Rapidamente la
coltivazione dei cereali si estese, per il semplice motivo che in un
appezzamento di terra, con l’agricoltura, si viveva meglio che non con la
caccia o la pastorizia.
Ovvero, la caccia e la pastorizia erano necessarie, ma l’agricoltura dava maggior tranquillità e consentiva si sfamare più persone a parità di territorio.
Ovvero, la caccia e la pastorizia erano necessarie, ma l’agricoltura dava maggior tranquillità e consentiva si sfamare più persone a parità di territorio.
Entro breve, l’attuale
Turchia o Anatolia (vicina all’Iraq) ricevette la conoscenza della prima
agricoltura. La zona era abbastanza estesa. Un agricoltore non andava a caccia
e un cacciatore era privo di frumento. Quando un cacciatore e un agricoltore si
incontravano, non potevano scambiarsi sacchi di frumento in cambio di dieci
cervi, per il semplice motivo che il contadino accettava solo i cervi che, pur
se affumicati, poteva consumare prima che si rovinassero. Per contro, anche il
frumento ammuffiva. In questo modo gli scambi diminuivano e un poco passava
anche la voglia di lavorare.
Il sale fu la prima unità
di scambio: sufficientemente raro in natura, serviva a conservare e insaporire
gli alimenti.
Alcuni personaggi, che noi
ora chiameremmo commercianti, andavano dai cacciatori in appositi luoghi, sotto
certi alberi o vicino a certe grotte, e in cambio della carne affumicata
consegnavano sale. Poi con la carne affumicata andavano dai contadini e si
facevano dare un poco di sale in più. I contadini a loro volta avevano ricevuto
primamente il sale da qualcun altro in cambio di qualche altra coltura. Il sale
fu una delle prime monete. Tuttavia aveva un difetto: in caso di esondazione
del Tigri o dell’Eufrate, il sale si scioglieva...
Gli anatolici di cui
parlavamo sopra erano dei cacciatori e avevano in uso dei coltelli fatti di un
materiale eruttivo, l’ossidiana, molto dura (5-6 Mohs) una specie di vetro
dovuto al rapido raffreddamento di lave vulcaniche. L’ossidiana era usata per
le collane preziose delle signore anatoliche e come punte per le armi, oltre
che come lame di coltello. Aveva il pregio di essere a frattura concoide, e
quindi ad un colpo secco ben assestato rispondeva assumendo una forma molto
simile a una grossa scheggia, a una grossa lama di coltello. C’era gente che
faceva solo questo. I coltelli di ossidiana andavano benissimo per raschiare il
pellame delle bestie morte, onde ricavarne indumenti per l’inverno. Insomma,
per un motivo o per l’altro, l’ossidiana andava benissimo a una moltitudine di
persone e, udite, se il Tigri esondava l’ossidiana non si scioglieva come il
sale. Aveva due difetti, come moneta di scambio: un poco pesante e un poco
abbondante in natura. Per il resto, con i coltelli di ossidiana, l’Iraq e la
Turchia si svilupparono notevolmente e i primi anatolici cominciarono a
muoversi verso Ovest, verso l’Europa. Il commerciante, il cacciatore e il
contadino scambiavano quindi molto di più, perché in cambio ricevevano
ossidiana, accettata da tutti, e caso mai si potava mettere nella capanna per
un uso futuro, senza pericolo che l’Eufrate facesse i capricci.
Caso mai si potevano fare
monili per le signore...
Comunque il sale venne
usato ancora per millenni e in certe zone dell’Africa si usa anche adesso.
Queste cose cercate di
piazzarle fra i cinque e i dieci mila anni prima di Cristo. Non sono stati
processi rapidi, come leggere un blog.
Ciao a tutti.
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