mercoledì 11 gennaio 2012

A046 A proposito della Tobin Tax.


In questi giorni si fa un gran parlare della Tobin Tax e, come al solito in Italia, lo si fa a proposito e a sproposito.
Cenno storico.
Fino al 15 agosto 1971 esisteva l’impegno, da parte degli Stati Uniti, di ritirare 35 dollari e di consegnare in cambio una quantità d’oro pari a un’oncia troy (31,1034768 grammi). Esiste un’altra oncia la once avoirdupois, da non confondere e differente per un grammo circa (1 troy = 1.09714 avoirdupois).


Ebbene, sino a quel giorno le valute mondiali erano rimaste molto stabili, e questo dal 22 luglio 1944 (guerra ancora in corso), quando a Bretton Woods, presso Carroll (New Hampshire, U.S.A.), dove i paesi partecipanti si impegnavano ad un cambio fisso rispetto al dollaro, gli Stati Uniti si impegnarono a loro volta a cambiare i dollari in oro, divenendo di fatto i custodi della tranquillità internazionale. In tale circostanza si istituì sia il Fondo Monetario Internazionale che la Banca Internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo. 


Queste due istituzioni presero il via nel 1946, quando si raggiunse un certo numero di paesi partecipanti.
Il presidente Nixon denunciò l’accordo come non più soddisfacente per gli Stati Uniti e il dollaro non fu più convertibile in oro. La Gran Bretagna, per le conseguenze sulla sterlina, fu la prima vittima e comunque, da quel momento, s’iniziò un periodo di turbolenze evidenti: ovvio che prima, negli ultimi tempi, c’erano state comunque, altrimenti Nixon non avrebbe avuto bisogno di denunciare l’accordo.


Il professore statunitense James Tobin, nel 1972, ebbe un’idea che contribuì a fruttargli nel 1981 il premio Nobel per l’economia. L’idea era la seguente: la gente si sposterà in continuazione da una valuta (moneta) all’altra per lucrare sulle minime differenze e questo danneggerà gli equilibri mondiali.


Facciamo un esempio: si prevede che la lira perda di valore rispetto al franco francese. Mi conviene vendere subito le lire e comperare franchi francesi, prima che sia troppo tardi, anche per sfruttare movimenti piccolissimi. Poi, una volta che la lira abbia perso in parte il suo valore, posso rivendere i franchi francesi e ricomperarmi le lire a più buon mercato, aumentando in questo modo il quantitativo di lire in mio possesso. Per evitare questo, il governo italiano dovrà aumentare i tassi di interesse, dissanguandosi: se la differenza tra quanto si prende di interesse in Italia e quanto si prende in Francia è sufficientemente ampia, il gioco finisce perché gran parte degli operatori rimarrà in lire e forse s’inizierà il movimento contrario, vendere cioè franchi e comperare lire.


La Tobin Tax originale riguardava quindi solo le valute ma ora si parla di applicarla a tutte le transazioni finanziarie.


Situazione attuale.
In un ambiente sano e dove le regole vengono rispettate, una persona intelligente ed avveduta dovrebbe essere contraria alla Tobin Tax, perché quest’ultima si trasforma in un potentissimo freno alle transazioni economiche.


Le transazioni economiche dovrebbero essere lasciate libere. Se, ad esempio, tutti hanno comprato le azioni della Fiat e le hanno fatte andare alle stelle, lo speculatore avveduto venderà Fiat, anche senza averle, e in questo modo contribuirà con le sue vendite a far tornare la Fiat a livelli più realistici.


Se però, come succede al giorno d’oggi, per interessi non confessabili, si vuole per forza che le azioni vadano sempre su, è chiaro che la speculazione viene vista male: tuttavia entro qualche tempo la situazione diventerà insostenibile ed avremo crolli di mercato. Troppi sono gli interessi per fregare il risparmiatore e d’altronde quest’ultimo non è solo sprovveduto, molte volte è avido e tutto sommato certe cose se le vuole o almeno questa è la scusa che accampa il disonesto che vuole fregarlo.


Questo in linea teorica. Dobbiamo tuttavia pensare invece alla realtà e spiegare la situazione attuale in chiave realistica.
Il settore finanziario è un settore dove con una buona intelligenza e con onestà si potrebbe guadagnare bene, rispettando le regole e accontentandosi di guadagni onesti, senza rischi eccessivi. Ma gli intelligenti ed onesti sono pochi. E questi pochi (molto pochi) suscitano invidia e demagogia.


Il settore finanziario è però anche il settore dove, agendo disonestamente, si possono guadagnare cifre enormi, usando a piacimento il prenditore di ultima istanza (vedi sotto la nota 1), cioè una banca che mi aiuterà col denaro pubblico se le cose mi andranno male.
Si sente parlare oggi del fatto che, mentre negli Stati Uniti esiste una banca centrale che copre i debiti delle grosse banche, in Europa questo non esiste.
La mia opinione è che se anche in Europa ci fosse la Bce che copre gli errori delle altre banche, la situazione sarebbe ancora peggiore.


Il prenditore di ultima istanza è diventato necessario negli Stati Uniti per proteggere le malefatte delle grosse banche che ‘sono troppo grosse per fallire’. Quindi se tali banche si comportano male, lo stato dovrà intervenire. Nel 1929 non c’era tale istituto  e quindi oggi si dice (e lo dice Bernanke, governatore della Federal Reserve dopo Greenspan) che per fortuna c’è la Banca Centrale (Federal Reserve) che interviene. Al signor Bernanke non passa nemmeno per l’anticamera del cervello di applicare la soluzione che ora spiegherò.


La soluzione sta invece nell’evitare che le banche siano troppo grosse per fallire. Quindi serve una legge che proibisca a una banca di crescere eccessivamente: la banca piccola può fallire, ma questo complica e di molto le operazioni sotto banco e le disonestà possibili. Il manager comincia a rubare quando sa che non può più fallire: bisogna fermarlo prima che cresca troppo. Al limite facendogli vendere mezza banca.


Il dirigente della banca troppo grossa ragiona infatti così: “Io rischio, faccio delle operazioni azzardate e guadagno soldi, soldi, soldi... se le cose andranno male, la nostra banca è troppo grossa per fallire e lo stato ci dovrà aiutare per forza, per evitare che si ripeta il 1929. Per ottenere questo, tuttavia, dobbiamo foraggiare chi di dovere,  dobbiamo dare quattrini sotto banco a vari personaggi eccetera.” Solo che siamo già peggio del 1929.


Quanto spiegato sopra è quanto è successo negli Stati Uniti nel 2007, ma si sapeva che andava a finire così,  perché nel 2001 e 2002 c’erano stati enormi problemi con le piccole banche rurali americane.
Personaggi loschi, tutt’ora ai vertici delle organizzazioni statunitensi, hanno favorito lo sviluppo di attività varie al limite della follia. Con 5 dollari di capitale io potevo comperare (ed ero spinto, invitato dalle autorità  a farlo!) 100 dollari di granoturco, oppure 100 dollari di immobili o di qualunque altra cosa. Poi, se il granoturco saliva a 110 dollari, vendevo il granoturco e guadagnavo dieci dollari sui cinque che avevo impiegato, triplicando il capitale. Questo è durato per anni, fin che tutto andava su ed era quello che io chiamo una economia di pazzi suicidi.


C’era purtroppo il rovescio della medaglia: se il granoturco andava a 90, avevo perso tre volte il capitale impiegato. Avevo insomma perso tutto e mi restavano dieci dollari di debito.
Se ero un privato ero spacciato, ma se ero una banca o una istituzione finanziaria, allora scattava il colpo di genio! avevo la possibilità di fare un pezzo di carta con scritto: “Questo pezzo di carta rappresenta cento dollari di granoturco che oggi valgono 90. Lo mettiamo in vendita oggi per 50 dollari. Il granoturco si potrà negoziare tra due anni: tornerà a cento e raddoppierai il capitale, altrimenti garantisco io.”


Se la banca trovava un fesso che lo comperava (e ne ha trovati, tanti, tanti...), la banca stessa, che aveva impiegato 5 dollari, si trovava con 55! quello che aveva comperato tuttavia, doveva sperare che dopo due anni la banca o l’istituzione finanziaria fosse ancora in piedi. La crisi è esplosa perché l’istituzione finanziaria non era più in piedi... quel pezzo di carta veniva considerato comunque come un bene che valeva 100 dollari e questo per le statistiche e quant'altro, quando in realtà non era proprio niente.


Questo esempio è solo una semplificazione enorme: in realtà i giri di pezzi di carta erano vorticosi e per cercare di andare avanti il più possibile, per cercare che il malato sotto la tenda ad ossigeno non morisse, la banca centrale continuava a finanziarie le altre banche: stiamo alla finestra, qualcosa succederà... e invece non è successo niente di favorevole per questi lazzaroni.


Il malato è rimasto sotto la tenda ad ossigeno dal 2001 sino al 2007: poi è scoppiato.
La banca centrale allora ha fatto da prenditore di ultima istanza, per l’appunto: ha stampato materialmente dollari a non finire, consegnandoli alle banche.
In tutto questo giro, alcuni individui hanno guadagnato cifre enormi, creando tuttavia dei danni migliaia di volte superiori. Come se, per guadagnare 10 euro, io fossi disposto a distruggere un transatlantico.


Ora il transatlantico non c’è più ed è rimasto un buono che dovrebbe rappresentare il transatlantico. Molte volte, i buoni che rappresentano il transatlantico sono più di uno: non è dato ancora di sapere, neanche approssimativamente. Il disastro vero deve ancora arrivare. Come di vede, il prenditore di ultima istanza è estremamente negativo e abbiamo anche in Italia qualcuno che auspica la sua creazione. Il prenditore di ultima istanza è la dichiarazione che siamo in mano ai furfanti.


Parecchie banche ed istituzioni finanziarie inglesi, francesi e tedesche han cercato di emulare quanto fatto in America. La mia opinione personale è che la disonestà quasi sempre è sinonimo di stupidità. Ci troviamo di fronte a disonesti che allo stesso tempo sono stupidi ed hanno in mano il futuro dei nostri figli. Noi, siamo rovinati: cerchiamo di salvare i nostri figli, questo è il vero ottimismo. Per fortuna che l’Italia è un poco fuori da tutto questo, ma non per avvedutezza, solo per arretratezza, anche se purtroppo abbiamo un debito mostruoso che deriva da altre stupidità e disonestà tutte nostre.


Conclusione.
Sospendere tutte le attività finanziarie per dieci anni e mandare tutti a scuola. Non si può dare il premio Nobel a personaggi (Merton & Scholes) che hanno creato una teoria di queste stupidaggini e che con la LTCM sono falliti miseramente. Una parte del fondo pensioni della Banca d’Italia è stato investito su queste sciocchezze, per dirla eufemisticamente. LTCM aveva fondi pensione per più di 2 miliardi di dollari, si era fatta prestare soldi dalle banche per 125 miliardi di dollari (provate voi a farvi prestare dalle banche 55 volte i vostri soldi) e investivano i 125 miliardi. Per perdere tutto il capitale, bastava che il mercato stornasse del due per cento. I contratti sottostanti erano per 1250 miliardi di dollari. Questo nel 1997 e 1998. Sono arrivati quindi a una esposizione pari a 600 volte il loro capitale. La finanza mondiale era impazzita? Si. Ha imparato la lezione? Nooooo! Tutto come prima, e inoltre, bisognava rifarsi...


600 volte... come se tutti i vostri averi fossero una casa ed aveste fatto debiti per 600 case: gli speculatori di cui si parla per televisione, se vanno in banca difficilmente riescono ad andare oltre due volte il capitale...


Dopo il 2000, Meriwether, Haghani, Hilibrand, Leahy, Rosenfeld e altri hanno usato gli stessi modelli matematici, pur con leve minori. Vedere JWM partners. Queste cose sono notissime agli addetti ai lavori. Al popolo bue, ovviamente, non sono note.


Non abbiamo mai sentito una spiegazione chiara di come il fondo pensioni della Banca d’Italia fosse impiegato in queste barzellette: voi direte che possono fare quello che vogliono coi loro soldi... e io mi permetto di non essere d’accordo, quindi mi attenderei che fosse gente che sa quello che fa, se deve sorvegliare il risparmio in Italia. E in ogni caso, perché non spiegare per televisione quanto è successo? Se è successo, è successo.


Dicevo minimo dieci anni di sospensione dei mercati. Siccome dieci anni di sospensione dei mercati non saranno mai consentiti, speriamo che la Tobin Tax, di per sé negativa, paralizzi l’attività di questi furfanti. Così riprenderebbe l'economia reale. Perchè dovrei aprire un'industria che alla fine dell'anno mi rende, ad esempio, un 10 per cento, quando con gli stessi soldi nella finanza potrei guadagnare molto di più? Dieci Tobin Tax ci vogliono! Vi parla uno che ha visto questa gente all'opera.


Se non vi è chiaro, è perché vi sembra impossibile credere a cose del genere e la prima reazione è: “Ma come, vuoi che sia vero?”. Purtroppo, è vero.
Quindi Tobin Tax e qualunque altra cosa pur di cambiare questa situazione. Non sentite complessi di inferiorità. Anche se parlano di cose difficili, si tratta di ladri e basta, anche disonesti, ovviamente.


Prendiamo il PIL. La gente non sa cos'è questo PIL. Ora c'è gente alla quale conviene parlare del PIL e gente alla quale non conviene parlare del PIL. Vi faccio un esempio: assumo uno per un mese e lo pago. Lo pago con diecimila euro. Il suo lavoro consiste nel far buchi inutili per terra, con un badile, spostare la terra e rimetterla dov'era prima.  Dopo un mese, non ha fatto niente, se non aver guadagnato 10000 euro. E io cos'ho fatto? Pagandogli i 10000 euro, ho fatto aumentare il Pil di 10000 euro per l'appunto.


Voi, non fidatevi. Dice il Vangelo: Ecco, io vi mando agnelli in mezzo ai lupi: siate dunque avveduti come sono i serpenti, ma liberi e chiari come le colombe.


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Nota 1
Prenditore di ultima istanza.
La gente lavora e dico loro: "Se fallite, nessuno vi aiuterà. Pensateci."
In realtà, senza che nessuno sappia, ho preparato una banca che interverrà all'ultimo momento per aiutare chi fallisce. Tutto qua.
Bisogna tuttavia che questo non lo sappia nessuno, proprio nessuno.
Ridicolo invece parlare per televisione ed auspicare la creazione del Prenditore di ultima istanza, in modo che lo sappiano tutti.
Così va il mondo. E come credere a Babbo Natale... Dice: "Ma vuoi che sia così?" Rispondo che è così.

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