giovedì 29 dicembre 2011

A031 Un progetto linguistico.


Dato che in questo blog la linguistica è un argomento contemplato, proponiamo ai nostri lettori il seguente progetto:
Supponiamo di raccogliere primamente in ogni comune d’Europa (e successivamente in parcellizzazioni piu dettagliate) delle registrazioni al microfono di una certa frase di nativi locali o persone comunque indigene.
Invece che al microfono, in una prima fase si potrebbero raccogliere le frasi trascrivendole nell’alfabeto fonetico internazionale e quindi senza le registrazioni. La frase deve essere identica.

La frase dovrebbe essere tale che escluda modernismi (vetustà possibile), valida nell’ubiquità del territorio considerato e con parole esistenti da lungo tempo. Inoltre le parole andrebbero studiate in modo da coprire tutte le influenze possibili. Una serie di studi preliminari approfonditi va fatta per lo studio della frase stessa.
Esempio: “Prendi il coltello e taglia il formaggio usando le braccia. Vai a dirlo a tuo nonno e mentre parli guarda cosa fa la gallina. Se la gallina sta facendo l’uovo e anche il gallo è nei dintorni, portati verso la campagna, altrimenti va a pregare nella piazza del paese vicino.”
Questa frase non ha senso, ma serve ai nostri scopi.
Dato che in alcune zone i maschi parlano diversamente dalle femmine, pure di questo bisogna tenere conto, senza qui addentrarci in dettagli.(Frasi per i maschi e/o frasi per le femmine). I bambini in tali casi parlano come le femmine, ma non sempre. Anche di questo bisogna tenere conto.
La frase si evolverà a seconda del punto in cui è stata raccolta (vedere Gerhard Rohlfs: Historische Grammatik der italienischen Sprache und ihrer Mundarten) e questo permetterebbe di creare un abbozzo di mappa fonetica. (Vedere anche Luigi Luca Cavalli-Sforza: The History and Geography of Human Gene e inoltre Genes, Peoples and Languages). Se la frase contiene delle parole che, ad esempio, sono (o possono essere) di origine greca, la sfumatura di pronuncia delle stesse potrebbe essere interessantissima per il nostro studio. Se invece le parole sono di origine anglo-sassone (arm>braccio) dovremmo avere dei punti acmeici sulla dorsale delle Alpi , eccetera.
Lo scopo finale potrebbe essere quello di inserire lo studio in Google Earth, mappando col tempo (almeno inizialmente) tutto il territorio coperto attualmente dagli indo-europei. Queste sfumature potrebbero essere altresì interessanti per vedere, ad esempio, il passaggio nei paesi baschi.
Con altri criteri (di cui adesso per brevità preferisco non parlare) si possono assegnare coi computers dei punteggi  mono-vettoriali e in modo  auto-organizzante, sì da poter colorare la mappa di Google Earth rispetto al punto di origine deciso dall’utente. Se ad esempio l’utente indica come origine il punto x con una certa longitudine e una certa latitudine e questo viene colorato col colore esadecimale Y, le zone dove i parlanti si esprimono in modo quasi uguale avranno quasi lo stesso colore Y e così via.  Potrà succedere che alcune zone dell’italia meridionale (San Fratello) dove la frase suona con gallicismi ci sarà un colore quasi uguale a certe zone della Provenza, tranne che per una certa sfumatura (del colore stesso), dovuta al fatto che a San Fratello ci possono essere influenze greche e in Provenza le influenze saranno piuttoso catalane. Inoltre, gli effetti di Emile Benveniste saranno evidenziati(passaggio dal gutturale al labiale procedendo da est a ovest), in quanto certe pronunzie del Veneto (est) stanno alle pronunzie della Liguria (ovest)  così come il castigliano (est) sta al portoghese (ovest). Eccetera. Usando algoritmi genetici non parametrici (Kohonen), le zone appartenenti allo stesso (o simile) pattern dovrebbero avere colori analoghi anche se molto distanti tra loro.
Il linguista sarebbe sicuramente interessato e si potrebbero abbinare (in Google Earth) gli studi sui gruppi sanguigni del già citato Cavalli-Sforza, accentuando la  loro traslazione topica piuttosto che nel tempo. O qualcosa del genere.

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