e gli chiesi: "Come sapeva, signor
X, che sarebbe andata giù questa mattina? perché, in realtà, andava su e io non
ci credevo. E poi, come ha capito a mezzogiorno che sarebbe tornata su?
"Si sente dalle
grida. Quando siamo arrivati, alle nove e mezzo, io non sapevo che stava
andando su ma dalle grida si capiva che la gente voleva vendere. Erano grida
secche, concitate, decise, che non ammettevano replica, senza strascicamento
alcuno, come se ad operare fossero in pochi, come se dovesse finire subito, come
una cosa cattiva, come quando uno dice addio alla morosa. Dice addio senza
smancerie e basta. Inoltre, la mattina era piovosa e questo confermava una
possibilità di ribasso.
Ricordati che le grida
cominciano un poco prima, come se ci fosse una preparazione delle teste per il
ribasso. Poi, a mezzogiorno e un quarto, mentre leggevo il giornale, mi sono
accorto che le grida han cominciato ad essere più strascicate, più impastate,
come se avessero un'eco, come se ad operare fossero in molti, come se non
dovesse finire mai, come se fosse una cosa buona. Capito?"
Capito? boh! se lo
dice il fuochista… al momento non avevo capito troppo, ma avendolo vissuto
varie volte, successivamente l'ho capito molto bene ed anche adoperato.
Mi sembra di poter
dire quindi che questi argomenti dimostrano quanto poco noi si sappia e
soprattutto: il tempo atmosferico avrà sicuramente avuto una certa influenza,
tuttavia le persone tendono ad avere reazioni comuni: non solo i cervelli, ma
anche i loro contenuti tendono ad assomigliarsi l'un l'altro molto di più di
quanto noi si possa credere.
Pochi studi sono stati
fatti in proposito e quando parlo con qualcuno di questi argomenti, sono
guardato come se fossi un marziano.
Nessun commento:
Posta un commento
Commenti o richiesta di chiarimenti.