giovedì 15 dicembre 2011

A006 Argento ed oro.


Denaro di Carlo Magno, sec.VIII

Abbiamo detto che una buona moneta era l’ossidiana. Tuttavia tale moneta non poteva avere un alto valore, in quanto i vulcani ne avevano messo a disposizione delle quantità relativamente grandi e quindi l’ossidiana era relativamente facile da trovare in giro.
Questo faceva sì, come per tutte le monete che circolano in eccesso, che il suo valore intrinseco fosse inferiore.
Nel frattempo gli artigiani che lavoravano i metalli si accorsero che una lega di oro ed argento aveva parecchie qualità:
I materiali erano sufficientemente difficili da trovare, per cui il valore era elevato e una moneta relativamente piccola poteva rappresentare un valore abbastanza grande. Era al riparo dall’acqua e dall’umidità, a differenza del ferro e di altri metalli che con l’umidità si rovinavano.

Le prime monete d’oro ed argento, in lega naturale, furono coniate 600 anni prima di Cristo in Lidia (attuale Turchia). Portavano l’immagine di un leone, simbolo del re della Lidia. Il sigillo con l’immagine del leone serviva per attestare che si trattava della lega verace, non di una contraffazione.
S’iniziò così l’eterna lotta tra zecche e falsari.
La prima cosa che fecero i furbi fu quella di limare tutt’attorno alle monete, in modo da raccogliere la polvere della lega. A furia di limature, la moneta si rimpiccioliva ma con le limature stesse si poteva fondere il metallo e fare delle altre monete col sigillo del leone falsificato. Perché fosse conveniente, bisognava che il valore intrinseco della moneta fosse inferiore al valore intrinseco dei beni che la moneta stessa poteva comperare.
Ad esempio, se consegnando il metallo limato si poteva comperare mezza pecora e con una moneta di pari peso si poteva comperare una pecora intera, conveniva fare la moneta, anche se contraffatta. Se con la limatura si poteva aver una pecora e mezza, nessun cretino (e tanto meno il re) l’avrebbe fatta diventare una moneta per farla diventare una pecora sola.
Con l’andar del tempo (ma passarono secoli) per evitare la tosatura delle monete si pensò, durante il conio, di fare una zigrinatura tutt'attorno, in modo che una eventuale limatura fosse subito evidente.
La moneta viene anche chiama pecunia dal termine latino pecus = pecora, e molte volte una pecora era incisa sul metallo, proprio perché invece si girare con una pecora conveniva girare come una moneta che la rappresentava. A patto che la moneta fosse conosciuta e che gli altri l'accettasero.
Qui stiamo ovviamente stringendo. Sta di fatto che un poco alla volta le monete furono fatte di un solo metallo per evitare problemi col cambiamento di valore dei metalli stessi.
Se vediamo la storia dell’occidente, l’argento è stato molto più frequente dell’oro per la monetizzazione.
Carlo Magno, incoronato imperatore la notte di Natale dell’anno 800, sin dal 774, data la rarità dell’oro, decise di usare solamente l’argento in una unica moneta, la quale venne chiamata DENARO. Chiunque avesse consegnato alla zecca una libbra (o lira) d’argento (434.16 grammi) avrebbe ricevuto in cambio 240 denari dal peso di 1.7 grammi cadauno, dove 1.7 x 240 = 408 grammi, la differenza rimaneva all’imperatore Carlo Magno come diritto di coniatura o signoraggio che dir si voglia. L’argento non poteva essere assolutamente puro (e anche le bilancine erano approssimate. Per ogni chilo d’argento, tuttavia, novecentocinquanta grammi dovevano essere d’argento puro: il che si dice TITOLO 950/1000.
Per far di conto, si decise di inventare il soldo, che equivaleva a 12 denari e pertanto venti soldi facevano una libbra. Tuttavia il soldo non esisteva, era solo un concetto.
Voi capite che è come se avessimo solo le monete da due euro: scomodissimo.
Questo sistema è sopravvissuto in Europa sino ai tempi di Napoleone e in Gran Bretagna addirittura sino a ieri (1971, quando ci fu una rivoluzione e anche  il dollaro non fu più convertibile in oro).
Infatti una lira sterlina equivaleva a venti scellini (venti soldi) ed uno scellino (un soldo) equivaleva a 12 pence (12 denari, singolare di pence è penny).
Il denaro di Carlo Magno mantenne una buona stabilità per un periodo di un paio di secoli. Abbiamo tagliato, tagliato e tagliato, ovviamente. 
Comunque, la storia delle monete è affascinante perché è strettamente correlata al risparmio degli uomini, alle loro ambizioni e frustrazioni.
Ciao.

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