Dobbiamo chiarirci le
idee su cosa sia uno stato e un governo: certo che quel che diremo ha ben poche
probabilità di essere applicato subito e per ora non sarà così, ma speriamo di
arrivarci in cento mila anni, più o meno (forse più...).
Dunque: in venti di noi
siamo naufragati in una meravigliosa isola del Pacifico, dove ci sono, per
nostra fortuna, alberi di banane.
Non ci resta altro che
raccogliere le banane per sopravvivere, diciamo otto a testa ogni giorno che
Dio manda in terra. Chi non raccoglie banane, non mangia. Se qualcuno comincia
a far filosofia, nessuno s’impressiona e nessuno raccoglierà le banane per lui:
vedrete che dopo un paio di giorni il furbastro smetterà con la filosofia e si
darà alla raccolta del frutto.
Tuttavia... Pietro,
maldestro, cade dalla palma e si fa male ad una gamba. Abbastanza male. Paolo,
che aveva studiato medicina, deve passare un paio d’ore al giorno per curarlo.
Gli altri diciotto di noi
pensano: non ci conviene lasciare che Pietro muoia di fame, non foss’altro perché
domani potrebbe capitare a noi... quindi in diciotto di noi dobbiamo
raccogliere anche le otto banane per Pietro e magari due o tre banane per
Paolo: quest’ultimo alcune può ben raccogliersele anche da solo.
CI SIAMO TASSATI! Appena
Pietro starà meglio, tuttavia, si dovrà arrangiare.
Questa è l’essenza.
Potremmo addentrarci in particolari, ma questa è l’essenza: LO STATO SERVE PER
AIUTARE la comunità e non sarà mai che la comunità dovrà aiutare lo stato. Inoltre
le tasse non possono essere introdotte da chi ci governa: chi ci governa deve
far funzionare la baracca coi soldi che gli vengono dati, non con i soldi che
vuole lui. Naturalmente abbiamo semplificato, ma il ragionamento di base è
questo. Nei paesi anglosassoni, con le opportune finezze del caso, funziona
così.
Quando, nel XVIII secolo,
l’Inghilterra volle tassare gli statunitensi (che allora erano una colonia) sul
the, senza consultarli, scoppiò la fine del mondo. Il consenso da parte dei
contribuenti era una tradizione dal 1215 (Magna Charta) e gli americani, non
essendo rappresentati, non intendevano sottostare al balzello.
Ben diversa la miserabile
situazione italiana, dove quattro politici che ci hanno indebitati fin sopra i
capelli credono di fare quello che vogliono. O meglio, il fatto che siano
subentrati dei tecnici aggrava la situazione ancora di più. Dobbiamo
raccogliere le banane per gente che non vuole saperne di sacrificarsi come
dovremmo fare noi. I rappresentanti
devono essere dei rappresentanti e un deputato di Milano non può essere imposto
dal partito a Reggio Calabria. Cosa rappresenta? Comunque, bisogna ritornare
col ragionamento alle origini e modificare un sacco di cose. Oppure dire
chiaramente: non si vota più e il primo che parla prenderà le botte. Almeno si sarà
detta la verità. Abbiamo sempre in bocca questo dolciastro, dove l’inganno è
sempre dietro l’angolo e non si ha nemmeno il coraggio di dire la verità: il
contributo obbligatorio (una volgare tassa in più) viene definito volontario... la fregatura data agli operai che non
recuperano il pane da comperare viene chiamata ‘inflazione programmata’. Si
chiamano ‘contributi figurativi’ le pensioni ricevute senza pagare. Bastava
chiamarle pensioni gratis, ma la gente si sarebbe ribellata: popolo bue. Il
quale non pretende che gli spieghino cosa siano i contributi figurativi: si fa
turlupinare e tace. Ben gli sta.
In tutto quello che state
sentendo c’è una verità: niente riprenderà sino a quando gli operai non
guadagneranno di più e non lavoreranno di più.
Ciao.
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